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IL SOGGETTO E LA MASCHERA. IL BAAL-LISMO: LA LUNGA OFFESA E LA DEVASTANTE OFFENSIVA (1994-2010) DEL CAVALIERE DI "FORZA ITALIA" CONTRO L’ITALIA ...

GIU’ LA MASCHERA. Il cavaliere impunito e la regola del silenzio. Una nota di Giorgio Bocca - a cura di Federico La Sala

(...) nella Italia berlusconiana il furto attraverso la politica è scoperto, normale. Appena si può si ruba e viene il sospetto che sia avvenuta una mutazione antropologica (...)
sabato 12 giugno 2010 di Federico La Sala
[...] L’Italia un tempo paese dei misteri, delle società segrete, delle congiure massoniche sotto l’egida del cavaliere di Arcore sta diventando una democrazia autoritaria dichiarata e compatta a difesa dei suoi vizi e dei suoi furti. Perché opporsi al bavaglio che viene imposto all’informazione? Non aveva ragione Mussolini ad abolire la cronaca nera e a coprire gli scandali del regime? Esiste un modo più efficace di lavare i panni sporchi in gran segreto senza che le gazzette li mettano in (...)

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> GIU’ LA MASCHERA. Il cavaliere impunito e la regola del silenzio. ---- Sapevamo da tempo che ... (di Nicola Tranfaglia - L’inferno del demagogo. La Costituzione secondo Berlusconi).

sabato 12 giugno 2010


-  La Costituzione secondo Berlusconi
-  L’inferno del demagogo

di Nicola Tranfaglia (l’Unità, 12.06.2010)

Sapevamo da tempo che il presidente del Consiglio non ama la Costituzione repubblicana. Negli ultimi vent’anni o quasi, a partire dal marzo 1994 in cui ha vinto per la prima volta le elezioni politiche nazionali, l’imprenditore milanese ha sempre parlato il peggio possibile della carta costituzionale. Gli italiani ricorderanno che anni fa la definì una “costituzione sovietica” perché troppo attenta alle esigenze delle masse lavoratrici italiane e, giorni fa, ha sottolineato che in essa si parla di lavoro ma non di imprese e tanto meno di mercato: cioè delle due parole che hanno fino a ieri contrassegnato la sua vita. Avrebbe forse potuto aggiungere che la costituzione non parla neppure di “amici degli amici”: espressione particolarmente cara a chi si iscrive negli anni Settanta alla Loggia massonica coperta P2 di Licio Gelli e a chi ha come amico particolarmente caro un uomo come il senatore Marcello Dell’Utri che di amici siciliani si intende molto,a leggere gli atti che lo riguardano nei processi di Palermo.

Ma oggi non è il caso di polemizzare con le strane amicizie di Silvio Berlusconi quanto di constatare che la sua concezione dello Stato e della democrazia è del tutto incompatibile con i principi e i valori della Costituzione repubblicana come altrettanto incompatibili appaiono i comportamenti dei suoi ministri leghisti che non festeggiano l’anniversario della Repubblica. Peccato che Berlusconi,come del resto i ministri Maroni e Calderoli,abbiano giurato fedeltà al testo costituzionale e dovrebbero comportarsi in maniera coerente: se se ne ha un giudizio negativo o non si riesce ad osservarne i dettami,l’unica soluzione è lasciare il proprio incarico e presentare le dimissioni al Capo dello Stato.

Ma non ci troviamo,a quanto pare,di fronte a persone coerenti e preoccupate della tenuta democratica del paese. Siamo al contrario di fronte a un demagogo populista che da tempo vuole svuotare gli articoli fondamentali della Costituzione e trasformare il nostro Paese in una sorta di regime autoritario dominato dalle televisioni e dai giornali asserviti al governo e alla sua ampia maggioranza parlamentare.

Sicchè gli attacchi alla Costituzione fanno parte della campagna di propaganda che dovrebbe servire a convincere sempre di più la maggioranza degli italiani che la Carta è inutile o peggio dannosa e che Berlusconi ha ragione a lamentarsi sempre di più per i lacci e i lacciuoli che il testo contiene impedendogli di fare tutto quello che vuole come “unto del popolo”. Basterebbe in fondo eliminare dalla Costituzione che all’articolo 1 recita «La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione» quell’affermazione pignola sui limiti e le forme.


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