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POLITICA ED ECONOMIA DEI TRASPORTI. TIR E CAMION CONTRO TRENO ....

L’ ITALIA SULLA STRADA. IL GOVERNO DICE ADDIO AI TRENI-MERCI E SALE SUI CAMION: ESULTANO I CAMIONISTI. Un commento di Daniele Martini - a cura di Federico La Sala

Siccome gli autotrasportatori dell’Unatras stavano minacciando il blocco dei Tir ad agosto, con una botta di coraggio decisionista il governo ha deciso di affrontarli cedendo. Li ha accontentati in pieno (...)
mercoledì 4 agosto 2010 di Federico La Sala
[...] Il dono si chiama “provvedimento sulle tariffe minime” e permette alle società di trasporto e ai camionisti di fissare un prezzo al di sotto del quale non è consentito scendere. In pratica è un assist alle intese di cartello, contro gli interessi di chi spedisce le merci.
Il giorno prima dell’approvazione il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, di solito prudente e misurato, è arrivato addirittura ad invitare i parlamentari a non votare a favore del testo (...)

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> L’ ITALIA SULLA STRADA.---- LA SUBURRA (di don Aldo Antonelli).

mercoledì 4 agosto 2010

LA SUBURRA

di don Aldo Antonelli

La metastasi è arrivata anche in Abruzzo. Gli allievi hanno ben imparato la lezione che viene dal loro capo. Li conosco bene e quando li incontro li evito. Ai loro inchini ipocriti rispondo con un’alzata di testa!

Non voglio aggiungere analisi ad analisi. Ci ne sono fin troppe. E’ questo popolo schienato, che non trova forza né voglia di reagire che mette paura. E’ questo alzare le spalle che umilia financo la nostra rabbia.

Già su Carta del 2009 Marco Deriu scriveva:

«Nonostante la cornice formalmente democratica, abbiamo un sovrano pressoché assoluto che si permette di fare e disfare quello che vuole, che si fa beffe della moralità, della legge e perfino della verità, negando senza alcun imbarazzo la cruda realtà dei fatti, che si è circondato di un vasto apparato di servitori che dopo aver occupato posti chiave in partiti, istituzioni, televisioni, giornali, provvedono ad apparecchiargli un "mondo" secondo le sue necessità sostenendo qualsiasi bugia e malefatta pur di non contrariarlo. Tuttavia la fisionomia di questo sovrano non assomoglia, nonostante le retorica, al drago mostruoso delle leggende; nè ai dittatori spietati e sanguinari che pure abbiamo conosciuto nel ’900. -L’ordine non è quello del terrorre ma del narcisismo e dell’iperrealismo conformistico che si avvicina più che mai a quella che Etienne De la Boetie chiamava "servitù volontaria". Le vergini che vengono offerte non vanno come vittime al sacrificio ma corrono a fare la fila e mandano i propri book fotografici per essere notate e chiamate dal sovrano».

Ma gli effetti del Berlusconismo li aveva già elencati Filippo Ceccarelli su Repubblica del 22 marzo 2006:

«La decadenza di un intero popolo e della sua creatività, l’omologazione in basso dei costumi e delle credenze, gli ostacoli messi sistematicamente tre la gambe di chi ha meno di 30anni, lo scempio della moralità e delle regole, lo svilimento della costituzione, l’assassinio del bello, il servilismo appagato e appagante, lo "squadrismo culturale", "l’imbecillità del nuovo ceto politico...».

E sempre su Repubblica del 9 ottobre 2008 Simonetta Fiori segnalava l’eredità di Berlusconi in questi termini:

«Un’Italia segnata da degrado istituzionale e morale, disgregazione morale e scarsa memoria storica».

Se non sbaglio, all’inizio di quest’anno Filippo Ceccarelli ha pubblicato un Libro intitolato la Suburra (sottotitolo: Sesso Potere, storia di due anni indecenti), in cui scrive:

«La scomparsa dell’etica, privata e pubblica, è così assoluta, così indiscussa, così estesa da suggerire una caduta intellettuale di massa, che è qualcosa di più e di peggio, di una caduta morale».

Sull’ultimo numero dell’Espresso Giorgio Bocca stigmatizza:

«Cresce la noia, il fastidio, la ripugnanza per la Suburra, per questa Italia miserabile per cui si aggirano come topi di fogna affaristi, avventurieri, profittatori. C’è qualcosa che viene prima della morale, prima del rispetto delle leggi, prima dell’onorabilità: il disgusto per la Suburra, cioè per la servitù agli appetiti, ai vizi più degradanti».

Mi fa piacere, a questo punto, citare anche Famiglia Cristiana che nell’editoriale del numero oggi in edicola scrive:

«Una concezione padronale dello Stato ha ridotto ministri e politici in ’servitori’. Semplici esecutori dei voleri del capo. Quali che siano. Poco importa che il Paese vada allo sfascio. Non si ammettono repliche al pensiero unico. E guai a chi osa sfidare il ’dominus’ assoluto».

Chissà se il cardinal Bertone la legge.....

Aldo [don Antonelli]


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