Reporters sans Frontières : pubblicheremo tutto sul nostro sito
“Ospiteremo ciò che sarà vietato”
Rsf: sul nostro sito gli atti illegali in Italia. Un segnale al governo
di Stefano Citati (il Fatto 23.5.10
Siamo pronti: non appena il disegno di legge sulle intercettazioni sarà approvato lì da voi, il nostro sito sarà disponibile ad accogliere tutti quei documenti che non saranno più legali da voi. Così saranno disponibili e si potranno consultare anche dall’Italia i contenuti proibiti. È un aiuto e un servizio che troviamo giusto e ci fa piacere fare, anche per i nostri confreres italiani, i nostri colleghi che si trovano sempre più in difficoltà. Ed è inoltre un’iniziativa che potrebbe anche portare il vostro governo a riflettere e - magari - ad apportare delle modifiche per rendere meno scandalosa questa legge”.
Jean Francois Julliard, segretario generale di Reporters sans frontières conferma da Parigi al Fatto Quotidiano la volontà dell’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa di aprire il sito www.rsf.org alla pubblicazione degli atti giudiziari che saranno messi fuorilegge dalle nuove norme stabilite dal governo.
Non temete di aprire un contenzioso legale con la giustizia italiana?
Nessun timore. Siamo curiosi di vedere come può andare. Intanto noi apriamo il sito, come avevamo preannunciato il 3 maggio, in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa, e poi staremo a vedere le conseguenze. Prima di tutto la pubblicazione su un sito straniero comporterà risposte da parte della vostra giustizia con modi e tempi che non sono scontati. E poi Rsf è pronta ad affrontare le conseguenze anche legali di questo gesto, la cui importanza e valore valgono certo la pena. È una risposta di civiltà nei confronti di una legge che è evidentemente retrograda, stupida, miope e che si dimostrerà controproducente. Non ci possono essere altri giudizi per quello che è un evidente attentato alla libertà di stampa.
Cosa possono fare i giornalisti italiani contro questa minaccia?
I colleghi italiani hanno già fatto molto in questi anni e in questi tempi tutt’altro che facili per i media e per l’indipendenza della loro professione. Molti hanno continuato a lavorare nonostante le difficoltà, e non penso solo a Berlusconi, ma anche e soprattutto alla mafia, alla criminalita organizzata. Certo, l’Italia non può essere paragonata ai paesi per cui Rsf si impegna da tempo e costantemente, come le dittature del Terzo Mondo, ma è vero che nelle nostre classifiche sulla misura delle libertà di stampa e le condizioni di sicurezza e lavoro dei giornalisti il vostro paese occupa ormai stabilmente le posizioni di coda delle nazioni occidentali. Allo stesso tempo l’Italia è rappresentante di un fenomeno negativo europeo: ci sono paesi - mi vengono in mente la Bulgaria, la Slovacchia, ma anche la “mia” Francia in questi anni di presidenza Sarkozy - dove gli indicatori sulle condizioni che riguardano i media sono in peggioramento e si assiste a un’erosione delle libertà con aggressioni più o meno costanti e gravi.
Quali suggerimenti ha per continuare il contrasto a questa legge e mantenere alta l’attenzione sulla vicenda?
I confreres italiani devono poter contare sull’appoggio dei colleghi europei. Si deve poter creare una fratellanza tra i giornalisti dei diversi paesi europei e sviluppare una sensibilità e solidarietà comune, grazie alla quale il mutuo sostegno in situazioni di difficoltà e critiche per la libertà di stampa sia garantito e automatico. Una rete che permetta di far “illuminare” i casi critici di un paese dai mezzi d’informazione degli altri Stati, in modo da non far mai cadere l’attenzione e “abbandonare” i colleghi in prima linea. In fin dei conti con i nuovi mezzi d’informazione ciò può avvenire rapidamente e in modo capillare, senza che nulla, o quasi, sfugga e venga sottovalutato e si possono usare i media degli altri paesi come uno specchio che rifletta e rimandi la situazione nel paese d’origine. Dandoci una mano l’un l’altro renderemo ben più dura la vita di chi vuole il nostro silenzio.