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"DE PRINCIPATIBUS". COME SPEZZARE LE RENI A UN POPOLO ADDORMENTATO, STRACCIARE LA COSTITUZIONE, E ...

RIFARE UNO STATO?! BASTA UN NOTAIO, UN FUNZIONIARIO DEL MINISTERO DELL’INTERNO E LA REGISTRAZIONE DI UN SIMBOLO DI PARTITO CON IL NOME DEL POPOLO!!! A futura memoria, note e appunti sul caso - a cura di Federico La Sala

PER LE EUROPEE, 93 SIMBOLI DI PARTITI. Per tutelare il ’copyright’ ed evitare atti di pirateria, anche il contrassegno di "Forza Italia" (già registrato nel ’94). ANCORA?!! Il sonno della ragione a quanto pare è proprio lungo
mercoledì 12 febbraio 2014
Materiali per ricordare.
Ogni articolo rimanda a molteplici approfondimenti.
Buona esplorazione *
"PUBBLICITA’ PROGRESSO": L’ITALIA E LA FORZA DI UN MARCHIO REGISTRATO!!!
L’ITALIA (1994-2011), TRE PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA, E I FURBASTRI CHE SANNO (COSA SIGNIFICA) GRIDARE "FORZA ITALIA".
SILVIO BERLUSCONI (Wikipedia): Nel gennaio del 1994 ha fondato il movimento politico Forza Italia. Nel 2009 il partito è confluito nel Popolo della Libertà.
Da uomo politico siede alla Camera dei (...)

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> RIFARE UNO STATO?! ----- GOVERNO MONTI. Berlusconi: "Con Monti democrazia sospesa". E su Napolitano: "Ci trattava come bambini".Davanti ai senatori del Pdl l’ex premier non usa mezzi termini e attacca il nuovo esecutivo.

giovedì 17 novembre 2011


-  GOVERNO
-  Berlusconi: "Con Monti democrazia sospesa"
-  E su Napolitano: "Ci trattava come bambini"

-  Davanti ai senatori del Pdl l’ex premier non usa mezzi termini e attacca il nuovo esecutivo: "La decisione finale ci è stata praticamente imposta. Durerà finché vorremo noi". E sulle elezioni e l’incognita Casini: "Faremo ragionare il ragazzo al momento giusto, con le buone o le cattive" *

ROMA - Il governo di Mario Monti rappresenta una "sospensione certamente negativa della democrazia". Sono le parole che Silvio Berlusconi ha usato, parlando ai senatori del Pdl, davanti ai quali ha parlato del nuovo governo, dei punti del programma che non gradisce e di elezioni: "Non possiamo lasciare il paese alla sinistra. E poi a chi? a Di Pietro, Vendola e Bersani. Gli italiani non sono così cretini da dare il voto a questi qua".

Attacco a Monti e Napolitano. L’ex premier non usa mezzi termini e attacca duramente il nuovo esecutivo: "la decisione finale ci è stata praticamente imposta, con i tempi voluti dal presidente della Repubblica". Ce n’è anche per il capo dello Stato: "Come presidente del consiglio mi sentivo impotente, potevo solo suggerire disegni di legge. Anche i decreti, quando arrivavano al Quirinale, il presidente della Repubblica diceva no a 2 su 3 - sottolinea Berlusconi -. Ci correggeva con la matita rossa, come una maestra con i bambini delle elementari".

No alla patrimoniale. Davanti ai senatori del suo partito, l’ex presidente del Consiglio sottolinea che la durata del nuovo esecutivo dipende anche dal Pdl, decisivo anche nella nuova maggioranza e insiste perché il nuovo premier chiarisca il suo programa: "Monti ha parlato di sviluppo e crescita, ma non ci ha detto nulla di preciso sul suo progamma. Abbiamo parlato a grandi linee degli impegni presi con l’Europa - ha detto Berlusconi, che ha ribadito il no del Pdl alla patrimoniale perché sarebbe una misura depressiva.

Legge elettorale e regime intercettazioni. L’ex primo ministro non ha tralasciato l’argomento elezioni: se si andasse al voto oggi, ha detto, ci sarebbe "L’incognita del Terzo Polo, l’incognita di Casini. Ma non vi preoccupate: faremo ragionare il ragazzo al momento giusto, con le buone o le cattive...". Poi, sulla legge elettorale: "Monti non cambierà la legge elettorale, ma siamo d’accordo che va cambiata. Abbiamo un gruppo di esperti che sta valutando quella migliore, va modificata prima delle prossime elezioni", ha spiegato, ribadendo il suo no per ora al voto anticipato: "Affrontare ora una campagna elettorale, sotto la pressione negativa e l’assedio dei media, sarebbe stato un errore". L’ex premier, poi, ha affrontato anche il tema delle intercettazioni: "Quella delle intercettazioni è una vergogna. Io ho deciso che di non avere più il cellulare", ha detto e ha sottolineato la necessità entro la fine della legislatura di mettere mano al regime delle intercettazioni e alla giustizia.

* la Repubblica, 17 novembre 2011


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