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XXIII Congresso del Movimento Nonviolento (Brescia, 29-31 ottobre e primo novembre 2010): "La nonviolenza per la città aperta".

CITTA’ APERTA, NONVIOLENZA, KANT E L’URGENZA DI UN’ALTRA SOGGETTIVITA’. Per il XXIII Congresso del Movimento Nonviolento (Brescia, 29-31 ottobre e primo novembre 2010), una nota di Federico La Sala e un’intervista a Umberto Curi sul suo lavoro "Straniero".

(...) La questione del rapporto con lo straniero viene impostata da Kant proprio in quell’opera che dedica alla delineazione di un progetto di pace perpetua. - Sembrerebbe trattarsi di temi diversi (...)
martedì 26 ottobre 2010 di Federico La Sala
23° Congresso nazionale del Movimento Nonviolento.“La nonviolenza per la città aperta”
Brescia, 29-31 ottobre - 1 novembre 2010.
Il Programma

Per una società aperta, al di là di una scienza “su palafitte” e di una cecità “preistorica”, necessaria un’altra soggettività. *
Premessa
TERRA E SANGUE, VIOLENZA E GUERRA, SONO PERVERSAMENTE ANNIDATE NEL CUORE E NELL’INTELLIGENZA DELL’INTERO GENERE UMANO: IL (...)

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> CITTA’ APERTA, NONVIOLENZA, KANT E L’URGENZA DI UN’ALTRA SOGGETTIVITA’. Per il XXIII Congresso del Movimento Nonviolento (Brescia, 29-31 ottobre e primo novembre 2010), una nota di Federico La Sala e un’intervista a Umberto Curi sul suo lavoro "Straniero".

mercoledì 27 ottobre 2010

In greco logos significa non solo discorso, ma anche pensiero, il dialogo pacifico, disarmato, capace di far prevalere il logos migliore. Non solo non dovremmo temere questo confronto, ma anzi dovremmo valorizzarlo e considerarlo il luogo stesso in cui si costruisce la pace.

In verità, siamo solo e ancora degli esseri umani ‘preistorici’, con un solo occhio,

Ormai è più che evidente: siamo sempre più intelligenti e sempre più creativi, ma anche sempre più stupidi e cretini - pericolosamente! Con Kant, infatti, Garroni comincia ad aprire tutti e due gli occhi, ricomincia a ‘vedere’ meglio, e subito, e con entusiasmo, traccia una mappa per riannodare il filo con la strada della critica e spingersi oltre, e più a fondo!

C’è una dichiarazione di portata enorme: una assunzione di coscienza e di responsabilità decisiva per restituire a Kant tutta la sua grandezza e a noi stessi e a noi stesse la possibilità di diventare esseri umani maggiorenni - uscire da interi millenni di labirinto e da uno stato di minorità di lunghissima durata. E cominciare a capire, infine, quanto questa incomprensione sia stata e sia all’origine della nostra passata e presente catastrofe culturale

Kant, tenuto in grande considerazione per i suoi trattati sulla logica e la ragione, scrisse: “Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me”.

Per una società aperta, al di là di una scienza “su palafitte” e di una cecità “preistorica”, necessaria un’altra soggettività. *

Siamo ancora ignoti a noi stessi (Nietzsche). E la ragione è presto detta: abbiamo preferito e preferiamo più le tenebre che la luce,

Sì, colui che creò le leggi che governano il “cielo stellato” materiale creò anche ‘la legge morale in noi’. Quella ‘legge che è in noi’, sviluppata e rafforzata mediante la Parola di Dio, può guidarci nella ricerca della felicità e dello scopo della vita.

“Immanuel Kant e altri come lui . . . diedero risalto al diritto dell’individuo di fare le proprie scelte”.

Norma di condotta etica, sociale o giuridica . . . [legge] morale, regola d’azione che l’uomo trova nella propria coscienza, e che gli serve di guida per discernere il bene dal male.

‘La legge scritta nel proprio cuore’. Coloro che non sono sotto una diretta legge di Dio, come la Legge data per mezzo di Mosè, sono “legge a se stessi”,

l’apostolo Paolo dice che la mancanza di accurata conoscenza può rendere debole la coscienza del cristiano. La coscienza può essere una guida buona o cattiva, a seconda della conoscenza ed esperienza di ciascuno. La coscienza può essere contaminata e perciò può trarre in inganno. Alcuni, agendo continuamente contro coscienza, la rendono insensibile

Trovo dunque nel mio caso questa legge: che quando desidero fare ciò che è giusto, ciò che è male è presente in me. Realmente mi diletto nella legge di Dio secondo l’uomo che sono interiormente, ma vedo nelle mie membra un’altra legge che combatte contro la legge della mia mente e mi conduce prigioniero alla legge del peccato che è nelle mie membra. Misero uomo che sono! Chi mi libererà dal corpo che subisce questa morte? Grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Così, dunque, con la [mia] mente io stesso sono schiavo della legge di Dio, ma con la [mia] carne della legge del peccato.

Quindi chi pensa di stare in piedi badi di non cadere. Poiché se voi vivete secondo la carne siete sicuri di morire; ma se mettete a morte le pratiche del corpo mediante lo spirito, vivrete.

(Il denaro non fa la felicita’...figurati la miseria).

Distinti Saluti.


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