Haiti, monta la protesta. 36 gli italiani dispersi
Farnesina valuta evacuazione connazionali. Pentagono, buona la situazione della sicurezza *
ROMA - Salgono a 160 gli italiani rintracciati dalla Farnesina nell’isola di Haiti. A questo punto, secondo quanto si apprende, sono 36 gli italiani che mancano all’appello. I connazionali sono stati rintracciati in seguito a contatti diretti o testimonianze autorevoli e verificate. Il numero degli italiani che mancano all’appello può subire variazioni a causa della presenza di residenti "storici" o casi di doppia cittadinanza. Intanto la Farnesina ha individuato un luogo a Port au Prince dove raggruppare gli italiani presenti nell’isola. Lì si valuteranno le condizioni fisiche dei connazionali e anche la possibilità di un’evacuazione degli italiani.
Al momento non risultano italiani tra le vittime del crollo dell’Hotel Montana. Lo hanno riferito all’ANSA i soccorritori spagnoli e francesi che stanno scavando per cercare di recuperare superstiti ancora intrappolati nell’albergo sulle colline di Port-au-Prince. Tenuto conto del clima di grande confusione che regna in queste ore nella capitale haitiana, i soccorritori sottolineano che questo dato non può essere considerato definitivo.
CUBA APRE SPAZIO AEREO A USA Il governo cubano ha accettato di aprire il proprio spazio aereo agli Usa per evacuare dalla base di Guantanamo le vittime del sisma che ha colpito l’isola. Lo annuncia la Casa Bianca.
L’uso dello spazio aereo cubano per l’evacuazione dei feriti e per il passaggio delle scorte mediche consente di abbreviare di molto i tempi di volo per Miami. Il portavoce della Casa Bianca Tommy Vietor ha detto che un accordo è stato raggiunto per consentire voli dalla base americana di Guantanamo a Cuba attraverso lo spazio aereo cubano verso la Florida, una rotta che abbrevia il tempo di volo di circa 90 minuti. Alcune vittime del terremoto, già evacuate a Guantanamo, devono essere trasportate in Florida per ulteriori cure. Vietor ha detto che non è ancora chiaro quanti voli saranno interessati dal nuovo protocollo. Esistono già accordi tra Stati Uniti e Cuba che permettono l’uso dello spazio aereo in caso di emergenze mediche, ma il comandante della base americana di Guantanamo ha chiesto alle autorità cubane di allargare questa possibilità per la vicenda di Haiti. Il governo cubano si è detto d’accordo, ha riferito una fonte dell’amministrazione Usa, e i voli da Guantanamo a Miami cominceranno non appena gli aerei saranno messi in grado di trasportare i pazienti.
TERZA NOTTE IN STRADA, RABBIA TRA POPOLAZIONE - Quarto giorno dell’anno zero ad Haiti, come scrivono quei pochi che oramai riescono ad accedere ad internet sull’isola, e terza notte passata all’aperto per migliaia di sopravvissuti, mentre cresce la rabbia per il ritardo nei soccorsi e la carenza di coordinamento da parte delle autorità locali. Identificata anche la prima vittima italiana, Gigiola Martino, 70 anni, nata a Port-au-Prince "conosciutissima nella comunità francese ed haitiana: era una delle ultime italiane di Haiti. Un italiana vera che continuava a parlare la lingua di Dante", ha scritto il quotidiano online "La Gente d’Italia".
Nella capitale, dai cumuli di macerie si levano ancora lamenti, voci e rumori. Un filo di speranza che arriva anche dall’Hotel Christopher di Port-au-Prince, lo stesso dove si teme siano rimasti intrappolati due italiani: una equipe di soccorso filippina (l’albergo era sede della missione Onu Minustah, circa 200 gli uomini di Manila schierati) ha riferito di aver udito lamenti e rumori provenire da sotto le macerie dell’edificio distrutto. "Manca tutto, acqua, cibo, carburante", scrivono su Twitter i vari Carel Pedre, Troy e Tara Livesay, Frederic Dupoux. I twit da Haiti sono ripresi ieri nella tarda serata italiana: i protagonisti temono che la carenza di carburante possa spegnere la finestra telematica che hanno aperto con il mondo.
"I distributori sono tutti chiusi", scrive Darryltkps. E sale la rabbia tra la popolazione: esasperati per i ritardi negli aiuti, gruppi di superstiti hanno eretto a Port-au-Prince blocchi stradali utilizzando anche i cadaveri delle vittime del sisma, come riferito da Shaul Schwartz, un fotografo del settimanale americano Time. Il mantenimento dell’ordine pubblico è indispensabile per coordinare la macchina degli aiuti, sottolineano i soccorritori, per i quali le prossime 24-48 ore sono decisive per impedire una catastrofe umanitaria legata alle epidemie. L’Italia potrebbe concorrere agli aiuti anche con una nave militare, ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che presenterà oggi la proposta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Un magazzino del Programma alimentare mondiale (Pam) ad Haiti è stato saccheggiato. Lo riferisce un portavoce dell’organizzazione.
Il coordinamento degli aiuti è stato anche al centro dell’incontro tra il presidente haitiano Renee Preval ed il suo collega dominicano, Leonel Fernandez. Intanto, l’ex presidente di Haiti, Jean Bertrand Aristide, che vive in esilio in Sudafrica, si è detto pronto a tornare nel suo paese per "portare aiuto alla ricostruzione" dopo il devastante terremoto. Un annuncio che rischia di creare ulteriore instabilità in un Paese che non c’é più.
* Ansa, 15 gennaio, 17:26