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EICHMANN A GERUSALEMME (1961). “come fu possibile la hitlerizzazione dell’Imperativo Categorico di Kant? E perché è ancora attuale oggi?” (Emil L. Fackenheim, Tiqqun. Riparare il mondo).

HEIDEGGER, KANT, E LA MISERIA DELLA FILOSOFIA - OGGI. Alcune note di Federico La Sala

(...) Ancora oggi, ci sono studiosi che sembrano “prendere sul serio il profetismo di Heidegger” e insistono a dare credibilità ai sogni dei visionari e dei metafisici (...)
lunedì 22 agosto 2011
[...] Nel 1933, il discorso del rettorato di Martin Heidegger è la ‘logica’ conseguenza dell’assassinio non solo del “Mosè della nazione tedesca” (come voleva Holderlin), ma del Mosè Liberatore e Legislatore dell’intera tradizione abramica (ebraismo, cristianesimo, e islamismo) ed europea. L’"Uno" di Mosè (“Ascolta Israele, il Signore nostro Dio, il Signore è Uno”), come l’“uno”di Kant, diventa l’uno della monarchia prussiana prima (si cfr. la (...)

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> HEIDEGGER, KANT, E LA MISERIA DELLA FILOSOFIA - OGGI. --- "La verità sui Quaderni neri" (di Friedrich-Wilhelm von Herrmann)

domenica 4 ottobre 2015


«Heidegger non era antisemita»

Le frasi «La follia criminale di Adolf Hitler»; «Il nazionalsocialismo è un principio barbarico»

L’ultimo assistente del filosofo entra nel dibattito sui «Quaderni neri»: pensiero strumentalizzato

di Friedrich-Wilhelm von Herrmann (Corriere della Sera, 04.10.2015)

Da quando sono stati pubblicati i Quaderni neri nel 2014 ho assistito, con grande stupore, alle tormentate discussioni intorno ad alcune affermazioni in essi contenute che darebbero per certo l’antisemitismo di Martin Heidegger.

Chi si arrocca su questa posizione ha estrapolato alcune frasi costruendo un’immagine poco aderente alla complessità di tali scritti. Queste annotazioni di Heidegger si prestano a un simile utilizzo perché non formano un trattato sistematico e omogeneo dal punto di vista stilistico e tematico. Ognuno può estrapolare qualsiasi frase e su questa poi proiettare le proprie considerazioni.

Non voglio approfondire se dietro una simile strumentalizzazione ci sia stata solo la ricerca di un interesse editoriale. In quanto responsabile dell’edizione critica delle opere di Heidegger in passato ho taciuto perché qualsiasi dichiarazione mi avrebbe inquadrato nella figura dell’intellettuale tradizionalista e conservatore intenzionato a difendere Heidegger e la sua eredità. In verità mi sono deciso da più di un anno, nonostante la mia non giovane età, a mettere mano allo studio sistematico dei Quaderni neri. Un’impresa ardua. Perciò ho voluto che il mio collaboratore, il professor Francesco Alfieri della Pontificia Università Lateranense, mi affiancasse: conosco da anni il rigore filologico ed ermeneutico che caratterizza le sue ricerche in ambito fenomenologico.

In un lavoro congiunto abbiamo unito lo studio filologico dei Quaderni, condotto da Alfieri, alla mia conoscenza del pensiero filosofico di Heidegger. Sono emersi risultati alquanto sorprendenti che mi hanno portato a rompere un silenzio durato anni e a pubblicare l’esito delle nostre ricerche. Per prima cosa è da chiarire l’origine e l’utilizzo che Heidegger fa di termini, quali «sradicamento» (Entwurzelung) , «suolo» (Boden) e i loro composti: essi sono utilizzati quando si riferisce alle cause che conducono alla disfatta della «vera filosofia» riducendola a merce di «scambio» per l’acquisizione di cariche accademiche. Ed è proprio sul concetto di strumentalizzazione della filosofia che renderò pubblica una lettera che Heidegger mi ha indirizzato il 26 novembre del 1972, che il lettore deve conoscere. Perciò a breve, precisamente nel gennaio 2016, uscirà il nostro libro: Martin Heidegger. La verità sui Quaderni neri, edito dalla casa editrice Morcelliana di Brescia.

Esso, oltre a chiarire filologicamente la questione dell’antisemitismo in Heidegger, mette in luce il contesto nel quale sono inserite le sue annotazioni, inoltre offre le chiavi ermeneutiche per comprendere le sue posizioni. Inoltre è stata chiarita - in modo inequivocabile - la posizione di Heidegger sulla pseudo-filosofia nazionalsocialista, da lui definita «superficiale» e «illusoria», che rimane fuori dal sapere essenziale ( außerhalb des Bezirks wesentlichen Wissens : «al di fuori della sfera del sapere essenziale») e che già da tempo ha abdicato al pensiero e si nutre di slogan: elementi del tutto estranei al progetto della sua filosofia , tesa a operare una svolta verso la storia dell’Essere. Per dirla con Heidegger: « Der Nationalsozialismus ist ein barbarisches Prinzip » (GA 94, p. 194 «Il nazionalismo è un principio barbarico» trad.it. p. 267).

