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FINANZIARIA, DIPENDENTI PUBBLICI, E TAGLI. Dopo mesi di bugie, il Governo ha varato una manovra economica iniqua e ingiusta ..

12 GIUGNO 2010 A ROMA, CGIL IN PIAZZA. In difesa del lavoro pubblico e della conoscenza, manifestazione nazionale contro la manovra economica del Governo - a cura di Federico La Sala

"Tutto sulle nostre spalle", con questo slogan tutta la CGIL in piazza in difesa del lavoro pubblico e della conoscenza.
sabato 12 giugno 2010 di Federico La Sala
[...] tutto il mondo del lavoro pubblico parteciperà al corteo che dalle ore 14, di sabato 12 giugno, sfilerà a Roma da Piazza della Repubblica a Piazza del Popolo. Queste giornate di mobilitazione precederanno lo sciopero generale di fine giugno, già annunciato dal Segretario generale della CGIL, Guglielmo Epifani, sul quale il direttivo della CGIL Nazionale si esprimerà nel suo prossimo incontro [...]

Contro la manovra economica del (...)

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> 12 GIUGNO 2010 A ROMA, CGIL IN PIAZZA. ---- SCUOLA: BLOCCO DEGLI SCUTINI. Secondo i Cobas il blocco è stato attuato in sette regioni. Domani e martedì in tutta Italia (di Cosimo Cito).

domenica 13 giugno 2010


-  Secondo i Cobas il blocco è stato attuato in sette regioni. Domani e martedì in tutta Italia
-  La Finanziaria prevede tagli del 10% sulle buste paga e il blocco dei contratti per tre anni

-  Scuola, sciopero contro i tagli
-  Bloccati oltre 4mila scrutini

In sette regioni d’Italia bloccati oltre 4mila scrutini. la protesta parte dal basso. Domani e martedì, secondo i Cobas, si estenderà anche nelle altre regioni. La Finanziaria prevede tagli sulle buste paga del 10%.

di Cosimo Cito (l’Unità, 13.06.2010)

Lo definiscono «un massacro», attanagliati dall’ansia di un dopo che sta arrivando a suon di sforbiciate, «di decapitazioni», e non è una rivoluzione, ma una restaurazione. La scuola pubblica langue sotto la mannaia di una Finanziaria che prevede tagli del 10% circa sulle buste paga di insegnanti e ausiliari.

Si stimano circa 40mila euro in meno nelle tasche di ogni lavoratore della scuola pubblica nell’arco di un’intera carriera. Tagli nel personale, blocco degli scatti automatici di carriera, blocco dei contratti per tre anni. La ricetta è semplice, ma gravida di conseguenze. Nell’ultimo anno circa 600mila euro di finanziamenti sono passati dalla scuola pubblica a quella privata, tagliati di netto.

La lotta è quindi spostata nella forma più estrema e definitiva: il blocco degli scrutini. Se ne contano già circa 4000 in scuole di Puglia, Veneto, Marche, Lazio. Lunedì e martedì il secondo tempo, nelle regioni più grandi. Il blocco è determinato dall’assenza di un insegnante per legge uno scrutinio per essere valido deve prevedere la presenza di tutto il corpo docente a turno.

La protesta, dilagata dal basso, con Cobas e precari della scuola in prima linea, ha anche la piazza, adesso. Piazza del Popolo, che nel sole di giugno è un forno ed è infiammata di rosso Cigl. A centinaia, insegnanti e personale Ata portano le loro storie sotto il palco, raccontano, si commuovono, denunciano.

Vengono dalla Brianza, come Emanuela Tavornina, insegnante di Cavenago, «incazzata, e lo scriva con tre z» incazzata al cubo, insomma -, che racconta, a voce alta: «La scuola pubblica in Brianza è sempre stata negli ultimi anni un modello di efficienza, di capacità, di oculatezza nella gestione, spesso difficilissima, delle risorse. Questa Finanziaria ci taglia l’erba sotto i piedi. Nella nostra scuola - la primaria “Ada Negri” -, due posti sono stati tagliati, ora i bambini hanno in media meno di due insegnanti per classe, e quindi non possiamo più garantire il tempo pieno, il sostegno, il recupero degli scolari in difficoltà».

E poi, il paradosso: «Nella scuola delle tre I - continua Emanuela -, l’inglese, una delle supposte priorità, è affidata a incredibili stratagemmi: ci sono corsi di aggiornamento di 40 ore per insegnanti della primaria in cui si dà loro un’infarinatura d’inglese. Con questo pezzo di carta quindi si può insegnare la lingua ai bambini. E gente laureata in lingue, con esperienza, competenze, cultura e capacità didattiche resta fuori. Una situazione imbarazzante, deprimente». E una risposta al ministro Gelmini, che vorrebbe la scuola chiusa a settembre per motivi “turistici”: «Noi insegnanti siamo disposti ad andare anche a luglio a lavorare. Noi siamo professionisti della cultura e non abbiamo problemi di sorta. Le sparate non servono, a noi servono finanziamenti».

SPOSTAMENTO

Il blocco degli scrutini è una forma estrema di protesta. Anche loro, gli uomini, le donne che lottano, preferiscono la parola “spostamento”. Gli scrutini sono solo spostati di due giorni - oltre, per legge, c’è il precetta mento e il decurta mento degli stipendi -, e le ultime classi di medie e superiori non vengono toccate per non compromettere gli esami di maturità. Tuttavia la protesta è larga tutto un Paese.

A Bari Sergio, «insegnante di italiano e latino, a tempo indeterminato, ma sono tra i pochissimi alla mia età - 39 anni - a poterlo dire» vede nuvole nere all’orizzonte, «un futuro in cui la scuola sarà relegata sempre più a un ruolo subalterno», del resto il presente è quello che è, con «i soldi della Comunità europea, e solo quelli, ad aiutarci ad alimentare le attività pomeridiane, così importanti e formative». Il fronte di lotta è largo, ed è una linea del Piave che deve necessariamente tenere.


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