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ARTE E NEUROSCIENZE.

ESTETICA, CREATIVITA’, E PAURA DELLA NEUROESTETICA. Alcune risposte di Semir Zeki ad Armando Massarenti - a c. di Federico La Sala

La nascita della neuroestetica, così chiamata da Semir Zeki nel 2001, ha fatto chiarezza nell’ambito di quella che un tempo era considerata filosofia dell’arte e che oggi invece si è sempre più propensi a considerare una scienza della percezione
giovedì 5 maggio 2011 di Federico La Sala
[...] La maggior parte di noi oggi è affascinata dalle scoperte astronomiche che cercano di scandagliare le origini e i limiti dell’universo; molti di noi ammirano Newton per aver individuato la legge di gravità che sta alla base del movimento dei corpi celesti. Forse questo ha diminuito il nostro entusiasmo e la nostra curiosità sull’Universo? Assolutamente no. E perché mai, allora, le conoscenze relative alla creatività, ai neurotrasmettitori dell’area della ricompensa, alla fisiologia (...)

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> ESTETICA, CREATIVITA’, E PAURA DELLA NEUROESTETICA. --- Ora le neuroscienze esplorano la genialità. Che cosa accende la “scintilla” decisiva? Ed è possibile educare alla creatività?

venerdì 27 febbraio 2015
Gent. Sig. La sala, ho trovato interessantissimo questo articolo sulle neuroscienze, e mi stupisce molto pensare che ci si spaventa davanti al mistero e, invece di sondare per scoprire sempre di più, ci si rintana nelle convinzioni che appartengono ad un passato senza voler procedere oltre, cercare per arrivare ad avere sempre nuove acquisizioni funzionali al nostro benessere, oltretutto. Nella mia vita l’arte è sempre stata molto importante, sin da bambina, perché c’era anche una predisposizione. Ma la cosa più strana è che ho vissuto parallelamente, in due fronti, la mia vocazione. Pittura e musica sono state fondamentali e hanno proseguito insieme il loro percorso nella mia evoluzione. Ora mi ritrovo a vivere un grande desiderio: quello di comprendere cosa succede nella mente di un artista, diciamo, in modo da spiegarmi scientificamente il perché del mio benessere nell’uno e nell’altro binario: quello musicale è quello pittorico. Due fasce completamente distinte ed emotivamente diverse nella mia percezione. Non parlo dal punto di vista di una fruizione artistica dall’esterno, ma da quello dell’esperienza vera e propria del momento creativo, in cui ho vissuto l’esperienza dell’estasi, un momento fuori dal tempo e dallo spazio, forse dove non si è più nel proprio corpo. Dalla consapevolezza di queste esperienze e dalla curiosità di capire cosa succede nell’organismo, mi ritrovo ora ad aver intrapreso degli studi di Musicoterapia e le mie ricerche vertono proprio sugli effetti benefici dell’arte ( non solo musicale), che si riversano sul nostro essere. Trovo che sia assolutamente meraviglioso riuscire a giungere a dei risultati scientifici che comprovino in modo preciso e inconfutabile l’efficacia di determinati interventi basati su criteri che utilizzino l’arte per poter alleviare i mali dell’uomo. Vorrei poter mettermi a disposizione per collaborare o partecipare eventualmente a indagini o esperimenti scientifici in questo senso. Spero vivamente che l’umanità possa evolversi anche grazie a questo meraviglioso dono che il creato ha donato solo all’uomo perché soltanto l’uomo può essere artista...

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