I termini strumentalizzati di recente, in Heidegger hanno molteplici significati e applicazioni. Ad esempio Verwüstung (desertificazione), Entwurzelung (sradicamento), Vergemeinerung (generalizzazione), Zerstörung (distruzione), Blut (sangue), Rasse (razza), Rechenhaftigkeit (attitudine al calcolo), Boden (suolo), Feind (nemico), Gottlosen (senza Dio), Juden (ebrei), Weltlosigkeit (mancanza di mondo), Weltlos (senza mondo), Unwesen (malaessenza) e molti altri ancora hanno un’origine e un contesto storico preciso. Senza di essi è facile incorrere in errori interpretativi.

Il libro dimostra che ad Heidegger gli «ebrei» o «Hitler» o «tutti gli altri» non interessano direttamente; si limita a registrare alcuni fenomeni consapevole di annotare solo spunti, che in quanto tali non potranno mai essere colti nel loro senso effettivo se non all’interno delle sue opere. È proprio il contesto a fornire le chiavi interpretative per leggere i Quaderni. Anche la sua posizione critica nei riguardi della macchinazione strumentale della filosofia chiarirà l’origine del termine «abilità di calcolo» (Rechenfähigkeit) e come esso non si riferisca a un popolo in particolare, ma alla visione del mondo perseguita dalla modernità. Finalmente emergeranno i veri punti critici dei Quaderni neri di Heidegger e il senso delle sue affermazioni.

Ma la cosa ancora più sorprendente è che da altri passi si evince la reale posizione di Heidegger nei riguardi di Hitler e del destino della Germania, ormai reso schiavo della tecnica e da tutti i processi che soffocano il cammino del vero questionare sull’Essere. Come mai queste annotazioni di Heidegger non sono state mai rese note al pubblico? Eccone tre esempi tratti dal volume 97: « (...) unverantwortliches Unwesen, mit dem Hitler in Europa umhertobte» (GA 97, p. 250) «(...) l’irresponsabile malaessenza con la quale Hitler infuriava per l’Europa». «(...) verbrecherischen Wahnsinn Hitlers» (GA 97, p. 444) «(...) la follia criminale di Hitler». «(...) das verbrecherische Wesen Hitlers» (GA 97, p. 460) «(...) l’essenza criminale di Hitler».

Heidegger traccia il confine del suo pensiero onde evitare ogni commistione con il nazionalsocialismo e con qualsivoglia strumentalizzazione politica: la pseudo-filosofia del nazionalsocialismo non può essere confusa con la sua filosofia! Elemento preliminare di notevole importanza, se già Heidegger avvertiva il dovere di puntualizzare che la sua opera, Essere e tempo , non poteva essere fraintesa, o meglio non aveva nulla a che fare con il «patrimonio intellettuale nazionalsocialista» ( nationalsozialistischem Gedankengut ).

In questo nostro lavoro ho voluto che, oltre allo studio dei Quaderni neri , la giornalista Claudia Gualdana analizzasse tutta la produzione pubblicata sui quotidiani italiani. Anche in questo settore il lettore avrà modo di accorgersi delle incongruenze e potrà constatare che molte affermazioni sono poco aderenti agli scritti heideggeriani.

Infine, non intendo difendere Heidegger da nulla e non è mia intenzione chiudere la discussione. Anzi il mio intento è di aprire una nuova riflessione: il lettore disporrà finalmente di un’analisi filologica dettagliata dei Quaderni neri e delle chiavi interpretative per orientarsi. Egli stesso si accorgerà delle incongruenze e delle letture improvvisate finora proposte .


La rivelazione e le polemiche

Il dibattito sull’antisemitismo di Martin Heidegger è stato rilanciato lo scorso anno dall’uscita in Germania della prima parte dei suoi Quaderni neri , relativa al periodo 1931-41: su quei testi la filosofa Donatella Di Cesare ha scritto il libro Heidegger e gli ebrei (Bollati Boringhieri), di cui ha anticipato i contenuti sulla «Lettura» del 2 novembre 2014. In seguito la stessa Di Cesare ha rivelato, sulla «Lettura» dell’ 8 febbraio scorso, che nei successivi Quaderni del periodo 1942-48 Heidegger definisce la Shoah una sorta di «autoannientamento» degli ebrei.
-  L’argomento è stato poi ripreso sul «Corriere» in due distinti interventi: un articolo (uscito il 4 luglio) firmato da Peter Trawny, curatore dei Quaderni neri ; e uno dello studioso francese Emmanuel Faye, apparso il 21 luglio. I volumi con gli Schwarze Hefte , - ovvero i Quaderni neri - usciti finora nell’edizione tedesca dall’editore Vittorio Klostermann di Francoforte sono quattro: dal 94 al 97 (i numeri si riferiscono all’ordine dei volumi nell’ Opera completa dell’autore). Il primo di questi, contenente le annotazioni degli anni 1931-1938, esce in Italia il 5 novembre, tradotto da Alessandra Iadicicco e pubblicato da Bompiani (pp. 712, e 25).

* Corriere della Sera, 04.10.2015


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