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SVOLTA IN FRANCIA. DALLA CARITÀ ("CHARITE’") DI PASCAL ALLA CARITA’ DI PAPA RAZTINGER ("DEUS CARITAS EST", 2006), DALLA CHIAREZZA DI CARTESIO ALLA "CONFUSIO-NE" ("COMMUNIO") DI J.-L. MARION ....

IL PRESIDENTE SARKOZY E IL FILOSOFO J.-L. MARION: DALL’ACCOGLIENZA DELLA DIVERSITÀ ALLA DIFESA DELL’IDENTITÀ, ’NAZIONALE’ E ’CATTOLICA’. Sul tema, un articolo di Philippe Bernard ("Le Monde"), di Marcel Neusch ("La Croix") e un’intervista di Isabelle de Gaulmyn a Marion ("La Croix") - a cura di Federico La Sala

Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di origine straniera - si ritiene più rassicurante per l’elettore
martedì 26 gennaio 2010
[...] Le incertezze politiche e la crisi economica hanno probabilmente avuto ragione delle convinzioni
del capo dello Stato. Con una disoccupazione galoppante e delle elezioni regionali difficili in
prospettiva, non era più il caso di sostenere un discorso suscettibile di essere percepito come
favorevole alla promozione, anche sul lavoro, di persone provenienti dall’immigrazione.
Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di (...)

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> Baubérot: «Matrimonio per tutti: finalmente un vero tema di laicità!» (di Jean-Jeacques Peyronel)

venerdì 23 novembre 2012

Baubérot: «Matrimonio per tutti: finalmente un vero tema di laicità!»

di Jean-Jeacques Peyronel

      • “Riforma” - Settimanale delle chiese Evangeliche Battiste Metodiste e Valdesi del 23 novembre 2012

A proposito del «matrimonio per tutti» di cui si è parlato anche al sinodo della Regione Provenza- Alpi-Corsica-Costa Azzurra, il sociologo francese Jean Baubérot, che è membro attivo della Chiesa riformata di Francia, ha scritto sul suo blog (http: //blogs. mediapart. fr/ blog/ jeanbauberot/ 051112) un articolo intitolato «Matrimonio per tutti: finalmente un vero tema di laicità! », in cui scrive tra l’altro:

«Dietro alle opposizioni - ieri al divorzio, oggi al matrimonio per tutti - sta un problema fondamentale: che cos’è un essere umano? Un essere umano nella sua “dignità”, nella sua umanità? Si può definire a priori, una volta per tutte e in modo immutabile, le caratteristiche fondamentali di un essere umano e del comportamento umano? Oppure l’umanità è un’avventura che si svolge nella storia, che comporta una storicità? In breve, per dire le cose in modo un po’ sapiente, esistono o no delle invarianti antropologiche, dei limiti antropologici che sfuggono alla storicità? Alcuni accettano questa domanda e sostengono che, siccome esistono le due posizioni, la società non deve scegliere tra una e l’altra. Ora, da un lato non scegliere vuol dire semplicemente far prevalere la prima posizione; dall’altro lato, tutte le società democratiche hanno già scelto e si basano sull’idea che, a ogni periodo storico, spetta alla società politica definire la frontiera tra l’umano e l’inumano, porre i limiti antropologici da non superare. Del resto è proprio in questo che le società democratiche, anche se sono generalmente incompletamente laiche (e la Francia non sfugge a questa generalità), sono però fondamentalmente delle società laiche... Mi si dirà che il rifiuto del matrimonio tra persone dello stesso sesso fa l’unanimità fra le religioni. Direi più esattamente «fra le autorità religiose», il che non è esattamente la stessa cosa... Le “religioni” si oppongono: è loro diritto e, in regime di laicità, esse possono esprimere pubblicamente tale diritto finché vogliono. Non solo il “matrimonio per tutti” è un vero tema di laicità ma è un tema per il quale la laicità funziona bene dato che l’espressione della religione nello spazio pubblico non è contestata, che non si pretende che la religione sia unicamente “faccenda intima” che non avrebbe il diritto di manifestarsi pubblicamente. Una laicità morbida, quindi, il che non impedisce di ricordare alcune regole. Prima di tutto, che le autorità politiche (e mediatiche) la smettano di parlare de “la Chiesa”, come se ne esistesse solo una, come se fossimo ancora al Medio Evo con un “potere temporale” e un “potere spirituale”. Chiamare la Chiesa cattolica “la Chiesa” (e il progetto di legge socialista commette questo grave errore!), vuol dire ratificare implicitamente la pretesa di un certo cattolicesimo di costituire la sola e unica Chiesa, vuol dire disprezzare la situazione di grande pluralità religiosa, cristiana compresa. Bisogna ricordare che la legge del 1905 è la legge di separazione “tra le Chiese e lo Stato” e non “tra la Chiesa e lo Stato” come pretende un manuale di storia! Se tutte le convinzioni, religioni incluse, hanno diritto alla libera espressione, nessuna prevale di fronte al suffragio universale... Esiste una differenza tra diritto d’espressione e volontà di dominio... Una laicità di libertà perché dare il diritto del matrimonio agli omosessuali non toglie nulla agli eterosessuali, e non obbliga in nulla un omosessuale. Ciò non toglie nulla alle chiese e alle altre religioni: separate dallo Stato, esse fanno ciò che vogliono e nessuno, in Francia, pensa di costringerle a organizzare una cerimonia religiosa per celebrare un matrimonio tra persone dello stesso sesso. Anche qui, la laicità viene rimessa sui propri piedi: è sul terreno della libertà (e non su quello della repressione) che la laicità si impone alle religioni». (jjp)


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