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DONNE, SCIENZA, E RELIGIONI. COME MAI "UN UOMO PIU’ UNA DONNA HA PRODOTTO, PER SECOLI, UN UOMO" (Franca Ongaro Basaglia)? Non è il caso di ripensare i fondamenti?!

IPAZIA, ALEJANDRO AMENABAR, AGORÀ. Materiali per pensare: articoli di Maria Pia Fusco, Gabriella Gallozzi, e Vito Mancuso - a cura di Federico La Sala

Finalmente anche in Italia, «Agorà» il film dedicato all’astronoma e filosofa greca, uccisa da fanatici cristiani nel 391 dopo Cristo.
martedì 20 aprile 2010
[...] «Secondo le cronache Ipazia fu letteralmente fatta a pezzi, volevo una fine più sopportabile per il pubblico, ho scelto la lapidazione, che fa anche parte della realtà di oggi in alcuni paesi. Quanto a Cirillo è importante per il contesto storico. Di lui sapevo che era un santo, mi ha sconvolto la scoperta di tutto il male che ha fatto mentre era vescovo. Nel film racconto solo il 30 per cento della sua crudeltà. Penso che alla santità sia più vicina Ipazia di lui. Ipazia che, come (...)

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> IPAZIA, ALEJANDRO AMENABAR, AGORA’. --- Ieri a Milano la serata dedicata alla filosofa e al film.Umberto Eco, ipazia e Benedetto XVI.

mercoledì 21 aprile 2010

.Ieri a Milano la serata dedicata alla filosofa e al film
-  Umberto Eco, ipazia e Benedetto XVI
*

MILANO. Umberto Eco e Vito Mancuso contro Papa Ratzinger. L’occasione è il dibattito su Agora, il film di Alejandro Amenàbar (nelle sale da venerdì) dedicato a Ipazia, la scienziata filosofa del IV secolo d.C. assassinata da una setta di fanatici cristiani. Loro cattivo maestro, se non mandante dell’omicidio fu il vescovo Cirillo, poi fatto santo e Padre della Chiesa. Ma Benedetto XVI, ricorda con triste ironia il teologo Mancuso, quando tre anni fa celebrò in udienza generale la figura di Cirillo, non trovò altre che queste laconiche, reticenti parole: «Governò per 32 anni con grande energia...». Alla faccia dell’energia, incalza Eco: «È come se uno storico rievocando Pio XII ignorasse il suo controverso atteggiamento nei confronti dell’Olocausto».

Trecento persone affollano la Sala delle Colonne della Banca Popolare di Milano. Molti sono rimasti fuori. Introduce Giancarlo Bosetti, direttore di Reset: «Da laico, dico che tutte le religioni hanno un versante violento, maligno, fanatico. Quello di cui fu vittima Ipazia». Tra i relatori, Franco Tatò, presidente di Mikado (distribuisce il film in Italia), la classicista Eva Cantarella, la medievalista Maria Teresa Fumagalli. Eco ricorda la "fortuna critica" di Ipazia: divise il mondo antico, fu dimenticata nel Medioevo, risorse nell’Ottocento illuminista come cavallo di battaglia dei laici anticlericali, martire del libero pensiero protofemminista: «Anche per questo il mondo cristiano l’ha cancellata, il che è sbagliato. Ma forse anche i laici hanno esagerato nel volerla trasformare in una specie di Giordano Bruno».

Il film, avverte Eco, «è bellissimo, a dispetto di numerose licenze e anacronismi». Un esempio? «E’ estremamente improbabile che Ipazia abbia potuto pensare alla ellitticità delle orbite planetarie tanto tempo prima di Keplero e dell’invenzione del cannocchiale».

Ancora Eco, sull’incontro-scontro, nel film, tra il prefetto Oreste e il vescovo Cirillo: «Oreste è cristiano, ma da laico rifiuta di inginocchiarsi di fronte a Cirillo. Vi invito a osservare questa scena ripensando alla storia politica italiana del dopoguerra, all’atteggiamento di De Gasperi nei confronti della Chiesa». Sottinteso: e alle odierne genuflessioni di tanti politici cattolici e atei devoti. Anche Mancuso loda il film, ma ne critica gli eccessi ideologici: «Sembra costruito sulla tesi che tutte le religioni sono intolleranti».

Replica il regista: «È pieno di licenze storiche, questo è vero. Ma non è antireligioso. Il messaggio è un altro: come la ragione possa essere distrutta dal fondamentalismo».

* la Repubblica, 21.04.2010


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