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SVOLTA IN FRANCIA. DALLA CARITÀ ("CHARITE’") DI PASCAL ALLA CARITA’ DI PAPA RAZTINGER ("DEUS CARITAS EST", 2006), DALLA CHIAREZZA DI CARTESIO ALLA "CONFUSIO-NE" ("COMMUNIO") DI J.-L. MARION ....

IL PRESIDENTE SARKOZY E IL FILOSOFO J.-L. MARION: DALL’ACCOGLIENZA DELLA DIVERSITÀ ALLA DIFESA DELL’IDENTITÀ, ’NAZIONALE’ E ’CATTOLICA’. Sul tema, un articolo di Philippe Bernard ("Le Monde"), di Marcel Neusch ("La Croix") e un’intervista di Isabelle de Gaulmyn a Marion ("La Croix") - a cura di Federico La Sala

Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di origine straniera - si ritiene più rassicurante per l’elettore
martedì 26 gennaio 2010
[...] Le incertezze politiche e la crisi economica hanno probabilmente avuto ragione delle convinzioni
del capo dello Stato. Con una disoccupazione galoppante e delle elezioni regionali difficili in
prospettiva, non era più il caso di sostenere un discorso suscettibile di essere percepito come
favorevole alla promozione, anche sul lavoro, di persone provenienti dall’immigrazione.
Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di (...)

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> IL PRESIDENTE SARKOZY E IL FILOSOFO J.-L. MARION --- GIOVANNA D’ARCO. Sarkozy domani celebrerà i 600 anni dalla nascita dell’eroina, da anni simbolo del Fronte nazionale.

giovedì 5 gennaio 2012

Giovanna d’Arco

La battaglia per i voti alla corte della Pulzella

Sarkozy domani celebrerà i 600 anni dalla nascita dell’eroina, da anni simbolo del Fronte nazionale

Dietro l’omaggio si cela però una mossa per sedurre l’elettorato di Le Pen in vista del ballottaggio

di Giampiero Martinotti (la Repubblica,05.01.2012)

Un gesto politico destinato a suscitare dissapori, proteste e polemiche: Nicolas Sarkozy sarà domani in Lorena per celebrare Giovanna d’Arco a 600 anni dalla sua nascita. Formalmente, è il capo dello Stato a rendere omaggio alla pulzella d’Orléans, nata a Domrémy il 6 gennaio 1412. Ma dietro la silhouette presidenziale spunta il candidato non dichiarato all’Eliseo, l’uomo della destra pronto a cercar voti sul terreno tradizionalmente riservato al Fronte nazionale dei Le Pen, padre e figlia. Giovanna d’Arco è infatti il nume tutelare dell’estrema destra francese, la figura storica che ricorre continuamente nel linguaggio e nell’immaginario dei suoi leader e dei suoi militanti: con la sua scelta, Sarkozy dimostra di voler sedurre quella frangia dell’elettorato che è tornata ad essere fedele all’Fn. Una fascia di cittadini che deve assolutamente riconquistare per sperare di essere rieletto al ballottaggio del 6 maggio.

Gli uomini del Presidente, ovviamente, negano qualsiasi volontà di recupero: la celebrazione dell’eroina sarebbe solo un riconoscimento dovuto allo spirito di resistenza della pulzella. Louis Aliot, numero due del Fronte e compagno di Marine Le Pen, ha subito polemizzato: «Corre dietro alle nostre idee, ma solo l’Fn rende omaggio da trent’anni a Giovanna d’Arco». Uno dei più fedeli compagni di strada di Sarkozy, il ministro dell’Interno Claude Guéant, è sceso in campo per difendere il Presidente: «Nessuno può contestare che Giovanna d’Arco faccia parte dell’immaginario nazionale. Appartiene alla Francia, non appartiene ad alcun partito».

Nei fatti, tuttavia, la pulzella d’Orléans è la bandiera dell’estrema destra: ogni 1º maggio, il Fronte nazionale organizza una manifestazione che parte dalla statua in place des Pyramides e sabato celebrerà da parte sua il seicentesimo anniversario della sua nascita. Jean-Marie Le Pen, del resto, non perde occasione per citarla. Lo fece anche un anno fa, in un’intervista a Repubblica, prima di lasciare la guida del partito alla figlia: «Amo molto gli stranieri alla maniera di Giovanna d’Arco. Le dicevano: Giovanna, Dio ci obbliga ad amare gli inglesi, lei li ama? E lei rispondeva: Sì, a casa loro». La foto di una giovane vestita come una guerriera medievale a una sfilata del Fronte nazionale riassume l’identificazione tra l’estrema destra e la contadina lorenese.

