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SVOLTA IN FRANCIA. DALLA CARITÀ ("CHARITE’") DI PASCAL ALLA CARITA’ DI PAPA RAZTINGER ("DEUS CARITAS EST", 2006), DALLA CHIAREZZA DI CARTESIO ALLA "CONFUSIO-NE" ("COMMUNIO") DI J.-L. MARION ....

IL PRESIDENTE SARKOZY E IL FILOSOFO J.-L. MARION: DALL’ACCOGLIENZA DELLA DIVERSITÀ ALLA DIFESA DELL’IDENTITÀ, ’NAZIONALE’ E ’CATTOLICA’. Sul tema, un articolo di Philippe Bernard ("Le Monde"), di Marcel Neusch ("La Croix") e un’intervista di Isabelle de Gaulmyn a Marion ("La Croix") - a cura di Federico La Sala

Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di origine straniera - si ritiene più rassicurante per l’elettore
martedì 26 gennaio 2010
[...] Le incertezze politiche e la crisi economica hanno probabilmente avuto ragione delle convinzioni
del capo dello Stato. Con una disoccupazione galoppante e delle elezioni regionali difficili in
prospettiva, non era più il caso di sostenere un discorso suscettibile di essere percepito come
favorevole alla promozione, anche sul lavoro, di persone provenienti dall’immigrazione.
Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di (...)

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> IL PRESIDENTE SARKOZY --- La “carità politica”. A poche settimane dall’elezione presidenziale francese, è bene ricordare che la politica è per eccellenza il luogo in cui cerchiamo insieme di discernere il bene comune e di metterlo in atto (del “Groupe paroles” - in “La Croix”) .

venerdì 16 marzo 2012

La “carità politica”

del “Groupe paroles”*

in “La Croix” del 14 marzo 2012 (traduzione: www.finesettimana.org)

A poche settimane dall’elezione presidenziale francese, è bene ricordare che la politica è per eccellenza il luogo in cui cerchiamo insieme di discernere il bene comune e di metterlo in atto. Certo è necessario che questa ricerca sia guidata dall’attenzione alla giustizia, alla libertà e alla fraternità, ma non basta: tutto si gioca infatti nell’ascolto gli uni degli altri, nel dialogo e nell’espressione rispettosa dei punti di vista. Solo così possiamo trovare le strade per vivere insieme. Un simile atteggiamento di spogliazione e di disponibilità è, per i cristiani, un modo di essere recettivi al lavoro dello Spirito e all’accoglienza di “colui che viene”.

Questo è tanto più necessario in quanto le problematiche, le soluzioni e i modelli che hanno prevalso in un certo momento non sono necessariamente adatti in altre circostanze e che occorre continuamente rimettersi all’opera. In maniera ancora più fondamentale, come ha spiegato il filosofo Claude Lefort, in democrazia il potere è un luogo vuoto che non è occupato da un sovrano che incarnerebbe la trascendenza e a questo titolo deciderebbe del bene comune. Non c’è più una aristocrazia per natura portatrice dei valori e incaricata di dettarli e di farli applicare. Tanto più che la democrazia è per natura sempre incompiuta e in dibattito.

La politica è quindi il luogo di una ricerca permanente. Questa condizione precaria è in se stessa spirituale: ci invita a restare sempre “in cammino”, come Abramo stesso si è messo in cammino; ci invita, come hanno fatto i profeti, a mettere continuamente in discussione tutto ciò che produce ingiustizia, asservimento, idolatria, cioè una riduzione dell’umano a qualcosa di inferiore a se stesso, in quanto viene considerato uno strumento, un oggetto, una funzione (consumare, produrre...), ecc.; ci invita infine ad inscrivere questa ricerca nel tempo, altrimenti è impossibile articolare le differenze e le contraddizioni proprie ad ogni società.

Siamo chiamati a vivere questa ricerca in maniera che sia un’esperienza di fraternità, affinché si diffonda nell’intera società, testimoniando così il Dio in cui la nostra fraternità trova la sua sorgente e il suo fine. Quindi, la politica può essere considerata dai cristiani, la cui vocazione è testimoniare la dimensione trascendente dell’essere umano, come il luogo di esercizio per eccellenza della carità: nel senso di farsi prossimi alle donne e agli uomini di oggi nelle molteplici dimensioni delle loro esistenze. È in questo senso che Pio XI ha potuto dire: “l’ambito della politica... è l’ambito della più ampia carità, della carità politica, di cui si potrebbe dire che null’altro, eccetto la religione, le è superiore.”

Lo spazio pubblico apre la carità ad una forma di universalità che va al di là delle azioni particolari in direzione di queste o quelle persone o gruppi di persone. Questa apertura sull’universalità è ancor più capitale nell’epoca della globalizzazione, perché si tratta di inserire l’azione politica nazionale in un insieme sempre più vasto. Questo è evidente tanto in materia di migrazione quanto in materia economica, ecologia o energetica. A questo riguardo l’Europa si afferma come uno spazio di solidarietà, e uno strumento di ricostruzione di una regolamentazione di fronte alla crisi, essendo il livello nazionale insufficiente.

Non possiamo fare le nostre scelte semplicemente in funzione di programmi o di proposte di riforma o di leggi. E neppure, anche se è importante, basandoci solo sui temi etici o sociali, indipendentemente da un modo di considerare la politica e l’esercizio delle responsabilità. Molto più profondamente, occorre porsi la domanda di come vogliamo essere corresponsabili del nostro destino, di come vogliamo fare politica e come vogliamo che la politica sia fatta: è a partire dal modo di fare politica che si delinea il nostro vivere-insieme.

Come potremo vivere e decidere insieme? Questo è la domanda essenziale che dobbiamo porci di fronte alla scelta che ci è proposta. In questo senso pensiamo che il nostro paese abbia fondamentalmente bisogno di essere riunito, per ravvivare la fiducia e il dinamismo che gli mancano. Questo passa attraverso la giustizia sociale, perché essa rende possibile la fraternità, attraverso la solidarietà perché è l’attuazione della fraternità, attraverso il rispetto del più debole e dello straniero. Passa anche, e soprattutto, dal riapprendere a sostenersi gli uni gli altri, a condividere le sofferenze e le gioie, per progredire insieme. Può essere questo il senso di un impegno cristiano in politica, il senso di una scelta al momento del voto. Non si tratta di cristianizzare la società, ma di fare un’esperienza cristiana della politica.

*Guy Aurenche, Jean-François Bouthors, Régine du Charlat, Laurent Grybowski, Monique Hébrard, Elena Lasida, Paul Malartre, Jean-Pierre Rosa, Gérard Testard.


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