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SVOLTA IN FRANCIA. DALLA CARITÀ ("CHARITE’") DI PASCAL ALLA CARITA’ DI PAPA RAZTINGER ("DEUS CARITAS EST", 2006), DALLA CHIAREZZA DI CARTESIO ALLA "CONFUSIO-NE" ("COMMUNIO") DI J.-L. MARION ....

IL PRESIDENTE SARKOZY E IL FILOSOFO J.-L. MARION: DALL’ACCOGLIENZA DELLA DIVERSITÀ ALLA DIFESA DELL’IDENTITÀ, ’NAZIONALE’ E ’CATTOLICA’. Sul tema, un articolo di Philippe Bernard ("Le Monde"), di Marcel Neusch ("La Croix") e un’intervista di Isabelle de Gaulmyn a Marion ("La Croix") - a cura di Federico La Sala

Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di origine straniera - si ritiene più rassicurante per l’elettore
martedì 26 gennaio 2010
[...] Le incertezze politiche e la crisi economica hanno probabilmente avuto ragione delle convinzioni
del capo dello Stato. Con una disoccupazione galoppante e delle elezioni regionali difficili in
prospettiva, non era più il caso di sostenere un discorso suscettibile di essere percepito come
favorevole alla promozione, anche sul lavoro, di persone provenienti dall’immigrazione.
Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di (...)

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> IL PRESIDENTE SARKOZY E IL FILOSOFO J.-L. MARION: DALL’ACCOGLIENZA DELLA DIVERSITA’ ALLA DIFESA DELL’IDENTITA’, ’NAZIONALE’ E ’CATTOLICA’. ---- Nicolas Sarkozy e i cattolici: è divorzio? ("Le Monde" - Editoriale).

mercoledì 25 agosto 2010

Nicolas Sarkozy e i cattolici: è divorzio?

editoriale

-  in “Le Monde” del 25 agosto 2010 (traduzione: www.finesettimana.org)

I cattolici francesi, e, in primo luogo, i responsabili della Chiesa, sono, a dir poco, scioccati dalla politica di sicurezza del Presidente della Repubblica. Da un mese, la volontà ostentata da parte di Nicolas Sarkozy di smantellare centinaia di campi rom, poi il suo discorso di Grenoble in cui minacciava di togliere la nazionalità ai francesi “di origine straniera” che attentassero alla vita dei poliziotti e delle forze dell’ordine hanno provocato un disagio che continua a crescere. E anche reazioni sempre più sferzanti da parte di vescovi.

Già il 28 luglio, Raymond Centène e Claude Schockert, vescovi di Vannes e di Belfort, responsabili della pastorale dei nomadi e di quella dei migranti, mettevano in guardia contro “una recrudescenza della stigmatizzazione” contro dei “capri espiatori designati”. Poi è stato il vescovo di Ajaccio, Jean-Luc Brunin, a deplorare “l’amalgama tra insicurezza e immigrazione”.

Durante la festa dell’Assunzione, a metà agosto, André Vingt-Trois, cardinale arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza episcopale francese, parlava di “coloro che si rivolgono al nostro paese e che si aspettano il riconoscimento della loro dignità”. “Sapremo far loro posto alla nostra tavola?, chiedeva, prima di fustigare “i deliri di un crescendo verbale e fisico”. “Nessun essere umano può essere privato della sua umanità”, aggiungeva Hyppolite Simon, arcivescovo di Clermont e vicepresidente della Conferenza episcopale. Implicitamente, da ultimo, è al capo dello Stato che papa Benedetto XVI ha ricordato in francese, domenica 22 agosto, il dovere di “saper accogliere le legittime diversità umane”.

Questa raffica di sermoni è evidentemente fedele ai principi cristiani di tolleranza verso gli stranieri e di sollecitudine nei confronti dei diseredati. Ma il disagio è tanto più profondo, in quanto Nicolas Sarkozy aveva saputo convincere i cattolici francesi che era dei loro.

Rompendo con la discrezione dei suoi predecessori in materia, aveva affermato con chiarezza nel 2004, nel suo libro La République, les religions, l’espérance: “Mi riconosco come membro della Chiesa cattolica.” Ugualmente, tutti ricordano le frasi scioccanti del Presidente della Repubblica pronunciate davanti al papa il 20 dicembre 2007, nella basilica di San Giovanni in Laterano: il richiamo delle “radici cristiane” della Francia, l’evocazione delle “sofferenze” provate dai cattolici per la legge del 1905 di separazione di Chiesa e Stato, la difesa di una “laicità positiva”. Nel settembre 2008, inoltre, la Repubblica aveva accolto con tutti gli onori Benedetto XVI, che aveva allora lodato “la generosa tradizione di accoglienza della Francia”.

Dopo le divergenze sul lavoro domenicale, il rilancio in crescendo sulla sicurezza ha compromesso la fiducia. Nel suo discorso del Laterano, Nicolas Sarkozy aveva affermato che “nella trasmissione dei valori, il maestro non potrà mai sostituire il pastore o il parroco”. I papa e i vescovi gli ricordano oggi che in materia di rispetto dei valori, deve fare ancora qualche progresso.


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