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COSMOLOGIA E CIVILTÀ. "PER LA CRITICA DELL’ECONOMIA POLITICA" DELLA RAGIONE ATEA E DEVOTA

KARL MARX RISPONDE A SALVATORE VECA, PRENDE LE DISTANZE DA ENGELS E RENDE OMAGGIO A FULVIO PAPI. Alcune precisazioni sulla sua intervista impossibile - raccolte da Federico La Sala

Salvatore Veca “intervista” Karl Marx: «Uno spettro si aggira per il mondo: sono io».
giovedì 8 novembre 2018
[...] Il mio invito fraterno, da compagno, è: sveglia! E’ ora di smetterla con i vecchi divertimenti di intellettuali di molti (non quattro) soldi, asserviti all’industria culturale del padrone di turno. Basta! Che “il mio faccione” - come dici - sia “tornato in giro per il mondo”, certamente non è il mio: è il vostro! Io sono sempre stato sempre con voi, nel presente - anche nel vostro presente! Solo che voi, immersi nel “sonno dogmatico” della (...)

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> KARL MARX RISPONDE --- Questo Marx si leva macigni dalle scarpe. L’ Intervista immaginaria con Karl Marx (Donald Sassoon).

giovedì 20 marzo 2014

Donald Sassoon

Questo Marx si leva macigni dalle scarpe

di Massimiliano Panarari (La Stampa, 20.03.2014)

Gli piace, tutto sommato, Clinton, mentre liquida Blair sprezzantemente. E il primo gli garba abbastanza per il celebre motto (che valeva un manifesto): «È l’economia, bellezza!». Come dire, la struttura predomina, e tutto il resto è sovrastruttura (e segue, al pari dell’intendenza).

Un’idea molto familiare, visto che stiamo parlando del grande vecchio del comunismo redivivo. Fatto risorgere per l’occasione dallo storico Donald Sassoon (che fu allievo di Eric Hobsbawm) nella sua Intervista immaginaria con Karl Marx, uscita nel 2003 sulla rivista progressista britannica Prospect, e ora tradotta per Castelvecchi.

Un divertissement brillante e godibile, nonché, letteralmente, un’intervista «impossibile», dal momento che questo genere giornalistico venne codificato negli Usa negli Anni Sessanta del XIX secolo, e l’autore del Capitale non ebbe mai la ventura di incocciarvi. Un risarcimento, in un certo senso, nel quale assume (anche) le sembianze di un anziano brontolone che si leva parecchi macigni da quelle scarpe che diversi suoi sedicenti apostoli gli hanno reso poco confortevoli.

Intervista immaginaria sì, ma, per quanto concerne i giudizi sui protagonisti della cultura precedenti e coevi, basata sulle opinioni reali che espresse nei suoi scritti. E, dunque, durissimo contro i vittoriani come l’evoluzionista Herbert Spencer e lo stesso John Stuart Mill (sebbene con un moto di simpatia in più), come pure con il padre dell’utilitarismo Jeremy Bentham. E, invece, fan dichiarato dei «borghesi» Adam Smith e David Ricardo, come della capacità trasformativa e del carattere rivoluzionario della loro classe sociale. È l’economista-filosofo che ha solcato i tempi per ritrovarsi tra le pochissime voci critiche riscoperte in epoca di neoliberismo e globalizzazione (e non soltanto dagli indignati, ma anche dalla Chiesa cattolica e persino dai giornali delle élite finanziarie).

Un Marx che parla quasi per sound bite e si compiace dei quattro milioni di risultati che appaiono «googlando» il suo nome e cognome. Ma che rimane, graniticamente, un campione del Moderno sbalzato in questa nostra età postmoderna.


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