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L’ITALIA E IL "GIOCO DI PRESTIGIO" DI STATO. COME SPEZZARE LE RENI A UN POPOLO ADDORMENTATO, STRACCIARE LA COSTITUZIONE, E RIFARE UNO STATO?! BASTA UN NOTAIO, UN FUNZIONIARIO DEL MINISTERO DELL’INTERNO E LA REGISTRAZIONE DI UN SIMBOLO DI PARTITO ...

NADIA URBINATI, NELLA TRAPPOLA DEL "DISPOTISMO ITALIANO", NON SA PIU’ A CHE "SANTO" VOTARSI. Una sua drammatica nota, con postilla ancor più allarmante - a cura di Federico La Sala

Dal 1994 l’Italia è una democrazia in marcia verso un dispotismo indiretto che non ha bisogno di rovesciare la costituzione per svuotarla.
giovedì 28 gennaio 2010
[...] Ecco il gioco di prestigio cheè stato messo in atto diremmo quasi alla perfezione nel nostro Paese: attraverso l’uso delle regole un potentato acquista potere e usa gli strumenti che le norme gli consentono per rovesciare il governo costituzionale. Il dispotismo indiretto di “una particolare classe” di cittadini che “godono privilegi finanziari e onorifici” è una prova di “quanto facile sia dominare il corpo dei rappresentanti e come infine l’eguaglianza (...)

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> NADIA URBINATI, NELLA TRAPPOLA DEL "DISPOTISMO ITALIANO" --- EURISPES: RAPPORTO 2010. Allarme: "Un Paese che non immagina il futuro"

venerdì 29 gennaio 2010


-  Il Rapporto 2010 si chiude con un forte allarme: "Un Paese che non immagina il futuro"
-  Segnali preoccupanti di disagio e di ostilità nei confronti delle Istituzioni

-  Eurispes: "I politici capipopolo
-  che tolgono il futuro all’Italia"
*

ROMA - Un paese immobile, privo di idee e progetti, nel quale sembra che anche i soggetti che si propongono per guidare l’Italia futura siano in realtà più interessati a una transizione senza fine. Insomma, gli fa più comodo che le cose vadano così. E, secondo l’Eurispes che ha pubblicato il suo rapporto 2010, le cose non vanno affatto bene.

Manca un progetto, non sembrano volerlo (o essere in grado di produirlo) le forze e i soggetti che si propongono alla guida del Paese, e questo "mortifica le attese degli italiani e impedisce di immaginare e costruire il futuro". "Non abbiamo timore di essere accusati di eccessivo allarmismo, ma dal nostro osservatorio - avverte il presidente Fara - cogliamo segnali preoccupanti di disagio, di distacco, quando non di ostilità nei confronti delle Istituzioni che aspiranti capipopolo vorrebbero cavalcare. E mentre tutto ciò accade, la nostra classe dirigente appare interessata solo agli equilibri di potere, a costruire e smontare alleanze, ad operare per il proprio esclusivo tornaconto, ad imbastire lucrosi affari, a difendere privilegi e vantaggi senza rendersi conto che l’intero sistema si sta progressivamente sfaldando".

Ecco alcuni dei risultati dell’indagine su aspetti particolari della vita e dei sentimenti profondo del Paese.

Informazione "in prigione". Per oltre la metà degli italiani, l’informazione in Italia "non è libera dalle influenze esterne". Di parere opposto, l’altra metà (il 39 %) che si identifica negli schieramenti politici di centro-destra eritengono che "l’informazione sia libera".

Immigrati e lavoro. "Gli immigrati rubano il lavoro agli italiani". A esserne convinto quasi un italiano su quattro, un campione di intervistati pari al 24,8 %. Non basta. La convinzione diviene infatti mano mano più accentuata quanto più a destra si collocano gli intervistati: si passa dal 17,3% dei soggetti di sinistra al 33,3% di quelli di destra. La "caccia al lavoro" è dunque alla base di molte discriminazioni. E a proposito di xenofobia, dal rapporto Eurispes 2010 emerge che "i mezzi di informazione sono, per il 31,7 % degli italiani, responsabili dell’ondata di xenofobia che ha attraversato il nostro Paese negli ultimi mesi. Ma c’è anche un 24,7% del campione intervistato che la pensa in modo completamente opposto: gli episodi xenofobi sono la conseguenza del comportamento degli immigrati, delle politiche governative (per il 17,2%), o dell’atteggiamento degli italiani (per il 13,3% del campione intervistato).

Matrimoni misti è boom. Boom di matrimoni misti al nord d’Italia. La percentuale piùà alta di matrimoni tra stranieri e italiani si registra infatti in Emilia Romagna che si aggiudica il primato seguita dalla Lombardia, Valle d’Aosta e Liguria. Percentuali nettamente più basse al sud e nelle isole. Nelle nozze fra italiani e straniere le donne sono spesso originarie dell’est d’Europa e dell’America centro-meridionale. Nel 30,1 & dei casi, invece, le spose sono originarie dell’Unione europea. Le italiane preferiscono invece gli uomini nord-africani (34,1% dei casi), gli europei e per ultimi gli americani. E nel 2010 i matrimoni misti subiranno un’ulteriore accelerata. Rispetto al 2007, l’incremento sarà del 32 %. "La crescita del numero degli immigrati in Italia - viene rilevato dal rapporto - è legata in particolar modo agli immigrati provenienti dai paesi Ue di nuova adesione, in primo luogo la Romania". La crescita è dovuta, appunto, al boom di matrimoni misti che nel 2007 ha raggiunto il suo apice con 23.560 celebrazioni: una cifra pari al 9,4% del totale dei matrimoni celebrati in Italia.

Meglio la scuola privata. Scuole meno complicate per sfuggire al recupero dei debiti. I giovani italiani "fuggono dai licei" e si dirigono nelle scuole private, istituti "più facili da cui uscire più in fretta". Le nuove tendenze della scuola italiana sottolineate dal rapporto Eurispes 2010, mostrano infatti che a preferire le private sono soprattutto gli alunni rimandati nelle scuole superiori. Cade anche il mito della scuola "privata e costosa" perché - spiega il rapporto - oltre ai contributi statali, le scuole private ricevono spesso dei contributi erogati singolarmente dalle regioni e dalle amministrazioni locali a seconda delle esigenze territoriali. Questo rende meno onerose le somme di denaro richieste ai genitori per iscrivere i propri figli nelle scuole non statali e ne facilitano, quindi, l’ingresso.

Eutanasia? Sì grazie. Meno contrari ma anche meno favorevoli. Rispetto al 2007 le variazioni sono comunque lievissime: la stragrande maggioranza degli italiani (il 67,4%) continua ad essere favorevole alla "dolce morte", l’eutanasia. Solo il 21,7 % continua a dire "no", mentre una percentuale considerevole, il 10,9%, non si sente in grado di dare alcun parere in merito. Di più, gli italiani favorevoli ad una legge che istituisca il testamento biologico sono l’81,4 %. Una cifra più alta di 6,7 punti rispetto al 2007.

* la Repubblica, 29 gennaio 2010


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