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DISTRUZIONE DELLA SCUOLA DELLA REPUBBLICA E DISTRUZIONE DELLA COSTITUZIONE. NEL 1994 UN CITTADINO REGISTRA IL NOME DEL SUO PARTITO E COMINCIA A FARE IL "PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA" DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’": "FORZA ITALIA" (2010)!!!

INSEGNARE ED EDUCARE NEL TEMPO DELL’OCCUPAZIONE DELLA LINGUA ITALIANA E DEL COLPO MORTALE (ATEO E DEVOTO) ALLA SCUOLA PUBBLICA. Alcune vecchie riflessioni di Domenico Starnone, Chiara Saraceno, Marco Lodoli, e una nota della Rete degli studenti di Sonia Sabatino - a cura di Federico La Sala.

Le polemiche sui tagli alla scuola e le proteste dei professori precari riportano d’attualità la questione della qualità dell’istruzione in Italia
giovedì 9 settembre 2010 di Federico La Sala
[...] Si sta mettendo in atto una vera e propria svendita della scuola pubblica, che nonostante rimanga pubblica di facciata, nella sostanza viene depauperata, esautorata dalle sue funzioni. Siamo ritornati in un’Italia che speravamo aver abbandonato per sempre dopo tante lotte, un’Italia in cui l’abbandono scolastico cresce perché mandare un figlio a scuola costa troppo, in cui si lascia la scuola perché non ci si può permettere di recuperare tre insufficienze, in cui a (...)

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> INSEGNARE ED EDUCARE NEL TEMPO DELL’OCCUPAZIONE DELLA LINGUA ITALIANA -- LA BUONA SCUOLA. I contenuti delle 8 deleghe approvate per completare la riforma.

martedì 17 gennaio 2017

Rivoluzione a Maturità e licenza media, laurea per gli asili, sostegno ai disabili: le novità per la scuola

I contenuti delle 8 deleghe approvate per completare la riforma. Novità anche per il diritto allo studio, la rivoluzione del punteggio finale dei maturandi, l’estesione dei servizi all’infanzia

di SALVO INTRAVAIA *

ROMA - Sabato scorso, nella tarda mattina, il governo ha approvato in prima battuta 8 delle 9 deleghe previste dalla Buona scuola. Un provvedimento che arriva il penultimo giorno utile prima della scadenza: la legge 107/2015 dava al governo 180 giorni di tempo dal 16 luglio 2015. Ecco tutte le novità.

Valutazione e nuovi esami di maturità. E’ forse la delega con le novità più seguite da genitori e studenti. Nel 2018, gli esami di maturità contempleranno soltanto due scritti, Italiano e prova di indirizzo. Salterà la terza prova scritta, quella confezionata lo stesso giorno dalla commissione esaminatrice. E verrà rivoluzionato anche il punteggio finale, che resterà in centesimi, attribuendo un peso maggiore alla carriera scolastica che oggi vale 25 punti di credito. Dall’anno prossimo la carriera scolastica, con le attività di alternanza scuola-lavoro, peserà per 40 punti. Gli altri due scritti e il colloquio varranno 20 punti ciascuno. La commissione esaminatrice resta mista: tre membri interni, tre commissari esterni e un presidente, anche questo esterno. E all’ultimo anno gli studenti dovranno obbligatoriamente (pena l’esclusione dall’esame di maturità) sostenere una prova nazionale Invalsi di Italiano, Matematica e Inglese.

Cambia anche l’esame di terza media: tre prove scritte (Italiano, Matematica e lingua straniera) e un colloquio, in luogo delle sei prove scritte di oggi. Perché la prova Invalsi di Italiano e Matematica, che rientrava nell’esame finale, verrà spostata in un altro momento dell’anno e uscirà dalla valutazione finale. Ma sarà obbligatorio svolgerla per l’ammissione agli esami. In forse le novità sulla valutazione della condotta, che dovrebbe essere espressa sulla base di indicatori nazionali relativi allo sviluppo delle competenze personali, sociali e di cittadinanza.

Da zero a sei anni. Quella sul segmento che contempla i più piccoli, da zero a sei anni di età, è la delega che si pone come obiettivo di estendere i servizi all’infanzia: asilo nido, da zero a tre anni, e scuola dell’infanzia, da tre a sei anni. L’offerta comunale di posti per gli asili-nido è oggi irrisoria, inferiore al 15 per cento, e la delega si prefigge di arrivare entro un numero ragionevole di anni al 33 per cento in almeno il 75 per cento dei comuni e di estendere al 100 per cento la fruizione della scuola dell’infanzia, oggi al 94 per cento. Per centrare l’obiettivo, è previsto un fondo da 229 milioni all’anno da distribuire agli enti locali per estendere i servizi. E toccherà al ministero dell’Istruzione coordinare l’articolato sistema di nidi, micro-nidi e sezioni primavera locali attraverso i Poli per l’infanzia, finanziati da fondi Inail da 150 milioni all’anno, che avranno il compito di potenziare la ricettività dei servizi e sostenere la continuità del percorso educativo e scolastico dei bambini e delle bambine. Obiettivi e funzioni dei servizi per l’infanzia verranno determinati a livello centrale, così come la partecipazione economica da parte delle famiglie. E per lavorare nei nidi occorrerà essere in possesso della laurea triennale.

