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DISTRUZIONE DELLA SCUOLA DELLA REPUBBLICA E DISTRUZIONE DELLA COSTITUZIONE. NEL 1994 UN CITTADINO REGISTRA IL NOME DEL SUO PARTITO E COMINCIA A FARE IL "PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA" DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’": "FORZA ITALIA" (2010)!!!

INSEGNARE ED EDUCARE NEL TEMPO DELL’OCCUPAZIONE DELLA LINGUA ITALIANA E DEL COLPO MORTALE (ATEO E DEVOTO) ALLA SCUOLA PUBBLICA. Alcune vecchie riflessioni di Domenico Starnone, Chiara Saraceno, Marco Lodoli, e una nota della Rete degli studenti di Sonia Sabatino - a cura di Federico La Sala.

Le polemiche sui tagli alla scuola e le proteste dei professori precari riportano d’attualità la questione della qualità dell’istruzione in Italia
giovedì 9 settembre 2010 di Federico La Sala
[...] Si sta mettendo in atto una vera e propria svendita della scuola pubblica, che nonostante rimanga pubblica di facciata, nella sostanza viene depauperata, esautorata dalle sue funzioni. Siamo ritornati in un’Italia che speravamo aver abbandonato per sempre dopo tante lotte, un’Italia in cui l’abbandono scolastico cresce perché mandare un figlio a scuola costa troppo, in cui si lascia la scuola perché non ci si può permettere di recuperare tre insufficienze, in cui a (...)

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> INSEGNARE ED EDUCARE NEL TEMPO DELL’OCCUPAZIONE DELLA LINGUA ITALIANA ---- A BOLOGNA, BLOCCO DELLA DIDATTICA ALL’ALMA MATER. Risposta del senato accademico: i ricercatori dell’Università di Bologna che non terranno lezione saranno rimpiazzati da docenti a contratto. La risposta: "E’ gravissimo".

martedì 14 settembre 2010


-  Blocco della didattica all’Alma Mater
-  "Sostituiremo i ricercatori che aderiscono"

La protesta contro la Gelmini costa caro: i ricercatori dell’Università di Bologna che non terranno lezione saranno rimpiazzati da docenti a contratto. Lo ha deciso il senato accademico inviando un ultimatum che scadrà venerdì alle dodici: "Non possiamo permetterci di bloccare corsi fondamentali". La risposta: "E’ gravissimo" *

La protesta contro la Gelmini costa caro: i ricercatori dell’Università di Bologna che aderiscono al blocco della didattica saranno sostituiti da docenti a contratto, almeno quelli dei corsi fondamentali. Lo ha deciso il Senato accademico all’unanimità. Sarà spedita una lettera a tutti i presidi di facoltà che a loro volta la gireranno ai ricercatori chiedendo se hanno intenzione di aderire al blocco della didattica o meno. La risposta dovrà arrivare entro venerdì alle 12 e chi non lo farà sarà considerato come non disponibile a fare lezione. Ogni facoltà spedirà i dati raccolti alla sede centrale che deciderà quanti e quali corsi coprire con bandi per docenti a contratto. La priorità è per i corsi fondamentali. I ricercatori: "Ci rimpiazzano, è gravissimo".

La decisione. Tramite il prorettore alla didattica, Gianluca Fiorentini, l’Alma Mater fa sapere di avere fatto di tutto a sostegno dei ricercatori, a cui va "solidarietà politica e umana". Insomma, "non c’è nessuna guerra", ma chi si rifiuterà di fare lezione per protesta contro il Governo sarà rimpiazzato nella didattica. "Abbiamo il dovere di dare continuità all’attività formativa - giustifica Fiorentini - un conto è se diminuisce la qualità della didattica, un conto è il blocco totale delle lezioni. Il danno, non solo d’immagine per l’Ateneo ma anche sociale per le famiglie e la collettività, è enorme. Non possiamo creare questo danno in un momento così difficile".

L’ultimatum. I tempi sono stretti. Alcune facoltà, come Architettura, iniziano i corsi già la prossima settimana e i bandi durano minimo 15 giorni. Anche per questo i vertici dell’Alma Mater hanno deciso di non fare slittare l’inizio dei corsi a ottobre, come chiedevano i ricercatori. "L’organizzazione della didattica è molto complessa - spiega Fiorentini - se si sposta in avanti, non si recupera più. Qualche corso può iniziare con una settimana di ritardo, ma gli insegnamenti che hanno già i docenti possono partire subito". Insomma, afferma il prorettore, "adesso siamo arrivati a un punto che non possiamo più aspettare. A luglio il Senato aveva chiesto ai ricercatori di comunicare entro settembre quanti avevano deciso di aderire alla protesta. A inizio mese non erano ancora pronti, perchè era ancora in corso il dibattito interno e il rettore ha deciso di aspettare ancora, il che è un grande segnale d’attenzione". Arrivati a metà settembre l’Ateneo ha deciso che non si poteva più andare oltre e ha accelerato i tempi.

I costi per i nuovi contratti. Il bando sarà per docenti interni ed esterni all’Alma Mater e sarà finanziato con fondi straordinari (ancora non è chiaro però se a carico delle casse centrali o delle singole facoltà). Di cifre nessuno ne parla e anzi Fiorentini smentisce i tre milioni di euro di cui si era vociferato nell’assemblea dei ricercatori.

I ricercatori. Anna Maria Pisi, ricercatrice e rappresentante in Senato dell’area di Scienze biologiche, geologiche e agrarie, ha contestato già tra gli scranni dell’organo accademico la decisione avallata dal rettore Ivano Dionigi. Intervistata dall’agenzia Dire spiega: "Per me è una scelta molto grave significa che come ricercatori non valiamo niente per l’Ateneo". Tra l’altro, sottolinea, "noi ricercatori non siamo obbligati ad assumere carichi didattici. Noi siamo assunti solo per fare ricerca e le lezioni le facciamo gratuitamente". Non è però solo la prospettiva di essere sostituiti a far saltare sulla sedia i rappresentanti dei ricercatori. Anche aver accelerato i tempi da parte dell’Ateneo ha lasciato l’amaro in bocca. "Ho chiesto di spostare il termine della risposta alla lettera a lunedì anzichè venerdì - spiega Pisi - e mi ha sostenuto anche qualche preside. Mi è stato risposto che non si poteva fare perchè non ci sarebbe stato tempo a sufficienza per i bandi. Invece aspettare un giorno in più non sarebbe stata la fine del mondo". Con questa mossa, la paura è che la protesta si possa sgonfiare. Anche se Pisi assicura che "andremo avanti comunque: è l’unica arma che abbiamo".

* la Repubblica, 14 settembre 2010


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