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EICHMANN A GERUSALEMME (1961). “come fu possibile la hitlerizzazione dell’Imperativo Categorico di Kant? E perché è ancora attuale oggi?” (Emil L. Fackenheim, Tiqqun. Riparare il mondo).

HEIDEGGER, KANT, E LA MISERIA DELLA FILOSOFIA - OGGI. Alcune note di Federico La Sala

(...) Ancora oggi, ci sono studiosi che sembrano “prendere sul serio il profetismo di Heidegger” e insistono a dare credibilità ai sogni dei visionari e dei metafisici (...)
lunedì 22 agosto 2011
[...] Nel 1933, il discorso del rettorato di Martin Heidegger è la ‘logica’ conseguenza dell’assassinio non solo del “Mosè della nazione tedesca” (come voleva Holderlin), ma del Mosè Liberatore e Legislatore dell’intera tradizione abramica (ebraismo, cristianesimo, e islamismo) ed europea. L’"Uno" di Mosè (“Ascolta Israele, il Signore nostro Dio, il Signore è Uno”), come l’“uno”di Kant, diventa l’uno della monarchia prussiana prima (si cfr. la (...)

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> HEIDEGGER, KANT, E LA MISERIA DELLA FILOSOFIA - OGGI. --- IL PECCATO DI ADAMO, IL "NIENTE" DI HEIDEGGER, E LA "COMPRENSIONE" DI ROMANO GUARDINI.

venerdì 10 gennaio 2020

DIO, UOMO, E MONDO: TEOLOGIA, "ANDROPOLOGIA", E COSMOLOGIA. IL "PECCATO" DI MARTIN HEIDEGGER E LA "DIFESA" DI ROMANO GUARDINI... *


"QUANDO GUARDINI DIFESE HEIDEGGER. Si conobbero all’inizio del ’900 e con pause di anni rimasero sempre in contatto. Il pensatore cattolico scese in campo contro le censure per l’adesione Al nazismo" (cfr. Simone Paliaga, "Avvenire", 18 settembre 2019). Allegato:

Il "niente" del filosofo è quello generato dal peccato di Adamo

L’uomo «non era Dio; ma stava in quell’unità della grazia con Dio. Partecipava alla vita divina. Tutto ciò è stato superato. Le ralazioni sono disgregate e ora la finitezza è mera finitezza; staccata da Dio»

di Romano Guardini (Avvenire, 18 settembre 2019)

L’angoscia di cui parla Heidegger si presenta soltanto dopo il peccato, poiché soltanto dopo il peccato si presenta quel niente di fronte a cui nasce quest’angoscia - perché soltanto dopo il peccato si presenta quel genere di Esserci (l’uomo, ndr) per il quale il niente è una minaccia.

L’Esserci creato da Dio era finito; stava però nel riferimento alla grazia e all’amore. Non era Dio; ma stava in quell’unità della grazia con Dio, superiore a ogni categoria del pensiero decaduto. Partecipava alla vita divina. Era abbracciato da Dio e stava in movimento verso di Lui, dentro di Lui. Tra questo finito e Dio non vi era un aut aut: assoluto o condizionato; infinito o finito. Qui vi era piuttosto una relazione di genere diverso, appunto quello della grazia (...).

Tutto ciò è stato superato. Le relazioni si sono disgregate, Solo ora la finitezza è diventata nera finitezza; staccata da Dio. Ora vale l’affermazione: essere finito, non Dio. Adesso è presente anche il niente. Anzitutto il niente circostante: quello che si trovava intorno a questa finitezza separata. Il niente he è espressione mitologica della ribellione contro Dio e, di conseguenza, dell’abbandono da parte di Dio, anzi dell’ira di Dio. questo è il niente del vuoto. Poi l’altro niente, quello interiore (...).

La rottura della relazione fondata nel «riferimanto a (grazia e amore, ndr)» implica dunque l’inversione del movimento verso Dio, dirigendosi quindi verso il controvalore, verso il male. E dunque verso il niente. Questo è il niente interiore che, nell’uomo, lo minaccia a partire dalla direzione del suo movimento esistenziale.

Questo niente - quello circostante dell’abbandono e quello interiore a partire dal movimento verso il controvalore - è il niente di cui parla Heidegger. Ma questo è presente solo dopo il peccato.

Fa parte dell’inganno del peccato il fatto che tutti questi fenomeni - finitezza, essere, niente, movimento, morte, coscienza, che sono fenomenni della deiezione, di ciò che non dovrebbe essere - vengano resi fenomeni normali. Pascal dice: poiché la prima natura era distrutta, se ne stabilì una seconda, falsa, fondata sul peccato (...).

Ciò che il Nuovo Testamento chiama "conversione" non è soltanto la conversione d’animo, la disponibilità a credere e a cambiare vita, ma è anche un cambiamento di pensiero - per cui i criteri del vero e del falso non sono più tratti da quella "seconda natura" che si è stabilita dopo il peccato, ma dalla rivelazione, più precisamente dall’esistenza di Cristo.

(Testo inedito e non datato, tratto dal corso berlinese di antropologia di Romano Guardini. Traduzione di Claudio Bonaldi).



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TEOLOGIA, ANDROPOLOGIA, E COSMOLOGIA DELLA CHIESA CATTOLICO-IMPERIALE! "De domo David"?!: Gesù, Maria, e Giuseppe! *

CARDINALE CASTRILLON HOYOS: “Duemila anni fa, un ovulo fu miracolosamente fecondato dall’azione soprannaturale di Dio, da questa meravigliosa unione risultò uno zigote con un patrimonio cromosomico proprio. Però in quello zigote stava il Verbo di Dio”(dichiarazione del Cardinale Dario Castrillon Hoyos alla XV conferenza internazionale del Pontificio consiglio, la Repubblica del 17 novembre 2000, p. 35)

PAPA FRANCESCO: “«Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Gal 4,4). Nato da donna: così è venuto Gesù. Non è apparso nel mondo adulto ma, come ci ha detto il Vangelo, è stato «concepito nel grembo» (Lc 2,21): lì ha fatto sua la nostra umanità, giorno dopo giorno, mese dopo mese. Nel grembo di una donna Dio e l’umanità si sono uniti per non lasciarsi mai più: anche ora, in cielo, Gesù vive nella carne che ha preso nel grembo della madre. In Dio c’è la nostra carne umana! [...]” (LIII GIORNATA MONDIALE DELLA PACE, Omelia di papa Francesco, Basilica Vaticana, Mercoledì, 1° gennaio 2020).

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A) - La costruzione del ’presepe’ cattolico-romano .... e la ’risata’ di Giuseppe!!!
-  MEMORIA DI FRANCESCO D’ASSISI. “VA’, RIPARA LA MIA CASA”!!!
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B) Il magistero della Legge dei nostri Padri e delle nostre Madri Costituenti non è quello di “Mammona” (“Deus caritas est”, 2006)! EUROPA: EDUCAZIONE SESSUALE ED EDUCAZIONE CIVICA. ITALIA “NON CLASSIFICATA”!!! Per aggiornamento, un consiglio di Freud del 1907.

C) GUARIRE LA NOSTRA TERRA: VERITÀ E RICONCILIAZIONE. Lettera aperta a Israele (già inviata a Karol Wojtyla) sulla necessità di “pensare un altro Abramo”.

Federico La Sala


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