la recensione
Di Francesco e Boncinelli, indagine sulle tracce dell’io
di ANDREA L AVAZZA (Avvenire, 04.08.2010)
In una società individualistica e narcisistica come la nostra, in cui tutti parlano sempre di più in prima persona singolare, può apparire paradossale chiedersi «che fine ha fatto l’io?». Eppure, da una prospettiva scientifica, è quanto mai pertinente il titolo del recente volume, strutturato in forma di dialogo, del genetista e neuroscienziato Edoardo Boncinelli e del filosofo della mente Michele Di Francesco, entrambi attivi all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Le scienze cognitive contemporanee, ancora più radicalmente di Freud e della filosofia novecentesca, hanno infatti messo in questione l’unità, la razionalità, la coerenza e la capacità di governare l’azione dell’io. Danni cerebrali di piccola entità possono colpire selettivamente le nostre capacità mentali, mentre molti esperimenti mostrano che nel cervello sono in azione simultanea varie agenzie cognitive che si contendono il centro della coscienza.
E almeno due sistemi alternativi guidano i nostri processi decisionali. Uno è veloce, istintivo, automatico e poco flessibile; l’altro è più lento, sottoposto al controllo consapevole, più duttile e raffinato. Se bisogna spostarsi all’istante perché ci sta cadendo un vaso in testa, è meglio affidarsi al primo; se vogliamo decidere al meglio in un contesto di interazione sociale, risulta migliore il secondo.
Ma, spesso, si manifestano cortocircuiti che ci rendono incoerenti o irrazionali agli occhi degli altri. D’altra parte, andiamo scoprendo che siamo inconsciamente influenzati nei modi più bizzarri da situazioni che giudicheremmo irrilevanti, come i giovani che, dopo aver partecipato a un test centrato sugli anziani e il loro comportamento, camminano molto più lentamente del solito lasciando l’aula in cui hanno partecipato alla prova.
Che dire poi della libera volontà, che riteniamo al massimo influenzata dai condizionamenti culturali, dalle mode e dalla pubblicità? In laboratorio, i neuroscienziati ci indicano invece che le nostre decisioni sono prese dal cervello ben prima che ce ne rendiamo conto, dissolvendo così la nostra idea di libertà e lo stesso ruolo attivo dell’io.
Sono soltanto alcune delle risultanze che fanno parlare di una ’scomparsa’ del soggetto personale come lo conoscevamo. Più tranchant è Boncinelli, che con alta competenza dà voce alle posizioni della scienza sperimentale; meno ostile a ritenere l’Io un’entità reale con rilevanza causale Di Francesco, studioso raffinato anche della fenomenologia.
La forma dialogica del libro rende facilmente accessibile l’immersione in un ambito di ricerca che sta rivoluzionando l’immagine di noi stessi. E che pone anche interrogativi forti e pressanti a chi non ritenga che l’unica certezza identitaria rimastaci sia il Dna. Come scrive Di Francesco, infatti, riferendosi al concetto di io agostiniano, per il quale la verità è nel cuore dell’uomo, dove si trova anche Dio, «se ci muoviamo con le risorse della scienza e della filosofia, questo tipo di verità resta fuori dal discorso».
E. Boncinelli - M. Di Francesco
CHE FINE HA FATTO L’IO?
San Raffaele. Pagine 206. Euro 19 ,50