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Psicotraumatologia. Come funziona una terapia del trauma?

TERAPIA DELLE VITTIME DEGLI ABUSI SESSUALI. Intervista a Martin Sack (Die Zeit, Hamburg - trad. José F. Padova) - a cura di Federico La Sala

Molte vittime degli abusi hanno taciuto per decenni. L’esperto di traumi Martin Sack spiega come i pazienti elaborano i loro ricordi e possono essere guariti.
lunedì 19 aprile 2010 di Federico La Sala
[...] i risultati delle ricerche in atto sono molto incoraggianti. Quando si applicano tecniche speciali, ben studiate, l’80% delle terapie sono tanto efficaci che i sintomi scompaiono totalmente. Si può perfino guarire un trauma di guerra, avvenuto 60 anni prima. D’altra parte stendersi semplicemente sul lettino, mentre il terapeuta si tiene in disparte, non garantisce molto. Al minimo questo dura molto a lungo, finché per esempio non si arriva al fardello mediante colloqui (...)

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> TERAPIA DELLE VITTIME DEGLI ABUSI SESSUALI. --- PEDOFILIA E CHIESA CATTOLICA (di Clotilde Buraggi Masina, psicoterapeuta)

martedì 20 aprile 2010

LA PEDOFILIA E’ CONSUSTANZIALE ALLA TEOLOGIA CATTOLICA (...) Siamo di fronte ad una sciagura doppia che si svolge su un duplice piano. Bambini e ragazzi sono stati trasformati in vittime sacrificali del rituale demoniaco cattolico, nel luogo più sensibile e intimo immaginabile della loro identità, da quelli che avrebbero dovuto guidarli e proteggerli. Oltretutto, la cosa più abietta è che tali vittime siano state tradite da coloro che, come comunità religiosa, intendono rappresentare un segno di santità nel mondo, da chi ha sempre voluto dettare le leggi della moralità nella nostra società, da chi ha immancabilmente negato la carne in nome dello spirito, da coloro che si professano fratelli, che negano l’uso del preservativo e i rapporti sessuali prima del matrimonio... E tuttavia, il problema è ancor più occulto, più profondo: celando le pulsioni maniacali della pedofilia clericale, la Chiesa non cerca di difendere soltanto la sua eticità internazionale. Essa difende in tal modo il suo più oscuro retaggio, il suo fosco segreto “iniziatico”, consistente nel SACRIFICIO DELL’INNOCENTE, di cui è zeppa la sua tragica leggenda bimillenaria. Chi vorrebbe ascrivere la devianza pederastica clericale del sesso al celibato, individua soltanto la superficie del problema, dimenticando che la mancanza di una compagna, indurrebbe semmai a ricercare un rapporto con altre donne e non con bimbi, la cui età è delicatamente sospesa tra i 6 e i 12 anni. Diamo perciò una definizione di pedofilia, tratta da uno studio che le autorità ecclesiastiche avrebbero dovuto conoscere benissimo, poiché esse stesse - fin dagli anni ‘80 - avevano dato incarichi di studiare le cause e gli effetti degli abusi sessuali del clero ai loro esperti:

“L’atto o la fantasia di essere coinvolti in attività sessuali con bambini in età pre-puberale come metodo preferito o esclusivo per raggiungere l’eccitazione sessuale” .

Dopo lo scandalo in Alaska a carico della Compagnia di Gesù (110 violentati tra il 1959 e il 1986, con relativo risarcimento di 50 milioni di dollari), l’avvocato delle vittime, Ken Roosa ha affermato che “In alcuni villaggi eschimesi è difficile trovare un adulto che non sia stato sessualmente abusato” . Patrick Wall, ex monaco benedettino, consulente degli avvocati nei processi, ha dichiarato che le gerarchie gesuite erano a conoscenza delle tendenze dei sacerdoti accusati, in quanto avevano già commesso molestie altrove, ma sono stati lasciati liberi di agire senza nessun controllo:

«Avevano il potere assoluto sulle persone e sulla cultura del luogo. Avevano il potere politico. Avevano il potere della razza. Avevano il potere di farti andare all’inferno. Per le vittime non c’era via di scampo» .