Diritto allo studio. Dopo oltre 70 anni dalla sua nascita arriva il provvedimento che applica l’articolo 34 della Costituzione: "I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso". Le agevolazioni (e gli esoneri) per i capaci e i meritevoli riguardano trasporti, borse di studio, tasse scolastiche, istruzione domiciliare, libri di testo e il potenziamento della Carta dello studente. Per il welfare dello studente sono previsti 10 milioni all’anno e dal 2018/2019 gli studenti delle quarte classi delle superiori verranno esonerati totalmente dal pagamento delle tasse scolastiche. Dall’anno successivo, la misura interesserà anche i ragazzi di quinta.

Inclusione scolastica. Si tratta di uno degli interventi più delicati: la riforma di un vero e proprio fiore all’occhiello dell’istruzione italiana, risalente a 25 anni fa. Il sostegno ai disabili, ma non solo (la delega si occuperà anche dell’inserimento degli alunni con Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) e Bes, con Bisogni educativi speciali) richiederà meno tempo, meno burocrazia per assegnare le risorse (docenti e altre professionalità) alle scuole e assicurerà una maggiore continuità didattica. Ma anche docenti più preparati. Si parte da 200mila alunni disabili, più una vasta platea di alunni disgrafici e dislessici. Cambierà anche l’iter per la certificazione della disabilità - che oggi richiede diversi mesi - semplificata e accelerata attraverso la modifica della commissione medica che certifica l’handicap e la variazione dei criteri stessi della certificazione. Sarà la scuola la scuola che elaborerà il Progetto educativo individuale dell’alunno per l’assegnazione delle risorse. E non sarà solo la gravità della disabilità a determinare le risposte offerte alle alunne e degli alunni dalle istituzioni. Infine, le classi prime di ogni ciclo e le sezioni di scuola dell’infanzia frequentate da soggetti disabili non potranno avere più di 22 alunni.

Le nuove regole per salire in cattedra. L’attuale percorso per insegnare alla media è al superiore è alla sua terza modifica. Con la delega sulla formazione iniziale il governo intende accorciare i tempi, per portare in cattedra insegnanti più giovani, e incrementare il livello di formazione dei futuri prof. Occorreranno 5 anni di laurea magistrale abilitante a numero chiuso. Dopo la laurea sarà possibile partecipare ad un concorso e chi lo supererà si inserirà in un percorso di formazione di tre anni, due dei quali fatti anche a scuola. Il percorso si concluderà, dopo il terzo anno, con l’assunzione a tempo indeterminato.

Promozione e valorizzazione della cultura umanistica. Una delega ad hoc riguarda la promozione della cultura umanistica, in crisi non solo in Italia di fronte ai colpi della cultura scientifica e tecnologica. La Buona scuola, spiegano dal Miur, al centro il made in Italy. E verranno potenziate nei prossimo mesi anche musica e danza, teatro e cinema, pittura, scultura, grafica delle arti decorative e design e scrittura creativa saranno solo alcune delle arti. "Il patrimonio culturale e artistico italiano può essere occasione di crescita per l’Italia se le nuove generazioni sapranno coniugare tradizione e innovazione", continuano da viale Trastevere. Per questa ragione le scuole saranno aperte a contributi esterni per sostenere la cultura umanistica.

La riforma degli istituti professionali. In Meno di dieci anni, gli istituti professionali sono alla loro seconda riforma degli ordinamenti. Ecco perché. Occorre, secondo il governo, "innovare la loro offerta formativa, superando l’attuale sovrapposizione con l’istruzione tecnica, rispondendo anche alle esigenze delle filiere produttive del territorio". La durata dei percorsi professionali sarà sempre di 5 anni, un biennio e un triennio, e gli indirizzi passeranno da 6 a 11: Servizi per l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la silvicoltura; Pesca commerciale e produzioni ittiche; Artigianato per il Made in Italy; Manutenzione e assistenza tecnica; Gestione delle acque e risanamento ambientale; Servizi commerciali; Enogastronomia e ospitalità alberghiera; Servizi culturali e dello spettacolo; Servizi per la sanità e l’assistenza sociale; Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico. Rafforzate le attività di laboratorio e l’alternanza scuola-lavoro. E si partirà dal 2018/2019.

La riforma delle scuole italiane all’estero. Per promuovere la cultura italiana verranno riformate anche le scuole all’estero per allinearle alle novità introdotte dalla Buona scuola. Tra i diversi interventi, per evitare un periodo troppo lungo di distacco dal sistema nazionale, verrà ridotto il periodo massimo di permanenza all’estero dei docenti italiani da 9 a 6 anni. E sono previste "maggiori e nuove sinergie con istituzioni ed enti che promuovono e diffondono la nostra cultura nel mondo", concludono dal ministero.

* la Repubblica, 16 gennaio 2017 (ripresa parziale).


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