MEDIO ORIENTE
Shalit, accordo per la liberazione
mille prigionieri in cambio
Il pilota israeliano è prigioniero di Hamas nella Striscia di Gaza dal 2006. I familiari: "Speriamo sia la volta buona"
TEL AVIV - Il governo israeliano e Hamas hanno raggiunto un accordo per la liberazione del soldato Gilad Shalit in cambio della scarcerazione di mille prigionieri palestinesi. "Lo scambio di prigionieri per Shalit verrà attuato all’inizio di novembre, con la medizione dell’Egitto", ha annunciato la tv Al Arabiya.
Abu Obeida, portavoce delle Brigate Ezzedin al Qassam, braccio armato di Hamas, ha confermato stasera l’intesa di massima con Israele, mediata dall’Egitto, aggiungendo che il caso Shalit "sarà chiuso in pochi giorni", pronbabilmente nel giro di una settimana.
Shalit è in ostaggio dal 2006: l’accordo prevede che Israele liberi i 1.000 prigionieri palestinesi in due tranche: la prima di 500 quando Shalit lascierà la Striscia di Gaza per passare in Egitto, e gli ulteriori 500 quando tornerà in Israele. Tra i prigionieri liberati ci sarà anche Marwan Barghuti, leader di Tanzim (organizzazione armata legata a Fatah), condannato a 5 ergastoli. Ancora non è chiaro se Barghouti e altri sei miliziani di punta potranno restare nei Territori.
"Abbiamo ricevuto un aggiornamento. Speriamo che questi sviluppi siano seri": hanno dichiarato i familiari del soldato, da oltre un anno sono accampati in una tenda a breve distanza dalla residenza del premier Benyamin Netanyahu, a Gerusalemme. "Manteniamo un cauto ottimismo" hanno aggiunto. "Anche in passato abbiamo visto infatti riunioni urgenti del governo".
Il retroscena. Da fonti politiche israeliane si apprende che dietro allo scambio dei prigionieri fra Israele e Hamas - sul quale è stata convocata una consultazione urgente dei ministri israeliani - c’è stata la apertura di una "finestra di opportunità", di carattere regionale.
Il riferimento è alla situazione creatasi con la ’primavera araba’: in particolare alla crisi nella relazioni fra Hamas e il regime di Bashar Assad a Damasco, aggiunta al desiderio della giunta militare in Egitto di conseguire un successo diplomatico. Viene inoltre citata una asserita necessità per Hamas di ottenere un vistoso successo agli occhi dei palestinesi da opporre a quello registrato da Abu Mazen (Anp) quando ha chiesto la piena adesione della Palestina alle Nazioni Unite.
* la Repubblica, 11 ottobre 2011