Condannato due volte? Nessuno ce lo ha detto
di Alessandro Alviani (La Stampa, 15 marzo 2010)
Nessuno a Bad Tölz conosceva il passato di padre Hullermann. Nessuno sapeva che negli Anni 70 era stato accusato di abusi su un ragazzino, poi accolto per una terapia a Monaco nel periodo in cui l’arcidiocesi era guidata dall’attuale Papa Ratzinger e infine aveva molestato altri bambini e per questo era stato condannato.
Nessuno lo sapeva perché, quando due anni fa fu trasferito a Bad Tölz, una piccola località termale nel sud della Baviera, l’arcidiocesi di Monaco non aveva informato nessuno del suo passato. Neanche il prete responsabile della parrocchia di Bad Tölz, padre Frania. «Non sapevo nulla: sono stato avvertito giovedì con una telefonata dall’ordinariato di Monaco», spiega padre Frania dopo aver celebrato la messa delle 10 nella chiesa della Santissima Trinità.
La sua reazione? «Una sensazione pessima, ero scioccato», ammette, senza nascondere un certo fastidio per essere stato tenuto all’oscuro di tutto. «Sarei stato contento se qualcuno me lo avesse detto due anni fa». E invece niente.
«Non sapevo neanche che gli erano state imposte delle condizioni», ammette sconsolato. Cioè non sapeva che dal 2008 padre Hullermann non avrebbe dovuto avere più contatti permanenti e diretti con minorenni, come deciso dall’arcidiocesi. «Si è attenuto» a questa condizione, precisa oggi padre Frania.
In realtà la scorsa estate Hullermann ha celebrato messa da solo in un campeggio per ragazzi. «Ma c’erano anche adulti e familiari», ribatte Frania. Anzi, aggiunge, da quando è a Bad Tölz «non c’è stata nessuna lamentela, non è successo niente».
Neanche i fedeli di Bad Tölz sapevano che Hullermann era stato condannato nel 1986 per abusi su minorenni. L’hanno scoperto solo ieri alla messa delle 11.30, quella celebrata ogni domenica da padre Hullermann per i turisti delle terme.
Ieri al suo posto c’era Frania. Un giovane che dovrebbe sposarsi fra quattro settimane (a celebrare doveva essere Hullermann) si è alzato, ha fatto il nome del parroco e ha accusato la Chiesa di voler nascondere la verità. A padre Frania non è rimasta altra scelta che ammettere di aver scoperto solo tre giorni prima che Hullermann era stato condannato. In chiesa è il gelo. Una signora anziana se ne va. «Sono scioccata e triste», dice, con le lacrime agli occhi. «La diocesi è stata ipocrita a non dirci nulla, non so se tornerò tanto presto in chiesa».
«Noi siamo di qui ma venivamo apposta alla messa dei turisti perché c’era lui - spiega un’altra signora, visibilmente scossa -. Ha carisma e faceva belle prediche». «Ha riportato la gente in chiesa: qui la domenica venivano sempre più persone e questo grazie a lui», aggiunge suo marito. «Trattava i nostri ragazzi in modo corretto e affettuoso», chiarisce Michael Leitenstorfer, padre di un chierichetto. E anche il parroco Frania parla di Hullermann come di un sacerdote «molto eloquente, capace di dire cose più popolari di quanto faccia io».
Intanto lo scandalo continua ad allargarsi. Ieri un prete di Münster, nel Nord Reno, si è dimesso perché coinvolto in passato in alcuni «episodi con dei ragazzini». E, mentre l’arcivescovo di Monaco Reinhard Marx annuncia sulla «Bild am Sonntag» di voler fare piena luce sugli abusi e promette «giustizia» per le vittime, la pressione su Benedetto XVI non accenna a diminuire.
«Non ritengo un tabù che Ratzinger possa rendere testimonianza ai giudici tedeschi di quanto sa sui casi di pedofilia denunciati in Germania», ha detto l’europarlamentare Luigi De Magistris. Dispiace che non abbia pronunciato una parola di compassione, ha rincarato al quotidiano tz Christian Weisner del movimento popolare cristiano di riforma «Wir sind kirche» (Noi siamo Chiesa).