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’NDRANGHETA ("ANDRAGATHIA"): FILOLOGIA E POLITICA. " Forse non sarà mai possibile imporre a tutti "il dovere del coraggio", ma almeno sarà possibile (...) chiamare le cose con il loro vero nome: ’ndrangheta".

ALLA REGIONE CALABRIA UNO SPIRITO NUOVO, A PARTIRE DALLA PAROLA: DARE ALLE COSE IL LORO NOME!!! Un "editoriale" sul giornale dei Vescovi di Domenico Delle Foglie - a cura di Federico La Sala

Una piccola rivoluzione linguistica che la giunta spiega così: «È una precisa presa di coscienza che si esprime nel dare alle cose, appunto il loro nome».
venerdì 28 gennaio 2011 di Federico La Sala
[...] quello che sta accadendo può apparire non solo come un atto di coraggio intellettuale, ma anche come una piccola ma significativa svolta nei rapporti fra i Palazzi della politica e la società civile. Infatti, per affrontare un nemico insidioso, feroce e potente come la ’ndrangheta, non basta il coraggio. Occorrono una serie di circostanze favorevoli: la maturazione diffusa, nella popolazione, di una profonda consapevolezza del fenomeno nella sua effettiva drammaticità; la formazione (...)

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> ALLA REGIONE CALABRIA UNO SPIRITO NUOVO, A PARTIRE DALLA PAROLA ---- Appello della Cei: "Disastro antropologico Fermiamoci prima che sia troppo tardi"

venerdì 28 gennaio 2011

IL DOCUMENTO

-  Appello della Cei: "Disastro antropologico
-  Fermiamoci prima che sia troppo tardi"

Il segretario Crociata commenta il comunicato finale sui lavori del Consiglio Episcopale. "Nel Paese questione morale che riguarda tutti". Invito a evitare continue risse. Sul caso Ruby: "Non c’è contrapposizione fra indignazione e pacatezza". Chi ha maggiori responsabilità "sia di esempio" *

CITTA’ DEL VATICANO - "Siamo di fronte a un disastro antropologico: fermiamoci in tempo prima che degeneri ancora di più". Sono forti i toni dell’appello lanciato dal segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, che presentando il comunicato finale dei lavori della Conferenza espiscopale invita "a superare le risse, le guerre di tutti contro tutti", senza cadere in "partigianerie". E, in riferimento all’inchiesta giudiziaria che coinvolge il premier, dice: "Non c’è contrapposizione tra l’indignazione e la pacatezza. La pacatezza riguarda il modo in cui affrontare i problemi che indignano". E rileva come tale situazione di "disastro antropologico" abbia "effetti e ricadute diverse a seconda delle responsabilità che ciascuno ricopre".

Crociata rileva un problema di ampio respiro: nel Paese c’è una questione morale, ma riguarda tutti. "Questi fatti ci coinvolgono, non ci vedono solo spettatori. Ci interpellano tutti: è troppo facile indignarsi senza sentirsi coinvolti". Ma chi ha maggiori responsabilità, dice ancora il prelato, "deve esprimere maggiore impegno per risultare esemplare nella sua vita anche quale modello per le giovani generazioni".

Dalla Cei arriva un invito alla ’’pacatezza’’, all’’’equilibrio’’, per mettere fine al ’’clima di rissa continua, di tensione costante e di conflittualità permanente’’ che si registra nella vita pubblica del Paese. Serve invece "uno sforzo a superare" questa atmosfera di scontro "e faziosità per affrontare i problemi che riguardano tutti". "Come ha detto il cardinal Bagnasco, invitare alla pacatezza non è lasciare marcire i problemi, ma guardare le cose con sforzo di oggettività, volontà di risolvere, ciascuno secondo le responsabilità che ricopre". Da questa situazione, ha rilevato ancora Crociata, "nessuno esce bene. Mi pare un tipo di considerazione che invita a un senso di responsabilità, a farsi carico di impegni che il momento richiede".

Il segretario della Cei parla anche del federalismo: nella sua attuazione banco di prova è ’’l’ambito fiscale’’ che rischia di produrre "effetti di divaricazione", ammonisce. "Auspichiamo che la trattativa politica in corso abbia l’esito di non lasciare nessuna parte del Paese abbandonata a se stessa’’. Sulla possibilità del voto anticipato la decisione spetta ai politici, ma "tutti siamo chiamati a seguire con senso civico l’evolversi della situazione per superare questo momento di difficoltà".

La Conferenza episcopale esprime infine solidarietà al cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, coinvolto nelle indagini giudiziarie relative ai grandi eventi 1, così come esprime fiducia nella magistratura, dice ancora Crociata, aggiungendo: "Auspico che le cose siano chiarite nella modalità giusta".

* la Repubblica, 28 gennaio 2011


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