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LA COSTITUZIONE, LE REGOLE DEL GIOCO, E IL "GIOCO" DEL "MENTITORE" ISTITUZIONALIZZATO CHE CONTINUA: "FORZA ITALIA", FORZA "POPOLO DELLA LIBERTA’". Avanti tutta, fino alla castrofe ...

ELEZIONI REGIONALI: LE LISTE DEL PDL NEL CAOS E IL RISPETTO DELLE REGOLE E DELLA DIGNITA’ DEL POPOLO ITALIANO NEL FANGO. Gianfranco Rotondi, il ministro per l’Attuazione del programma: "Comunque abbiamo sbagliato" - a cura di Federico La Sala

Liste escluse, il Cavaliere studia una leggina. Bersani: "Noi non siamo d’accordo". Ed è ancora scontro tra An e Forza Italia.
sabato 6 marzo 2010 di Federico La Sala
[...] Che qualcosa, però, non vada come dovrebbe nel Pdl lo confermano le parole del ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi: "Sono il primo a criticare i dirigenti del Pdl che hanno presentato le liste a poche ore della chiusura. Nel Pdl saranno presi provvedimenti in merito, bisogna avviarsi verso una regolamentazione giuridica dei partiti" [...]
ALLARME COSTITUZIONALE, LOGICO E LINGUISTICO. L’ITALIA DELL’INDECENZA: IL NOME E L’IDENTITA’ DI TUTTO IL PAESE NELLE MANI DI (...)

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> ELEZIONI REGIONALI: LE LISTE DEL PDL NEL CAOS ---- Napolitano: "Preoccupato, seguo da vicino". Bossi prima parla di decreto e poi ci ripensa: "Soluzione politica". L’Avvenire attacca chi "ha commesso errori".

giovedì 4 marzo 2010


-  Renata Polverini chiama i sostenitori a piazza Farnese, ma il premier potrebbe non andare
-  Bossi prima parla di decreto e poi ci ripensa: "Soluzione politica". L’Avvenire attacca chi "ha commesso errori"

-  Regionali, Pdl in piazza a Roma
-  Napolitano: "Preoccupato, seguo da vicino"

-  Fini non ci sarà: "Il presidente della Camera non partecipa a manifestazioni elettorali"
-  Di Pietro: "Nessuno parli di rinvio". Bersani: "Mai pensato di vincere per abbandono dell’avversario"
*

ROMA - Attesa e tensione. Lo stop alle liste del centrodestra in Lazio e Lombardia resta al centro della giornata politica. Con il Pdl che grida all’attentato alla democrazia, si appella al Tar e lavora per una "soluzione politica". E con Umberto Bossi che prima pare rafforzare l’idea di un decreto per riammettere le liste ("E’ materia urgente, si può fare"), poi frena: "Lasciamo stare il decreto. Si troverà una soluzione politica". Due le possibilità al vaglio del centrodestra. Un decreto per stabilire un rinvio del voto nelle regioni interessate quel tanto che basta per riaprire i termini di presentazione delle liste. Una legge ordinaria della maggioranza che, riaprendo i termini senza modificare la data delle elezioni, di fatto si limiti ad accorciare la durata della campagna elettorale riaprendo la possibilità di ammettere liste. La maggioranza ha i numeri per approvare il ddl anche da sola. Mentre la tranquillità di poter intervenire con decreto su data e assetto delle elezioni la può dare solo il via libera anche della minoranza.

Il decreto e la preoccupazione del Colle. Dal Colle il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano avverte: "Sono preoccupato, seguo con attenzione gli sviluppi della situazione". Al Quirinale guarderebbe anche Berlusconi che, ieri sera, parlando con i senatori, avrebbe espresso il desiderio di vedere il presidente: "E’ una persona saggia, domani vorrei incontrarlo. Il problema è che la situazione potrebbe sfuggirci di mano, serve una collaborazione tra istituzioni per risolvere la questione". Perché di una cosa è certo il Cavaliere: "Ci sono stati degli errori, ma ora credo che ci sia una chiara volontà di attaccare me, il Pdl e il governo".

