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SVOLTA IN FRANCIA. DALLA CARITÀ ("CHARITE’") DI PASCAL ALLA CARITA’ DI PAPA RAZTINGER ("DEUS CARITAS EST", 2006), DALLA CHIAREZZA DI CARTESIO ALLA "CONFUSIO-NE" ("COMMUNIO") DI J.-L. MARION ....

IL PRESIDENTE SARKOZY E IL FILOSOFO J.-L. MARION: DALL’ACCOGLIENZA DELLA DIVERSITÀ ALLA DIFESA DELL’IDENTITÀ, ’NAZIONALE’ E ’CATTOLICA’. Sul tema, un articolo di Philippe Bernard ("Le Monde"), di Marcel Neusch ("La Croix") e un’intervista di Isabelle de Gaulmyn a Marion ("La Croix") - a cura di Federico La Sala

Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di origine straniera - si ritiene più rassicurante per l’elettore
martedì 26 gennaio 2010
[...] Le incertezze politiche e la crisi economica hanno probabilmente avuto ragione delle convinzioni
del capo dello Stato. Con una disoccupazione galoppante e delle elezioni regionali difficili in
prospettiva, non era più il caso di sostenere un discorso suscettibile di essere percepito come
favorevole alla promozione, anche sul lavoro, di persone provenienti dall’immigrazione.
Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di (...)

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> IL PRESIDENTE SARKOZY E IL FILOSOFO J.-L. MARION DALL’ACCOGLIENZA DELLA DIVERSITA’ ALLA DIFESA DELL’IDENTITA’ --- “Questa intolleranza può creare in Europa un effetto domino” (intervista a mons. Giancarlo Perego - a cura di Giacomo Galeazzi)

lunedì 23 agosto 2010

“Questa intolleranza può creare in Europa un effetto domino”

intervista a mons. Giancarlo Perego,

a cura di Giacomo Galeazzi (La Stampa, 22 agosto 2010)

«L’Italia ha dato il cattivo esempio alla Francia e ora va subito fermato l’effetto-domino che rischia di infiammare il resto d’Europa e contagiare soprattutto i paesi orientali». Mette in guardia dal «meccanismo di intolleranza verso i Rom innescato dall’Italia» monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei.

Cosa c’entra il governo di Roma con le espulsioni dei rom in Francia?

«E’ a partire dalle errate politiche dell’immigrazione del governo italiano che in Europa si è messo in moto un "effetto moltiplicatore" che sta producendo gravi danni sociali in Francia. Abbiamo di fronte una situazione potenzialmente esplosiva che può sfuggire di mano alle autorità nazionali e che soprattutto ad Est (Ungheria e Slovacchia) minaccia oggi di assumere forme particolarmente violente di intolleranza contro un popolo già ai margini e sempre più duramente provato dalla situazione di disagio economico generalizzato».

Di chi è la colpa?

«A forza di irresponsabili campagne propagandistiche e di provvedimenti demagogici a livello centrale e locale, è stata addebitata ai rom la colpa delle difficoltà economiche delle famiglie italiane. In pratica, queste popolazioni nomadi sono state trasformate in capri espiatori per spostare strumentalmente l’attenzione dell’opinione pubblica dalle vere cause della crisi».

Nelle discriminazioni esiste un «modello Italia» esportato in Europa?

«Purtroppo sì. E’ un meccanismo pericoloso che, una volta avviato, finisce fuori controllo, in direzione di un’escalation di discriminazioni, violenze e persecuzioni. Con indecente mistificazione in Italia i rom sono stati ritenuti e indicati all’opinione pubblica come i responsabili di mali sociali che invece sono legati ai mondi finanziari e politici. Assistiamo a un’azione demagogica e strumentale per gettare fumo negli occhi alle famiglie italiane pesantemente colpite dalla crisi economica. Si usa spregiudicatamente un popolo inerme per nascondere la reale origine dei problemi, e cioè i tagli al Welfare e gli errori nelle politiche migratorie. Il pessimo esempio italiano sta facendo scuola in Europa.

I rom impoveriscono un paese?

«Assolutamente no. Le famiglie non devono certo il loro disagio a qualche centinaio di rom che ora si vuole allontanare a forza, bensì da bufere finanziarie globali e dai radicali tagli alla spesa sociale che penalizzano la vita quotidiana delle persone. Il contesto italiano ed europeo è segnato da intolleranze che i governi invece di contrastare favoriscono con politiche sbagliate. Come ha ricordato anche il cardinale Bagnasco nella sua ultima prolusione, in Italia esistono situazioni dolenti e discriminazioni allarmanti emerse con i fatti di Rosarno e con l’incendio di un campo rom alla periferia milanese. Manca l’impegno per una fondamentale strategia di integrazione degli immigrati e di ogni altra minoranza, come quella dei rom. Servono il superamento di quartieri o isole etniche nelle città, una nuova politica fiscale, della casa, dell’accompagnamento sociale e della sicurezza sociale. La "città di eguali" va costruita coniugando l’accoglienza con la tutela dei diritti fondamentali delle persone e, tra i valori non negoziabili anche in politica, c’è un’accoglienza rispettosa delle leggi e mirata a favorire l’integrazione».


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