Il cardinal Bagnasco, la gente dei caruggi genovesi, i trans
Parola e ascolto tra la gente anche nei vicoli più bui
Come foto di gruppo può sembrare inconsueta: il cardinale Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, assieme alle suore missionarie di Charles de Foucauld e a un gruppo di transessuali sorridenti nei loro abiti femminili.
di Marina Corradi (Avvenire, 10 Febbraio 2010)
È successo che una visita pastorale ha portato Bagnasco in quella comunità contemplativa missionaria nei caruggi del vecchio Ghetto, e che - oltre a rappresentanti di extracomunitari e senzatetto - anche dei transessuali hanno chiesto di incontrarlo. Bagnasco ha detto di sì. Si è parlato, si è cantato un inno alla Madonna della Guardia. Alla fine quella foto, che forse scandalizzerà qualche benpensante: il cardinale, le suore e delle signore molto bionde, molto truccate, in quella ostentazione di femminilità propria di chi sogna d’essere nato donna.
O forse, dalla parte opposta, qualcuno sorriderà: ben gli sta, a questi cattolici sessuofobi, lo "scherzo" di una foto col presidente dei vescovi insieme a «Regina», «Lucrezia» e le loro amiche. Ma non c’è "scherzo", e non c’è scandalo. Non c’è scherzo, perché i trans hanno portato seriamente le loro ragioni all’arcivescovo.
Hanno detto che sono credenti e che soffrono nel sentirsi discriminati; che sono nati così, e non c’è stata per loro alcuna scelta. E, vera o no che sia questa affermazione, soggettivamente per qualcuno almeno del popolo dei caruggi può essere sincera. Comunque, era in realtà una domanda: ci siamo anche noi, noi fatti così, ascoltateci. E l’arcivescovo si è seduto, e ha ascoltato.
E proprio non c’è scandalo, in quello scatto che allinea le sorelle di Charles de Foucauld e la porpora di Bagnasco con i boa di struzzo di Regina e delle altre: perché andare tra gli uomini, tra i giusti e i peccatori, è il mestiere della Chiesa e dei suoi pastori. Il suo antico, misericordioso mestiere. Fra gli uomini, in mezzo a loro, senza distinzioni fra chi è "a posto" e chi no. Fin da quando, e son passati duemila anni, gli "onesti" del tempo - ce ne sono purtroppo in ogni epoca - si scandalizzavano perché quel tale, quel Gesù, sedeva a tavola con certa gente, e non scacciava le prostitute, anzi le trattava con una misericordia più grande.
Quel Gesù che diceva di non essere venuto per i giusti, ma per i peccatori. (Cioè, per noi tutti). Il cardinale nei caruggi ha dunque sentito le ragioni di Regina, e ha intuito, nelle parole, nelle facce, la lunga sofferenza e la silenziosa vergogna di quei ragazzi che nell’età della adolescenza si scoprono diversi. E cercano di affermare di essere donne coi più vistosi segni di una esasperata femminilità: in vite spesso poi di grande solitudine, spese sull’angolo di una strada. Il cardinale ha ascoltato, poi ha fatto quella prima carità cristiana che è la verità: siamo figli del peccato originale, ha detto, e quindi peccatori. Ha chiamato, dunque, le cose con il loro nome, fuor dalla nebbia del politicamente corretto e del facile buonismo. Poi, ha detto la cosa più importante: che Cristo è morto per tutti.
Che le porte di Dio sono aperte a tutti. Formidabile, antica parola in quella casa nei vicoli di Genova. Cristo morto per tutti. La Sua misericordia abbraccia chiunque lo domandi. E solo Lui sa davvero cosa c’è, in fondo ai cuori. E se sono migliori gli onesti che si scandalizzano e accusano - quanti, anche oggi, sulle pagine dei giornali - o i più conclamati peccatori. Quella foto inconsueta da Genova, che bella. Il pastore che va fra la sua gente, e non dice di no a nessuno. Che sta a ascoltare, afferma la verità, ma annuncia la misericordia. Che fa il grande, straordinario mestiere della Chiesa. Portare Cristo fra gli uomini: anche in fondo ai vicoli più bui.
Marina Corradi
Nov 02, 2009 *
Il 2 ottobre scorso, l’associazione gay-lesbo “I-ken”, presieduta da Carlo Cremona, aveva chiesto un incontro con il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. La risposta non si è fatta attendere e il 24 ottobre alcuni rappresentanti della comunità gay si sono incontrati con il cardinale. E’ la prima volta che, volontariamente, accade qualcosa del genere in Italia, tra figure religiose e gruppi omosessuali. Ma del resto, fino a poco tempo fa, lo stesso religioso era al passo dei tempi, con un suo profilo Facebook, aperto a tutti per discutere e confrontare opinioni diverse. E la riunione in questione, tenutasi in Curia, a Napoli, ha avuto il sapore del dialogo, del confronto di due punti di vista differenti ma rispettosi l’uno dell’altro. Una nota dell’Arcivescovado è stata divulgata:
“Sono state illustrate a sua eminenza le finalità dell’associazione della quale fanno parte persone che vivono un diverso orientamento sessuale. A tale riguardo è stato evidenziato che tale alterità si impatta spesso con interpretazioni culturali e sociali assolutamente superficiali e prevenute, che non poche volte si traducono in atteggiamenti di dileggio e di offesa, se non addirittura di aggressione e violenza, anche in forma grave e delittuosa, come purtroppo si è potuto registrare soprattutto in questi ultimi tempi.”
* http://www.queerblog.it/post/6388/cardinal-sepe-incontra-associazione-gay-a-napoli-lamore-di-dio-e-per-tutti