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PRESIDENTE NAPOLITANO, NELLA REALTA’ E NELLA COSTITUZIONE LA PRIMA PAROLA DI OGNI CITTADINO E DI OGNI CITTADINA E’ " ITALIA" ...

MA L’ITALIA NON C’E’ PIU’: UN POPOLO ALLA GOGNA!!! LA PRIMA PAROLA DELLA COSTITUZIONE "ITALIA" E’ SOTTO "COPYRIGHT" DEL PARTITO DEL CAVALIERE DAL 1994. E SOTTO "COPYRIGHT" E’ ANCHE IL "POPOLO DELLA LIBERTA’"!!! "L’ITALIA SONO IO": AVANTI TUTTA, "FORZA ITALIA"!!! A futura memoria, alcune note - di Federico La Sala

COSTITUZIONALMENTE, FORMALMENTE E LEGALMENTE, RIPRENDERSI LA PAROLA!!!
lunedì 24 maggio 2010 di Federico La Sala
STORIA D’ITALIA (1994-2010). CON un Partito camuffato (e tuttavia autorizzato dalle Istituzioni, non una ma due volte!) da PARTITO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, IL CAVALIERE SFERRA L’ATTACCO AL QUIRINALE E ALLA COSTITUZIONE: "FORZA ITALIA"!, FORZA "POPOLO DELLA LIBERTA’"! - "L’ITALIA SONO IO" E IL DIRITTO E’ "UN DIRITTO AD PERSONAM"!!!
PRESIDENTE NAPOLITANO, A MATERAZZI UNA MULTA, MA A BERLUSCONI CON LA MASCHERA DI "PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA" (1994-2010) COSA?! Facciamo chiarezza ... * (...)

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> MA L’ITALIA NON C’E’ PIU’: UN POPOLO ALLA GOGNA!!! ---- “Mi stupisce molto il silenzio di Napolitano”. Intervista a Roberta De Monticelli, a cura di Caterina Perniconi

venerdì 6 maggio 2011

“Mi stupisce molto il silenzio di Napolitano”

intervista a Roberta De Monticelli,

a cura di Caterina Perniconi (il Fatto Quotidiano, 6 maggio 2011)

“Mi mancano quasi le parole per articolare il disgusto per quelle persone che si arrogano il diritto di parlare di fronte ai cittadini dopo averne sbeffeggiato la dignità”. La descrizione fatta da Roberta De Monticelli, docente di Filosofia della persona all’Università Vita-Salute del San Raffaele, calza a pennello sui nuovi nove sottosegretari Responsabili.

Professoressa, si riferisce a loro?

Certo. Ieri abbiamo assistito al perfezionamento di uno scambio palesemente annunciato. Sa qual è la cosa che mi stupisce di più?

Dica.

Che nessuna voce istituzionale si levi contro una pratica così difforme dal ruolo delle istituzioni stesse.

Si riferisce al capo dello Stato?

Per nessuna istituzione intendo davvero tutte quelle che hanno una voce pubblica, compresa la stampa, e che non sollevano la questione. Se poi mi chiede delle istituzioni preposte al controllo del funzionamento della democrazia, come la Presidenza della Repubblica, le dico di sì, certo, questo silenzio mi stupisce molto.

Nel suo libro “La questione morale”, lei affronta il problema della corruzione. E spiega che la maggioranza degli italiani approva e nutre quest’impresa. Non c’è più nessuno in grado di indignarsi?

Purtroppo è scomparso anche quel velo d’ipocrisia che nascondeva ciò che ormai è conclamato. E si è rotto il muro della sanzione che spetta all’opinione pubblica. In questi casi il consenso informato e legittimante dei cittadini dovrebbe esercitare una sanzione morale. Se questo non avviene siamo in un regime senza controllo. Di certo i limiti vengono travalicati di più sotto le elezioni. Ma il controllo dei cittadini non deve ridursi al solo potere elettorale. Dovrebbero levare la loro voce più spesso.

Lei, per esempio, lo ha fatto quando il rettore della sua Università offrì a Barbara Berlusconi, durante la cerimonia di laurea, la possibilità di restare a lavorare in ateneo.

In quel caso ho protestato per la mancanza di sensibilità del rettore nei confronti degli altri laureati. E per l’assenza di un criterio di merito nell’auspicio della formazione di un nuovo professore.

Quale crede sia il criterio con cui deve essere plasmata la classe dirigente di questo paese, dall’Università fino ai ruoli di governo?

Credo che ormai sia chiaro come in Italia, a qualsiasi livello, il meccanismo di una civiltà di sudditi si sia sostituito a quello di una civiltà di cittadini. Di questo fanno parte la selezione e il reclutamento, che non sono fatti in base a criteri di merito e trasparenza, ma a quelli di consorteria e appartenenze. Va invertita completamente la rotta.

Che giudizio si sente di dare allo spettacolo che ci stanno offrendo il governo e il Parlamento?

Mi mancano quasi le parole per articolare il disgusto per quelle persone che si arrogano il diritto di parlare di fronte ai cittadini dopo averne sbeffeggiato la dignità. Fornire appoggi politici in cambio di posizioni di vantaggio personale è quanto di più lesivo possa esistere per l’etica pubblica. E lo estendo a tutti coloro che non reagiscono, alzano le spalle e pensano ‘è sempre stato così’. Perché non è assolutamente vero e la nostra storia ce lo insegna.


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