I chierico-pedofili hanno una sessualità ferma all’età preadolescenziale e sono prigionieri del loro narcisismo sadomasochistico e delle deviazioni dei sentimenti e delle pulsioni. Essi non sono mai riusciti a diventare adulti, poiché l’isolamento del seminario, la solitudine, la tristezza della vita, gli abusi ai quali si viene sottoposti in tenera età, bloccano un organico sviluppo verso una concezione naturale del corpo e delle sue funzioni procreative. In tal modo essi subiscono una regressione che è l’essenza intima del cattolicesimo, zeppo di simboli infantili, che rimandano ad un rapporto sadomasochistico di premi e punizioni con una madre che non c’è più, o non c’è mai stata in quanto corpo che partorisce. Ne deriva una passività che ha del meccanico e del computerizzato. Essa conduce i clonati a non aver alcuna responsabilità nei crimini che commettono: è il demonio, la società contemporanea, i bambini che provocano... Così la stessa ritualità cattolica è una regressione continua. Battezzare i neonati quando sono incoscienti è una tattica adoperata anche dal pedofilo che sfrutta l’inconsapevolezza del bimbo per approfittare di lui in chiave sessuale . Ricordiamo che Gesù si fece battezzare all’età di trent’anni e non a tre giorni dalla nascita. Anche l’eucarestia è un simbolo che rimanda ad una fase orale dello sviluppo infantile: è il sacerdote che imbocca il ragazzo con l’ostia consacrata, una “pappa” che è concessa soltanto ai bravi piccini. Almeno ogni domenica bisogna sottomettersi, confessare i propri peccati all’autorità rassicurante e protettiva del padre, che vuole delle pecore sempre pronte ad ubbidire a qualsiasi ordine. L’abuso di potere è altresì una componente essenziale della psicopatologia cattolica: il fanciullo o l’innocente da sacrificare “col sangue” deve essere passivo ed inconsapevole, ubbidiente ed arrendevole. Nel rapporto tra prete pedofilo e bambino si riproduce la stessa relazione che c’è tra Chiesa e fedeli che devono ubbidire ingenuamente ai comandi del potere divino! L’autorità religiosa diviene, così, il carceriere delle proprie vittime, che l’amano perché gli concede un’ora di aria libera la settimana. La pedofilia, pertanto, si configurerebbe come un ingrediente indispensabile alla compattezza interna della Chiesa. La trasgressione realizzata ti aggrega alla setta, ne è una “iniziazione” a carattere liturgico. Ti ammette nel gruppo criminale per sempre. La macchia d’infamia è un elemento di coesione indistruttibile. Il tumore ama le cellule tumorali che l’accrescono oltremodo. Le cure rappresentano la sua morte e vanno rifiutate con ogni mezzo. Difendendo se stessa la Chiesa preserva il suo osceno segreto: la perversione sessuale come momento di completa e perenne adesione alla consorteria. Così si perpetua il sistema di regole occulte. Perciò gli scandali sessuali dei preti sono principalmente nascosti dall’Opus Dei, la fazione più lugubre del Vaticano. Ecco le giustificazioni più comuni che i preti pedofili adducono durante le loro violenze carnali: «Un prete conforta la vittima, dopo aver fatto sesso: “Che vuoi? Anche il prete è soltanto un essere umano”. Un altro, dopo avere stuprato analmente un ragazzo di 13 anni: “Tutto OK. Siamo semplicemente uomini. Tutti abbiamo diritto di soddisfare le nostre necessità e desideri”. Un altro dice ad un giovane che ha invitato a letto: “Che male c’è che un uomo dimostri fisicamente il suo affetto ad un altro”. (...) Un prete dice ad una adolescente mentre la abusa sessualmente: “Questo ti mostrerà quanto Gesù ti ama, perché io sono un prete”. Un altro sacerdote tenta di dimostrare la stessa cosa ad una ragazzina, dicendo, quando le tocca i genitali, che lo faceva con un’ostia consacrata. Un altro religioso, con una perversione particolare, dice alle sue vittime di dare e ricevere clisteri, usando Acqua Santa e che si tratta di una benedizione interna. E così via...

da: LA RELIGIONE CHE UCCIDE COME LA CHIESA DEVIA IL DESTINO DELL’UMANITÀ (Nexus Edizioni), maggio, 2010. 544 pagine, 167 immagini, € 25

http://alessiodibenedetto.jimdo.com/novita-2010/

http://www.macroedizioni.it/libri/la-religione-che-uccide.php http://shop.nexusedizioni.it/index.php/controller/product/product_id/424 http://alessiodibenedetto.blogspot.com/2010/04/abbiamo-avuto-i-peggiori-maestri-da.html


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