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Parole di Sandro Pertini: « Libertà, giustizia sociale, amor di patria. Noi siamo decisi a difendere la Resistenza. Lo consideriamo un nostro preciso dovere: per la pace dei morti e per l’avvenire dei vivi, lo compiremo fino in fondo. Costi quel che costi».

ITALIA 1960: LA RIVOLTA DI GENOVA. CONTRO IL GOVERNO TAMBRONI, CONTRO IL CONGRESSO DEL MSI NELLA CITTA’, GENOVA INSORGE. Wanda Valli e Filippo Ceccarelli ricordano e commentano gli eventi di quei giorni - a cura di Federico La Sala

I protagonisti saranno i giovani, i ragazzi con le "magliette a strisce", operai, portuali, moltissimi studenti dell’università.
lunedì 14 giugno 2010
[...] La macchia è ancora lì, rossastra, a due passi dal palazzo della Regione, in piazza De Ferrari, cuore di Genova. Hanno provato a ripulirla nel tempo, più e più volte, ma senza riuscirci. Quasi che la storia volesse lasciare un suo segno. La macchia è quel che rimane di una camionetta della Celere di Padova rovesciata e incendiata dai manifestanti, il 30 giugno del 1960. Il giorno in cui Genova brucia, si ribella, si rivolta contro il Msi, fresco alleato del governo Tambroni, che (...)

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> ITALIA 1960: LA RIVOLTA DI GENOVA. --- Da sempre contro il fascismo (di Moni Ovadia).

sabato 3 luglio 2010

Da sempre contro il fascismo

di Moni Ovadia (l’Unità, 3 luglio 2010)

Il 30 giugno scorso ricorreva il 50° anniversario dei moti di Genova contro il governo Tambroni, monocolore democristiano con l’appoggio del Msi.

Il fascismo cacciato dalla Resistenza nell’aprile del ’45 rientrava dalla finestra. La Genova operaia, civile e antifascista insorse con la forza di un’ondata di piena. Il movimento sorse spontaneo dal basso, i partiti della sinistra vi aderirono organizzandolo. Ci furono poderose manifestazioni in altre città d’Italia. A Reggio Emilia ci furono morti. I celerini caricarono e spararono ad altezza d’uomo.

A Roma la polizia a cavallo caricò i manifestanti e furono picchiati selvaggiamente anche i rappresentanti del popolo, senatori e deputati che partecipavano alle manifestazioni. Non fu solo la sinistra ad opporsi a quello sciagurato tentativo di riaccreditare politicamente i fascisti, anche esponenti della Dc provenienti dalla militanza antifascista lo fecero. Correva l’anno 1960. Per me fu un anno decisivo. Nell’aprile di quell’anno divenni consapevolmente antifascista.

Avevo 14 anni, nella mia scuola, la scuola ebraica di Milano nata in seguito alle leggi raziali del 1938, approfittando della recente installazione di altoparlanti in ogni classe e della ricorrenza della Liberazione, il professor Luciano Segre, partigiano comunista fece uno straordinario racconto della lotta partigiana dipanando davanti a noi studenti stupiti e commossi, la grande epopea di popolo che fu Resistenza, un’epopea che vedeva protagonisti gli operai, i contadini, le donne, gli artigiani, gli intellettuali, coloro che riportavano la democrazia all’Italia e che ne avrebbero garantito la natura di luogo dei diritti e dei valori universali. Con i fatti di Genova capii che l’antifascismo riguardava il mio tempo, come lo capiscono i giovani e i giovanissimi che oggi si iscrivono all’Anpi con la qualifica di antifascista.


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