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ILLUMINISMO, CRISTIANESIMO, E PLATONISMO CATTOLICO. ALLA RADICE DEI SOGNI E DEI DELIRI DELLA TEOLOGIA POLITICA EUROPEA ATEA E DEVOTA

LA VIA DI KANT: USCIRE DALLA CAVERNA, E NON RICADERE NELL’ILLUSIONE DI “DIO” CONCEPITO COME “UOMO SUPREMO”. Note per una rilettura della “Storia universale della natura e teoria del cielo” - di Federico La Sala

Kant, sapeva - come e più di Nietzsche - che bisogna perdere “la fede in Dio, nella libertà e nell’immortalità [...] come si perdono i primi denti”, scendere all’Averno (come scrive Kant) o, che è lo stesso, all’inferno (...) Molti filosofi sono andati all’inferno, ma non ne sono più usciti; qualcuno è riuscito a venirne fuori, ma non sa nemmeno come e perché, e si illude e sogna ancora, alla Swedenborg (...)
giovedì 31 dicembre 2015
[...] Alla base della ricerca e del discorso di Kant, c’è la chiara consapevolezza di come e quanto sia urgente e necessario andare - con Newton - oltre Newton: egli si è “arreso troppo presto di fronte a ciò che giudicava il limite delle cause meccaniche, e troppo alla lesta” e - cosa ancor più grave - formulando un’ipotesi (tutta interna al vecchio platonismo), “era ricorso all’intervento di un Padreterno creatore di stelle e pianeti”(cfr. Giacomo Scarpelli, (...)

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> LA VIA DI KANT: USCIRE DALLA CAVERNA, E NON RICADERE NELL’ILLUSIONE -- iNTERSTELLAR. Il cuore di tenebre spaziale che frena la cosrsa del tempo (di Anna Meldolesi)

giovedì 11 dicembre 2014

Il film di Christopher Nolan

Il cuore di tenebre spaziale che frena la cosrsa del tempo

In "Interstellar" il sogno di una vita dilatata. E vicina all’eterno

di Anna Meldolesi *

Un orologio può essere molto più di un orologio. Nel film “Interstellar” è il pegno d’amore che il padre in partenza per una missione impossibile lascia alla figlia di dieci anni, promettendole di tornare. È lo strumento che lui (Matthew McConaughey) userà per comunicarle informazioni di cruciale importanza per i destini del mondo, facendo oscillare la lancetta dei secondi con il codice Morse. Ed è anche una rappresentazione della teoria della relatività di Einstein con i suoi paradossi temporali.

Il fenomeno della dilatazione del tempo scandisce tutta la storia portata al cinema da Christopher Nolan con la consulenza dell’astrofico Kip Thorne: mentre la bambina cresce e invecchia sulla Terra, il padre resterà giovane nelle pieghe cosmiche dello spazio-tempo.

L’orologio che McConaughey porta con sé tra le stelle è un classico modello da pilota. L’altro, quello regalato alla figlia, è stato prodotto in dieci pezzi solo per il film e si chiama “Murph watch” dal nome della ragazzina e futura scienziata. “Quando tornerò li confronteremo”, dice lui. Lei però scaglia il dono per terra, nell’ultimo disperato tentativo di convincere il padre a restare.

È inutile illudersi: il Sistema solare avrà poco da offrirci in termini di habitat e risorse, se mai saremo costretti ad abbandonare il nostro pianeta. Il posto più vicino in cui cercare forme di vita elementari è Europa, la luna di Giove a cui Sebastián Cordero ha dedicato il film “Europa Report”. Ma per stabilire una colonia capace di auto-sostenersi bisognerà cercare più lontano, percorrendo distanze ben più lunghe di una vita umana.

L’umanità di “Interstellar”, insomma, non avrebbe speranze se una civiltà più avanzata non avesse costruito nei pressi di Saturno un tunnel spazio-temporale, per accorciare di innumerevoli anni-luce il tragitto che ci separa da altri mondi potenzialmente ospitali. Lo chiamano “wormhole”, perché è una specie di galleria scavata dentro la mela del cosmo da un ipotetico bruco, per passarci dentro anziché strisciare fuori. Il successo del viaggio interstellare di McConaughey dipende più dal tempo consumato che dal carburante disponibile: non servirà a nulla trovare una nuova casa se intanto sulla Terra non sarà rimasto nessuno da salvare.

