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COSTITUZIONE, POLITICA, E LINGUAGGIO IN UN’ITALIA NELLA TRAPPOLA DEL MENTITORE E DELLA MENZOGNA ISTITUZIONALE (1994-2010)!!!.

TULLIO DE MAURO, IL "PARLARE SENZA VERGOGNA", E IL CLIMA DI MENZOGNA GENERALE (NON SOLO DI CORRADO AUGIAS E UMBERTO GALIMBERTI). Testo e note a cura di Federico La Sala

PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO, CREDO CHE SIA ORA DI FARE CHIAREZZA. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI ...
martedì 5 gennaio 2010 di Federico La Sala
CRISI COSTITUZIONALE (1994-2009). DUE PRESIDENTI GRIDANO: FORZA ITALIA!!! LA DOMANDA E’: CHI E’ "PULCINELLA"?
L’ITALIA (1994-2009), TRE PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA SENZA "PAROLA", E I FURBASTRI CHE SANNO (COSA SIGNIFICA) GRIDARE "FORZA ITALIA".
COSTITUZIONE, LINGUA E PAROLA.....

PAROLE
COME PIETRE
LA VERGOGNA
DI PARLARE
SENZA VERGOGNA
di Tullio De Mauro (l’Unità, 03.01.2010)
Nella simpatica trasmissione di Corrado Augias,
gli ospiti (...)

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> TULLIO DE MAURO, IL "PARLARE SENZA VERGOGNA", E IL CLIMA DI MENZOGNA GENERALE --- RICORDANDO LA FIGURA DI ENRICO DE NICOLA, l’appello di Napolitano e Fini: "Coesione per gli interessi del Paese".

martedì 5 gennaio 2010


-  Il presidente della Repubblica e quello della Camera
-  hanno ricordato a Napoli la figura di Enrico DE Nicola

-  L’appello di Napolitano e Fini
-  "Coesione per gli interessi del Paese"

NAPOLI - Un appello alla coesione nazionale del presidente della Repubblica e del presidente della Camera, che si ispirano alla figura di Enrico De Nicola e chiedono di non smarrire, nelle polemiche politiche, "il senso dell’interesse generale". "La libera dialettica di posizioni e di ruoli tra maggioranza e opposizione - afferma il presidente della Repubblica - non esclude che si riproponga in momenti di serie prove per il Paese, l’esigenza di non smarrire il senso del comune interesse nazionale".

Il Capo dello Stato è intervenuto a Napoli alla commemorazione di Enrico De Nicola a 50 anni dalla sua scomparsa. Il capo dello Stato parla del primo presidente della Repubblica italiana. Il primo insegnamento di De Nicola, sottolinea Napolitano, è "il supremo tenace attaccamento alla necessità di un clima di unità nazionale". Una lezione dalla quale "abbiamo ancora molto da imparare". E poi la seconda lezione di De Nicola: "Io stesso cerco sempre di imparare da quel che gli fu contestato come incorreggibile ’formalismo’ e che in realtà era correttezza e rigore nell’esercizio, da parte di ogni soggetto istituzionale, del proprio ruolo e dei propri poteri, rispettandone sempre i limiti invalicabili". E’ qualcosa, insiste Napolitano che "provocava insofferenza in altri soggetti istituzionali: ma egli ci ha lasciato una lezione di serena fermezza e di ciò gli siamo egualmente grati".

Il presidente della Camera Fini ha ricordato De Nicola "e la sua costante attenzione agli interessi superiori del Paese, un prezioso insegnamento sulla via di un rinnovato senso della coesione nazionale, sulla riaffermata appartenenza di tutti gli italiani alla stessa comunità nazionale".

"Non c’è dubbio - continua Fini - che senza passione è difficile affermare la partecipazione dei cittadini, che si nutre anche delle legittime idealità di parte". "Ma oggi, l’affermazione di quella che è la cosiddetta democrazia dell’alternanza in Italia e la fine delle contrapposizioni ideologiche - continua - ripropongono l’esigenza di valori unificanti e condivisi essendo comunque accettata l’idea che in un sistema bipolare ciò che unisce è altrettanto importante di ciò che divide".

Il presidente della Camera ha sottolineato che lo statista napoletano si formò in un Italia liberale e giolittiana "assai distante da quella odierna". "Ma - avverte Fini - i valori e gli ideali di quell’Italia lontana devono poter essere riscoperti per vincere le nostre sfide di Nazione democratica".

* LA REPUBBLICA, 5 gennaio 2010


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