Fini non va a piazza Farnese. Oggi, a piazza Farnese a Roma, Renata Polverini riunirà i fedelissimi. Avrebbe dovuto esserci anche Silvio Berlusconi ma le ultime indiscrezioni vanno in direzione contraria. Quello che è certo, invece, è il vertice a Palazzo Grazioli tra Berlusconi, e i vertici della Lega e del Pdl. A cui seguirà l’ufficio di presidenza del Pdl. Di sicuro in piazza non andrà Gianfranco Fini. "Il presidente della Camera non partecipa a comizi elettorali" taglia corto il poertavoce. Fini, invece, potrebbe partecipare alla riunione dei parlamentari del Pdl del Lazio all’hotel Excelsior di Roma alle 19. Nonostante i problemi, comunque, la Polverini non perde la speranza: "Per la questione del listino regionale, lo ripeto, sono assolutamente ottimista".

Un ottimismo che, però, potrebbe non bastare. E allora ecco che da alcuni settori del Pdl comincia a profilarsi l’ipotesi di far slittare le elezioni. Farle oggi, dice il sindaco di Roma Gianni Alemanno, sarebbe un danno: "Credo sia un problema, non solo del centrodestra ma anche del centrosinistra perchè ci si deve porre il problema di far sì che queste elezioni diano a tutti la possibilità di esprimersi".

Sul fronte dei ricorsi, il Pdl del Lazio presenterà, domani mattina, il ricorso contro l’esclusione della lista provinciale. Nel pomeriggio di oggi, poi, è atteso il verdetto sul listino della Polverini. Se dalla Corte d’appello dovesse arrivare un nuovo stop, anche sul listino si andrebbe davanti al giudice amministrativo.

Lombardia. "Chiediamo che intervenga il presidente della Repubblica che deve essere garante della libertà di voto dei cittadini. Si sta muovendo Berlusconi, con cui ho parlato più volte e sta muovendo anche il governo". Dopo la decisione della Corte d’appello di Milano di escludere la lista di centrodestra che sostiene la sua candidatura alle elezioni regionali, il presidente della Lombardia Roberto Formigoni lancia il suo appello su youtube. "Tentano di buttarci fuori dalle elezioni e tentano di impedire ai 10 milioni di cittadini lombardi di trovare il candidato presidente di riferimento e le liste di partiti a cui hanno sempre dato il 60% del loro consenso: e’ un problema che attiene alla democrazia", aggiunge il presidente uscente, che spera nel ricorso al Tar: "Siamo ottimisti perchè abbiamo le nostre fondatissime ragioni ma c’è bisogno che le nostre ragioni siano riconosciute".

Le reazioni. Resta aperta la questione delle responsabilità. In attesa di una resa dei conti che il centrodestra rimanda al dopo elezioni, il quotidiano dei vescovi, l’Avvenire, punta il dito contro "chi ha commesso errori e affastellato pasticci e improvvisazioni", cioè il Pdl, e "non di chi ha deciso di sanzionarli con rigore. Il rigore sulle regole non può far gridare al complotto". Mentre il segretario del Pd, Pierluigi Bersani avverte: "Di questa situazione è responsabile la maggioranza e se ne prendano la responsabilità, poi si vedrà. Certo non abbiamo mai pensato di vincere per abbandono degli avversari". Emma Bonino, però, taglia corto: Non chiedere il rispetto delle leggi è da autolesionisti. Chi non lo chiede sono i prepotenti perché a loro non servono. Ma agli altri servono". Categorico Antonio Di Pietro: "Basta con le leggi ad personam. Aspettiamo la decisione dei magistrati senza fare da sponda a chi vuole piegare la legge a uso e consumo proprio. Il decreto sarebbe un golpe".

* la Repubblica, 04 marzo 2010


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