La sinistra è sempre stata imbarazzata davanti a questo simbolo e lo è tuttora: Laurent Fabius vorrebbe aprire un museo dedicato a Giovanna a Rouen, dove fu mandata al rogo, mentre il portavoce del Partito socialista ha preferito non commentare la scelta di Sarkozy. Ma in passato perfino il comunista Louis Aragon aveva difeso la pulzella d’Orléans: «Per me è essenziale che abbia salvato il regno di Francia». Non sarà Giovanna d’Arco a scegliere il futuro presidente della Repubblica, ma l’identità nazionale francese è talmente forte che correre dietro ai suoi simboli è considerato dalla classe politica una necessità indispensabile per conquistare consensi.


Quella santa di Francia confiscata dalla destra

di Jacques Le Goff (la Repubblica, 05.01.2012)

Giovanna d’Arco ha avuto da viva e subito dopo la sua morte nel XV secolo un destino molto complesso. E’ stata dapprima molto onorata dai francesi, che sostenevano il delfino Carlo, diventato teoricamente il re Carlo VII, contro gli inglesi, che con il trattato di Troyes del 1420 avevano ottenuto la corona di Francia, portata da un bambino, Enrico VI. Giovanna d’Arco era riuscita a far togliere l’assedio di Orléans, città strategicamente molto importante, e a condurre il delfino Carlo a Reims per farlo consacrare secondo il diritto tradizionale dei re di Francia. In seguito, era stata fatta prigioniera e consegnata agli inglesi, che la fecero giudicare da un tribunale di inquisizione ai loro ordini: condannata a morte, fu bruciata sul rogo a Rouen nel 1431. Quando gli inglesi furono definitivamente cacciati dalla Francia, il re Carlo VII, ristabilito a Parigi, non s’interessò alla persona che gli aveva assicurato il trono. Fece tuttavia riunire un tribunale, che rigiudicò Giovanna nel 1456, annullò il precedente processo e la condanna a morte per eresia.

Dal XV al XX secolo Giovanna d’Arco restò più o meno nella memoria storica dei francesi, ma nella storia nazionale non fu un personaggio di primo piano. Le cose cambiarono profondamente all’indomani della prima guerra mondiale. Il governo di destra che guidò la Francia dal 1919, all’indomani della vittoria sulla Germania, si appoggiò su un sentimento intermedio fra il patriottismo legittimo e il nazionalismo ideologico. Ciò produsse un doppio avvenimento essenziale, che forgiò l’immagine di Giovanna d’Arco nella storia di Francia. Nel 1920, fu canonizzata e divenne santa con un decreto del Vaticano. Di conseguenza, il governo di destra la decretò santa nazionale, istituendo una festa annuale di Giovanna d’Arco che resta nel calendario francese, ma che fu ben presto confiscata in qualche modo dall’estrema destra.

Prima dai cattolici integralisti dell’Action Française, diretta da Charles Maurras ; poi dal governo di Vichy, insediato dai tedeschi in seguito alla disfatta della Francia nel 1940 ; e più ancora dopo la fine della seconda guerra mondiale, perché fu adottata come patrona della Francia dal più nazionalista ed estremista movimento di destra, il Fronte nazionale guidato da Jean-Marie Le Pen. Ogni anno, il Fronte nazionale organizza una sfilata e una manifestazione davanti e attorno alla statua di Giovanna d’Arco, che si trova vicino al Lungosenna e non lontano dalla place de la Concorde.

Giovanna d’Arco fu oggetto di attenzione da parte di alcuni storici, primi fra tutti Colette Beaune e Philippe Comtamine, che stabilirono un’immagine oggettiva e fondata sui documenti d’epoca di Giovanna d’Arco. Le fu consacrato un museo storico senza partito preso ideologico a Orléans, la città che aveva liberato dall’assedio inglese e che gli valse il nome di Pulzella d’Orléans : pulzella significava vergine e Giovanna d’Arco aveva molto insistito durante il suo primo processo sul valore della sua verginità. D’altra parte, fin dall’Ottocento, ma senza grande risonanza, il testo scientifico dei suoi due processi era stato pubblicato dallo storico di qualità (e oggettivo) Jules Quicherat.

Tuttavia, Giovanna d’Arco, sfruttata dal nazionalismo estremista della destra e in particolare dall’Fn, pur restando un personaggio importante e positivo della storia francese, non fu particolarmente onorata dai francesi che non erano di destra. Nella tradizione essenzialmente di destra furono associati due personaggi storici: Giovanna d’Arco e Napoleone. Questo atteggiamento radicato nell’ideologia nazionalista del XX secolo può ancora ispirare certi uomini politici di destra. E’ probabilmente in questa prospettiva, pensando non solo a Giovanna d’Arco ma a Napoleone, che Nicolas Sarkozy ha l’intenzione di celebrarla. Per la grande maggioranza dei francesi, Giovanna d’Arco è un personaggio importante, commovente, che i francesi hanno ragione di venerare nella moderazione di un patriottismo ragionato e ragionevole. Ma metterla in primo piano è un atteggiamento tipico della destra.


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