La fisica gioca strani scherzi. Poche ore trascorse vicino a un buco nero possono bruciare decenni, perché la gravità di quel cuore di tenebra rallenta l’orologio, mentre sul pianeta dove siamo nati le lancette continuano a girare. I bambini crescono, si sposano, danno alla luce dei figli, mentre gli esploratori della Nasa fanno appena in tempo ad atterrare e a scappare da ambienti proibitivi che non potranno mai colonizzare. Siamo soliti pensare alla realtà in tre dimensioni: larghezza, lunghezza e altezza. Ma ce n’è una quarta, il tempo appunto, lungo cui l’uomo ha spesso sognato di viaggiare. Avremmo canyon e montagne di passato e di futuro tutti da esplorare. Le leggi della fisica consentono di aprire dei portali che funzionino come macchine del tempo, almeno in teoria?

Qualche anno fa Stephen Hawking è arrivato a discutere tre soluzioni in un articolo divulgativo che ha fatto scalpore. La prima è rappresentata proprio dai wormhole, perché queste increspature dello spazio-tempo esistono davvero sulla scala dell’infinitamente piccolo, nell’universo quantistico. Catturarne uno, ingrandirlo e tenerlo aperto abbastanza a lungo da farci passare dentro un essere umano, però, sembra un’impresa impossibile. Se ci si riuscisse, poi, ne nascerebbero dei paradossi con inversione di cause ed effetti. Uno scienziato che si affacciasse in un tunnel del genere, ad esempio, potrebbe vedere sé stesso nel passato e sparargli. Ma essendo lui morto, chi è che ha premuto il grilletto? Il tempo è come un fiume che sembra trasportarci in un’unica direzione con la sua corrente. Ma i fiumi hanno anse in cui rallentano e poi, magari, rapide improvvise.

Lo stesso accade al tempo, anche nel mondo reale. I satelliti del Global Positioning System o Gps orbitano intorno alla Terra aiutandoci a orientarci e a muoverci sulla superficie. Ebbene, gli orologi che hanno a bordo guadagnano circa un terzo di miliardesimo di secondo ogni 24 ore, e il sistema deve autocorreggersi per non portarci fuori strada di quasi10 chilometri al giorno. La colpa è della gravità terrestre, che è piuttosto modesta.

Figuriamoci cosa può succedere in prossimità di un oggetto supermassivo come il buco nero che si trova al centro della Via Lattea. Questa stella collassata in un punto di densità elevatissima è una macchina del tempo naturale: se un’astronave la circumnavigasse per cinque anni, altrove ne trascorrerebbero dieci. Sempre che si riesca a sopravvivere avvicinandosi a un siffatto mostro cosmico, una cosa decisamente difficile.

Ecco allora il terzo stratagemma: viaggiare a una velocità che non sia molto inferiore a quella della luce. I passeggeri di un treno tanto rapido che facesse più e più volte il giro della Terra per un secolo, calcola Hawking, invecchierebbero soltanto di una settimana. Qualcosa di simile succede alle particelle che girano dentro all’acceleratore del Cern di Ginevra.

Per vivere un’esperienza del genere, però, dovremmo costruire astronavi capaci di muoversi a una velocità migliaia di volte più alta di quelle attuali. Sprecheremmo qualche anno per accelerare, poi cominceremmo a viaggiare nel futuro. Un giorno a bordo potrebbe equivalere a un anno terrestre, ci pensate? Alla fine potremmo tornarcene a casa come Matthew McConaughey, ancora giovani e belli a dispetto dei 124 anni conteggiati all’anagrafe.

Ammesso che si possa stare davvero bene in salute, nel fisico e nella mente, dopo un’esperienza tanto estrema, il che appare improbabile. Se vi accontentate di restare con i piedi a terra, comunque, affacciatevi alla finestra in una notte serena e provare a guardare il cielo con occhi nuovi. La luce delle stelle impiega anni ad arrivare fino a noi, perciò vediamo il firmamento com’era in passato, mai com’è adesso. La galassia di Andromeda è l’oggetto più distante visibile all’occhio umano e ci appare com’era 2,5 milioni di anni fa, un’epoca in cui gli uomini non esistevano. Con i telescopi più avanzati si può arrivare a compiere un balzo all’indietro di oltre 13 miliardi di anni. I cosmologi sono archeologi del cosmo, sostiene anche Brian Clegg nel suo ultimo libro “Final Frontier”, ma sono più fortunati. Ai paleontologi non è consentito osservare i dinosauri in movimento, hanno soltanto i fossili. Guardare il cielo, invece, è un viaggio nel tempo ed è alla portata di tutti.

* Corriere Orologi - Corriere della Sera, 28 novembre 2014


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