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LA COSTITUZIONE DEL PENSIERO E IL PENSIERO DELLA COSTITUZIONE. PER LA CRITICA DELL’ECONOMIA E DELLA TEOLOGIA POLITICA DI "MAMMONA" E DI "MAMMASANTISSIMA" - E DEL SUO "SUPERUOMO".

L’ARCHIVIO DEGLI ERRORI: L’ "IO SONO" DI KANT E L’ "IO SONO" DELL’"UOMO SUPREMO" DEI "VISIONARI" DELLA TEOLOGIA POLITICA ATEA E DEVOTA. Note per una rilettura della "Critica della Ragion pura" (e non solo) - di Federico La Sala

Kant vede molto bene cosa c’è alla base dei sogni dei visionari e dei metafisici di tutti i tipi e di tutti i tempi! (....) Emanuel Swedenborg, il padre di tutto l’idealismo tedesco e del romanticismo dell’Assoluto! (...)
domenica 20 settembre 2015
(...) "non si cesserà mai di discutere, sino a che non si penetrerà entro la vera causa dell’illusione, da cui anche l’uomo più razionale può essere ingannato [...] mi è sembrato necessario indagare dettagliatamente, sino alle sue fonti prime, tutta questa costruzione - sebbene vana - della ragione speculativa [...] mi è sembrato allora consigliabile redigere dettagliatamente gli atti di questo processo, e depositarli nell’archivio della ragione umana, per prevenire futuri errori di una (...)

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> L’ARCHIVIO DEGLI ERRORI: L’ "IO SONO" DI KANT E L’ "IO SONO" DELL’"UOMO SUPREMO" ---- INCONTRO CON ME STESSO (di Aldo Antonelli)

venerdì 21 settembre 2012

INCONTRO CON ME STESSO

di don Aldo Antonelli

Mezzogiorno.

In casa, da solo, come spesso da qualche tempo.

Tutte le finestre sono aperte e la sala respira a pieni polmoni l’azzurro intenso e schietto di questa prima giornata d’autunno. "Voglio incontrarmi con me stesso - mi son detto -. Voglio farmi quattro chiacchiere con me!". Il primo problema che mi si pone è se chiudere gli occhi o tenerli aperti. E non è un problema da poco. Tenere gli occhi aperti comporta che lo sguardo ti leghi ai ricordi: le foto, i quadri, gli oggetti, tutto parla e al passato, purtroppo... E allora ti chiedi: "ma io sono il mio passato"?

NON CI STO!

Chiudo gli occhi e trovo la difficoltà a pensarmi senza l’altro, senza "relazione", non "in rapporto a...". E qui mi si pone la domanda delle domande: "Ma allora io sono solo una funzione?".

NON CI STO!

Così, con la testa tra le mani, lentamente ma inesorabilmente mi accorgo che io non confino con me stesso; i miei connotati non sono i visibili, gli udibili, i fruibili, i conosciuti/conoscibili. Mi accorgo, con sorpresa, di essere una sorta di "transgenico", un "al di là" cui è difficile dare un nome, perché ogni termine sarebbe insufficiente a esprimermi e a definirmi. E sarebbe anche equivoco...! E fa capolino una terza, impertinente domanda: "che fossi anch’io indefinibile e innominabile, come Dio?....".

Mi alzo, apro gli occhi e mi affaccio al balcone. Nuovo, come un bambino. Nuovo anche il sole. Nuovo il panorama e nuovo anche il verde dell’erba dei giardini di condominio.

ORA SI’ CHE CI SONO!

Aldo


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