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PER HAITI, MOBILITAZIONE MONDIALE. Appello Usa: "Fondamentale il coordinamento internazionale, attenzione a evitare ingorghi".

SOS SOS HAITI: UN’APOCALISSE. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha promesso aiuti immediati per salvare le vite dei sopravvissuti: "Il mondo si mobiliti".

Carel Pedre (...) "Sto girando nelle strade della capitale - ha raccontato quindici ore dopo il sisma - I cadaveri sono ancora lì per terra. Le autorità non hanno diramato nessun annuncio. Né io ho visto agenti o militari impegnati nei soccorsi. Qui c’è la distruzione totale, ora mi sposterò in periferia, voglio vedere come stanno le cose lì".
martedì 19 gennaio 2010 di Federico La Sala
[...] "Subito dopo il terremoto onde gigantesche si sono abbattute su spiagge e strade: il mare si portava via i morti tra le macerie", ha raccontato Cristina Iampieri, un avvocato italiano che lavora all’Onu nella capitale haitiana. Uno dei tanti brasiliani presenti nel paese (il paese di Lula guida la missione di pace Onu), l’antropologo Omar Thomaz, ha descritto scene orribili: "per le strade della città corrono persone bruciate, seminude: alcuni cantano, sentiamo dei canti religiosi (...)

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> SOS SOS HAITI: UN’APOCALISSE. .... Migliaia di corpi nelle fosse comuni... cresce la rabbia per il ritardo nei soccorsi e la carenza di coordinamento da parte delle autorità locali. Identificata anche la prima vittima italiana, Gigiola Martino - Un’italiana vera che continuava a parlare la lingua di Dante". Ansia per gli italiani non contattati.

venerdì 15 gennaio 2010


-  Haiti, monta la protesta. Morti in fosse comuni
-  Migliaia di corpi nelle fosse comuni *

ROMA - Quarto giorno dell’anno zero ad Haiti, come scrivono quei pochi che oramai riescono ad accedere ad internet sull’isola, e terza notte passata all’aperto per migliaia di sopravvissuti, mentre cresce la rabbia per il ritardo nei soccorsi e la carenza di coordinamento da parte delle autorità locali. Identificata anche la prima vittima italiana, Gigiola Martino, 70 anni, nata a Port-au-Prince "conosciutissima nella comunità francese ed haitiana: era una delle ultime italiane di Haiti. Un italiana vera che continuava a parlare la lingua di Dante", ha scritto il quotidiano online "La Gente d’Italia".

Nella capitale, dai cumuli di macerie si levano ancora lamenti, voci e rumori. Un filo di speranza che arriva anche dall’Hotel Christopher di Port-au-Prince, lo stesso dove si teme siano rimasti intrappolati due italiani: una equipe di soccorso filippina (l’albergo era sede della missione Onu Minustah, circa 200 gli uomini di Manila schierati) ha riferito di aver udito lamenti e rumori provenire da sotto le macerie dell’edificio distrutto. "Manca tutto, acqua, cibo, carburante", scrivono su Twitter i vari Carel Pedre, Troy e Tara Livesay, Frederic Dupoux. I twit da Haiti sono ripresi ieri nella tarda serata italiana: i protagonisti temono che la carenza di carburante possa spegnere la finestra telematica che hanno aperto con il mondo.

"I distributori sono tutti chiusi", scrive Darryltkps. E sale la rabbia tra la popolazione: esasperati per i ritardi negli aiuti, gruppi di superstiti hanno eretto a Port-au-Prince blocchi stradali utilizzando anche i cadaveri delle vittime del sisma, come riferito da Shaul Schwartz, un fotografo del settimanale americano Time. Il mantenimento dell’ordine pubblico è indispensabile per coordinare la macchina degli aiuti, sottolineano i soccorritori, per i quali le prossime 24-48 ore sono decisive per impedire una catastrofe umanitaria legata alle epidemie. L’Italia potrebbe concorrere agli aiuti anche con una nave militare, ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che presenterà oggi la proposta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Il coordinamento degli aiuti è stato anche al centro dell’incontro tra il presidente haitiano Renee Preval ed il suo collega dominicano, Leonel Fernandez. Intanto, l’ex presidente di Haiti, Jean Bertrand Aristide, che vive in esilio in Sudafrica, si è detto pronto a tornare nel suo paese per "portare aiuto alla ricostruzione" dopo il devastante terremoto. Un annuncio che rischia di creare ulteriore instabilità in un Paese che non c’é più.

ANSIA PER GLI ITALIANI NON CONTATTATI - La Farnesina invita chiunque sia a conoscenza di amici o parenti italiani che si trovano ad Haiti a contattare l’Unita’ di crisi al numero 06-36225 per accelerare la ricerca dei nostri connazionali.

* Ansa, 15 gennaio 2010, 10:58


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