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COSMOLOGIA E CIVILTÀ. "PER LA CRITICA DELL’ECONOMIA POLITICA" DELLA RAGIONE ATEA E DEVOTA

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> KARL MARX RISPONDE --- Milano 2015. “Voglio vedere le carte”: Cantone ora indaga sull’appalto Eataly (di G. Barbacetto).

sabato 20 dicembre 2014

Milano 2015. Dopo gli articoli-denuncia del “Fatto”

Expo-Farinetti: Cantone ora indaga sull’appalto Eataly

“Voglio vedere le carte”. Nel mirino l’appalto senza gara affifato a Mr. Eataly

di Gianni Barbacetto (il Fatto, 20.12.2014)

      • Il più grande ristorante del mondo affidato senza gara al fedelissimo del premier, il capo dell’Anticorruzione: “Voglio vedere le carte”. Il patron del gruppo della ristorazione si lamenta pure: “Se continuano le polemiche, me ne vado”. Sel porta la questione in Parlamento

Milano Vuole vedere le carte. Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, ha chiesto alla società Expo 2015, guidata da Giuseppe Sala, la documentazione sull’affidamento diretto di due padiglioni dell’esposizione a Oscar Farinetti, il patron di Eataly. Mercoledì il Fatto Quotidiano aveva raccontato il progetto “Italy is Eataly”: due grandi “store” di 8 mila metri quadrati totali, assegnati senza gara all’imprenditore passato dagli elettrodomestici Unieuro ai grandi magazzini del cibo e della gastronomia. Lì, nella “più grande trattoria che mente (e pancia) umana abbia mai pensato”, apriranno 20 ristoranti, uno per Regione italiana, in cui si avvicenderanno 120 ristoratori scelti da Farinetti.

DOPO L’ARTICOLO del Fatto, è scattata un’interrogazione parlamentare di due deputati di Sel, Adriano Zaccagnini e Franco Bordo, che hanno chiesto “come mai siano stati assegnati a Eataly due padiglioni senza gara” e “quali siano stati i criteri” della scelta. Al ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, che ha la delega su Expo 2015, i due parlamentari hanno poi chiesto se “non intenda intervenire al fine di sospendere l’assegnazione dei due padiglioni e di fare indire una gara a evidenza pubblica con cui poter selezionare chi rappresenterà l’Italia e la sua ristorazione all’esposizione universale, tenendo in debito conto delle migliaia di microcosmi del cibo che il nostro Paese sa raccontare”.

Cantone - che ieri a Milano ha incontrato le commissioni antimafia del Comune di Milano, guidata da David Gentili, e della Regione Lombardia, presieduta da Gian Antonio Girelli - ha reso noto di aver chiesto la documentazione su Eataly: “Sì, ho chiesto di vedere le carte. Io sono abituato a esprimermi sulla base dei documenti, dunque mi riservo di verificare come sia avvenuta l’assegnazione”.

FARINETTI replica: “Se continuano le polemiche di gente che non fa e che ha un sacco di tempo da perdere per criticare chi fa, noi ci ritiriamo senza problemi. Questo non è un affare sotto il profilo dei quattrini”, ha aggiunto, “tant’è che altri appalti sulla ristorazione sono andati deserti”. Ha poi spiegato il meccanismo economico dell’operazione: “Abbiamo ipotizzato investimenti fissi per 7 milioni di euro, in più ci è stato imposto di pagare il 5 per cento su tutti gli incassi lordi. Questo rappresenterà un bell’introito per Expo”.

Sul meccanismo dell’assegnazione si pronuncerà invece Cantone, che aveva già dichiarato al Fatto: “Su questo affidamento non abbiamo potere, perché è avvenuto prima del 24 giugno 2014, quando è entrata in campo, per decreto del governo, l’Autorità nazionale anticorruzione. Sappiamo però che Expo può utilizzare poteri in deroga e fare affidamenti diretti”, aveva proseguito il presidente dell’Anticorruzione, il quale aveva comunque subito annunciato i controlli: “Acquisiremo i documenti e verificheremo che cosa è stato fatto, anche se non abbiamo alcun potere su atti precedenti al nostro arrivo”.

IERI IL PRESIDENTE dell’Anticorruzione ha criticato il progetto dell’Albero della vita, la struttura alta 35 metri che dovrebbe diventare, nelle intenzioni del commissario del Padiglione Italia Diana Bracco, la Tour Eiffel dell’Expo milanese: “Progetto opaco”, ha detto Cantone, su cui si proiettano le ombre “di un conflitto d’interessi”.

Ha poi tracciato un primo bilancio dell’attività svolta in questi sei mesi. “Sono ottimista sul fatto che si riesca a fare Expo nel modo più pulito possibile”, ha detto. “Il nostro lavoro è nato in un momento emergenziale, con tanti problemi”, ma “abbiamo messo a punto un sistema di controlli che credo stia funzionando abbastanza bene. Abbiamo avuto una grande collaborazione da parte di Expo, stiamo rispettando i tempi, senza far perdere tempo alla stazione appaltante”, cioè a Expo 2015 spa.

Ha poi comunicato i numeri degli interventi: “L’unità operativa speciale si è occupata di 68 procedure tra bandi, accordi transattivi, varianti, contratti di sponsorizzazione, convenzioni, nomina di commissioni giudicatrici e aggiudicazioni. Per ulteriori otto casi specifici, inoltre, l’Autorità ha richiesto di propria iniziativa chiarimenti o informazioni alla stazione appaltante”.

Delle 68 procedure avviate, “50 si sono concluse con rilievi di illegittimità, 36 con rilievi di opportunità, mentre 12 sono stati i casi senza profili di illegittimità”.


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