Sant’Agostino e i colori della tv *
Il santo si è sbiancato. Nella fiction terminata ieri sera su RaiUno, Sant’Agostino, l’autore de Le Confessioni nato nell’antica Tagaste nel 354 è stato interpretato da Alessandro Preziosi e Franco Nero. Nulla da dire sugli ottimi attori. Bizzarra però la scelta di far impersonare un uomo mulatto a due italiani. Sì, perché uno dei grandi padri della Chiesa, non era esattamente bianco.
L’antica Tagaste, che oggi si chiama Souk Ahras, si trova in Algeria. E se è noto, infatti, che l’uomo che verrà battezzato a Milano da Sant’Ambrogio si convertì dopo una giovinezza di “peccato”, assai meno noto è che il Santo di origine berbera non fosse un wasp.
La cosa non sfuggì a Roberto Rossellini. Che negli anni Settanta realizzò, per la Rai, parecchi film storico-didattici. Come La presa del potere da par te di Luigi XIV, Blaise Pascal, Car tesius. E, appunto, Agostino di Ippona del 1972. 38 anni fa, con maggior lealtà storica, il grande regista raffigurò il vescovo di Ippona con connotati probabilmente più vicini alla realtà. Naso camuso, capello crespo. Incarnato scuro. Così, credibilmente, doveva essere Agostino.
Come anche Dario Fo ha rimarcato in più di un’occasione. Anzi, il Nobel sostiene che Agostino doveva essere proprio nero.
In ogni caso, il (falsificato) colore della pelle è un particolare che è totalmente sfuggito ai produttori della fiction (assieme alla stessa Rai, Lux Vice, Eos Entertainment e altri ancora). Che ha avuto un grande successo. Con oltre 7 milioni di spettatori nella prima puntata e il 26% di share. Nulla da dire, insomma, sul risultato dell’operazione. E poco importa se Preziosi e Nero non raffigurano esattamente il volto del più celebre convertito della storia della Chiesa. Sul tema della redenzione, infatti, si sono concentrati molto il lavoro dello sceneggiatore Francesco Arlanch e del regista Christian Duguay.
(El. Ba.)
il Fatto, 0 2.02.2010