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’NDRANGHETA, STATO, E CHIESA. PER I "COCCODRILLI" ATEI E DEVOTI CHE PIANGONO E SI STRAPPANO LE VESTI ... .

ALLA CALABRIA, AL SUO CORAGGIO E ALLE SUE LACRIME: LA "MEMORIA" DEL VESCOVO BREGANTINI. Documento del 17 ottobre 2005 - a cura di Federico La Sala

È il denaro che interessa alla ‘ndrangheta. E perciò, oltre alla purificazione etica, occorre una forte purificazione economica.
martedì 12 gennaio 2010 di Federico La Sala
[...] è necessario che lo Stato, cioè la coscienza di chi ci guida e ci governa prenda seriamente a cuore il CASO CALABRIA, che finora è stato non solo sottovalutato ma soprattutto dimenticato.
Occorrono indagini più intelligenti ed organizzate, per scovare assolutamente i colpevoli ed assicurarli alla giustizia e alla gogna di tutti. Chi fa il male deve essere umiliato nel suo falso “onore” perché ritrovi la forza di cambiare.
Se occorre la zona deve essere (...)

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> ALLA CALABRIA, AL SUO CORAGGIO E ALLE SUE LACRIME: LA "MEMORIA" DEL VESCOVO BREGANTINI.---- Napolitano: "Oscurati legalità e solidarietà". L’Osservatore romano: "Italiani ancora razzisti".

martedì 12 gennaio 2010


-  Sui fatti di Rosarno dura presa di posizione del quotidiano della Santa Sede
-  Epifani lancia l’allarme: "Ci sono altre polveriere pronte a scoppiare"

-  Napolitano: "Oscurati legalità e solidarietà"
-  L’Osservatore romano: "Italiani ancora razzisti"

-  Il capo dello Stato il 21 gennaio sarà alla Giornata della Legalità a Reggio Calabria
-  Bersani: "La Bossi-Fini non funziona". Fini: "Eliminare sia razzismo che buonismo"

ROMA - "A Rosarno sono stati oscurati la legalità e la solidarietà" dice il capo dello Stato. Che annuncia una visita a Reggio Calabria per il 21 gennaio. E "L’Osservatore romano" pubblica un duro atto d’accusa sul razzismo diffuso tra gli italiani. I fatti della piana di Gioia Tauro continuano a fare discutere. Dal Quirinale arriva una netta presa di posizione. Napolitano sarà nella città calabrese anche per riaffermare la sua solidarietà con i magistrati, dopo l’attentato alla procura in piazza Castello.

L’Osservatore romano. Nell’articolo del quotidiano pontificio si compie un rapido excursus storico sulle radici dell’intolleranza nei primi decenni dell’unità d’Italia, per poi concludere: "Nel 2010, invece, siamo ancora all’odio. Ora muto, ora scandito e ritmato dagli sfottò, ora fattosi gesto concreto". Ancora, nel lungo servizio dal titolo "Gli italiani e il razzismo, Tammurriata nera", firmato da Giulia Galeotti, si legge: "Oltre che disgustosi, gli episodi di razzismo che rimbalzano dalla cronaca ci riportano all’odio muto e selvaggio verso un altro colore di pelle che credevamo di aver superato". "Per una volta - prosegue il testo - la stampa non enfatizza: un viaggio in treno, una passeggiata nel parco o una partita di calcio, non lasciano dubbi".

Il testo del quotidiano della Santa Sede viene pubblicato dopo che il Papa domenica ha chiesto rispetto per gli immigrati e dopo che il Segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, ha parlato delle drammatiche condizioni di vita in cui si trovavano gli immigrati nell’area di Rosarno.

Napolitano. Il presidente della Repubblica ha accolto l’invito del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini, a partecipare il 21 gennaio a Reggio Calabria alla Giornata della Legalità ’’Insieme per non dimenticare’’ promossa quest’anno dalle Consulte Provinciali degli Studenti della Calabria. Nel corso della sua visita Napolitano incontrerà i rappresentanti delle istituzioni territoriali e degli organi dello Stato operanti nella regione. ’’Sarà un’occasione - si legge nella nota del Quirinale - per rinnovare l’impegno comune, sempre ribadito dal presidente della Repubblica, per l’affermazione dei valori di legalità e di solidarietà, entrambi oscurati dai gravi fatti di Rosarno’’.

L’allarme di Epifani. A lanciare l’allarme, sempre oggi, è anche il segretario della Cgil Guglielmo Epifani: "Di Rosarno - avverte - ne abbiamo tante, pronte a scoppiare. Sono problemi da tempo segnalati; sono dieci anni che la Cgil sta conducendo una battaglia. "Non è il sindacato il problema; il problema è chi per tempo ha chiuso gli occhi e ha fatto finta di non vedere".

Fini. Sulle vicende calabresi interviene poi Gianfranco Fini: parlando a Palermo, il presidente della Camera dice che "davanti a ciò che è avvenuto risulta evidente che è necessario abolire due ’ismi’: razzismo e buonismo. Bisogna dire no all’immigrazione clandestina, ma anche no allo sfruttamento. Gli immigrati devono avere dei doveri, ma non si può pensare che possano essere privati dei diritti". Fini chiama in causa gli imprenditori che non mettono in regola i lavoratori stagionali: "Esistono mezzi come la legge Biagi che consentono alle imprese agricole di regolarizzare gli stagionali. Se queste non lo fanno allora non meritano alcun tipo di solidarietà".

Bersani. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani annuncia che "nei prossimi giorni andremo in Calabria e a Rosarno". E denuncia che le leggi "che abbiamo sull’immigrazione non sono adeguate ad affrontare la realtà".

Di Pietro. Secondo Antonio Di Pietro, a Rosarno c’è stata "la rivolta degli schiavi" perché all’origine "ci sono stati i negrieri del 2000, che hanno sfruttato e stanno sfruttando il lavoro nero e che nessuno vuole fare".

Alemanno. E quanto alla cittadinanza per gli immigrati, a pronunciarsi contro un iter breve per ottenerla - cinque anni, invece degli attuali dieci - è il sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Deve essere un risultato dell’integrazione e non uno strumento per ottenerla".

Tosi. "La Bossi-Fini in Italia è stata applicata poco e male e Rosarno lo dimostra". Così il sindaco di Verona, Flavio Tosi, ha spiegato quanto accaduto a Rosarno e lo ha fatto a margine del convegno organizzato a Roma dal titolo "Immigrazione e identità nazionale. Verso un modello italiano". Per Tosi "il problema è la classe politica di alcune zone d’Italia, ma non di tutto il Sud, per esempio quando si pensa alla Puglia si pensa alla buona amministrazione e anche in Calabria ci sono zone dove si amministra meglio e zone dove si amministra peggio".

* la Repubblica, 11 gennaio 2010


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