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SVOLTA IN FRANCIA. DALLA CARITÀ ("CHARITE’") DI PASCAL ALLA CARITA’ DI PAPA RAZTINGER ("DEUS CARITAS EST", 2006), DALLA CHIAREZZA DI CARTESIO ALLA "CONFUSIO-NE" ("COMMUNIO") DI J.-L. MARION ....

IL PRESIDENTE SARKOZY E IL FILOSOFO J.-L. MARION: DALL’ACCOGLIENZA DELLA DIVERSITÀ ALLA DIFESA DELL’IDENTITÀ, ’NAZIONALE’ E ’CATTOLICA’. Sul tema, un articolo di Philippe Bernard ("Le Monde"), di Marcel Neusch ("La Croix") e un’intervista di Isabelle de Gaulmyn a Marion ("La Croix") - a cura di Federico La Sala

Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di origine straniera - si ritiene più rassicurante per l’elettore
martedì 26 gennaio 2010
[...] Le incertezze politiche e la crisi economica hanno probabilmente avuto ragione delle convinzioni
del capo dello Stato. Con una disoccupazione galoppante e delle elezioni regionali difficili in
prospettiva, non era più il caso di sostenere un discorso suscettibile di essere percepito come
favorevole alla promozione, anche sul lavoro, di persone provenienti dall’immigrazione.
Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di (...)

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> IL PRESIDENTE SARKOZY E IL FILOSOFO J.-L. MARION ---- E I VESCOVI. La Conferenza episcopale francese firma un “Indignatevi!”cristiano (di Amanda Breuer).

martedì 5 aprile 2011

I vescovi francesi pubblicano un “Indignatevi!” cristiano

di Amanda Breuer

-  n “www.lemondedesreligions.fr” del 16 marzo 2011 - traduzione: www.finesettimana.org)

Pubblicato il 10 marzo 2011, Grandir dans la crise (Crescere nella crisi) è un manifesto contro il nostro modo di consumare che, secondo la Conferenza episcopale [francese] ci illude sul vero bene comune, un manifesto contro la deregulation del mercato del lavoro che impedirebbe all’uomo di realizzarsi e contro l’indifferenza generalizzata che indebolirebbe la solidarietà e il senso di responsabilità verso i propri simili.

Ma questo libretto non si limita a constatare e a denunciare, fa anche proposte. La prima misura avanzata: un rafforzamento della corresponsabilità in particolare tra le imprese, i politici, i media e la società civile, ma anche la creazione di un organismo sovranazionale sussidiario che sia a servizio dell’interesse generale. L’autore del rapporto, l’arcivescovo di Rouen Mons. Jean-Charles Descubes, spiega: “Gli organismi internazionali del dopoguerra hanno bisogno di una “trascendenza” per permettere un certo distacco. Un’organizzazione politica gestita unicamente da politici può avere derive in senso totalitario. Allo stesso modo, un’organizzazione economica, quando è regolamentata solo dagli ambienti economici, può diventare pericolosa.”

Sul piano economico, il libro è a favore di una regolamentazione etica delle imprese e del mercato. I vescovi auspicano che i codici di comportamento corretto diventino obbligatori per non penalizzare le società che li applicano. Moralizzare le imprese consisterebbe nello spingerle a realizzare una giustizia sociale al loro interno, a contribuire allo sviluppo socio-economico locale, ad attuare delle politiche di gestione dei danni diretti e collaterali causati all’ambiente naturale e umano, a lottare contro i conflitti di interesse e la corruzione, a rifiutare di essere complici di violazioni dei diritti umani nella loro sfera d’influenza...

Ma i vescovi vorrebbero andare anche oltre per il settore bancario e quello finanziario: obbligarli al credito responsabile, a dare alle esigenze di controllo un peso proporzionale ai rischi corsi dalla collettività, ad assicurare la trasparenza dei guadagni verso il fisco e a ridurre il ricorso all’evasione fiscale: sono alcune delle esigenze espresse. Anche se Grandir dans la crise critica gli eccessi dell’alta finanza, non la tratta da capro espiatorio: “La finanza è essenziale per l’economia. Vogliamo solo mettere l’uomo tra l’una e l’altra”, riassume l’arcivescovo di Rouen.

Politicamente, un organismo sovranazionale, secondo i vescovi, dovrebbe essere in grado di impedire a certi paesi di privilegiare i loro specifici interessi rispetto a quelli di tutta l’umanità. Ma diffidano anche, e a giusto titolo, del populismo ancora molto vivo in Europa: “Non basta condannare le ideologie che speculano sulle paure suscitate dalla globalizzazione, sull’aumento delle differenze culturali o religiose sia all’interno del nostro paese, che in molti altri paesi europei.” Queste paure sono alimentate, a loro avviso, dalla disattenzione per le esigenze fondamentali proprie dell’ordine politico democratico, da un’ingiustizia sociale flagrante, dalla mancanza di equità nella ridistribuzione delle ricchezze, dall’evasione fiscale o da certe forme di discriminazione...

Di fronte a queste derive, la Conferenza se la prende anche con i media. Deplora una corsa all’indice di ascolto e alla redditività, a scapito della formazione di una coscienza civica e dell’apertura a tutti della parola. Di fronte al “trionfo del tempo reale” e del politicamente corretto, i vescovi auspicano che ci sia nei media un ritorno alla riflessione. Approvano tuttavia lo sviluppo della blogosfera, portatrice “di un pluralismo di opinioni e adatta ad uno scambio bilaterale”.

Infine, la partecipazione dei cittadini (attraverso le associazioni, le ONG o l’assunzione di responsabilità politiche) sarebbe, a loro avviso, la pietra angolare di un migliore “vivere insieme”. Ricordano la necessità di compiere i propri doveri di cittadini in particolare quello di votare poiché “se il cittadino non è vigilante, il potere sarà confiscato da interessi privati”, ma anche di pagare le imposte “che permettono allo Stato e alle collettività locali di essere al servizio del bene di tutti”. Infine l’opera difende un umanesimo cristiano tollerante di fronte alla crescita degli estremismi politici. La Conferenza episcopale francese firma un “Indignatevi!”cristiano.


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