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Calabria, sanità e fabbrica dei voti: Giuseppe Scopelliti e Mario Oliverio due facce d’una sola medaglia

giovedì 5 maggio 2011 di Emiliano Morrone
Succede in Calabria, incanto e laboratorio politico-mafioso. C’è un comune, San Giovanni in Fiore (Cs), col record italiano della disoccupazione ed emigrazione. Vi si trova un ospedale, irregolare, vecchio e morente, usato come fabbrica di voti e clientele. La politica se n’è sempre fottuta, giocando sul bisogno altrui. Lì, medici, infermieri e amministrativi hanno consolidato bacini di voti, assicurandosi il potere e benefici come dipendenti pubblici.
In ogni periferia del Sud, il (...)

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> CALABRIA, SANITÀ: BASTA ERRORI, SITUAZIONE DRAMMATICA. APPELLO AI SANGIOVANNESI (E A TUTTI I CALABRESI) (di Emiliano Morrone).

martedì 24 novembre 2020

SANITÀ: MESSAGGIO A TUTTI CONCITTADINI DI SAN GIOVANNI IN FIORE, AL DI LÀ DI DESTRA E SINISTRA

di Emiliano Morrone *

Ho già scritto sull’idea di utilizzare un’ala o un’area dell’ospedale di San Giovanni in Fiore per assistere pazienti Covid non gravi. La previsione, stando alle carte, è di attivare a riguardo una ventina di posti dedicati. Pare che l’Asp di Cosenza sia già passata alla fase attuativa. Così fosse, occorrerebbe sapere con quali garanzie, con quale personale e con quali strumenti, posto che sarebbe inaccettabile - lo dico intanto alla commissaria, Cinzia Bettelini - interrompere o ridurre l’attività della Medicina e delle altre unità operative all’interno dello stesso ospedale. Da ultimo ho anche sentito un medico e professore universitario, che ha posto nel merito alcune questioni dirimenti, da me riassunte per come ricevute. Se volete approfondire, potete leggere il mio post di stamani.

Torno sull’argomento per chiarire alcuni punti, poiché diversi lettori mi hanno scritto in proposito.

Primo: non ho ruoli di rappresentanza e mi limito, da giornalista, a dare un umile contributo di informazione a beneficio della mia comunità di San Giovanni in Fiore. Non prendo soldi per aggiornarvi sulla sanità locale (e regionale), non ho interessi personali e credo che ciascuno possa fornire elementi utili al dibattito specifico, di chiaro interesse pubblico. Non è la prima volta che mi occupo dei servizi sanitari locali. Peraltro ai temi della sanità calabrese ho dedicato, per mestiere, una certa attenzione. Non sono un eroe né aspiro ad esserlo. Lascio ai banditori della tv questo compito remunerativo. A me piace dedicare parte del tempo libero per ben altro lavoro, possibilmente di concreta utilità collettiva. Ribadisco: non ci guadagno denaro, fama o pubblicità. L’informazione ha un ruolo essenziale, soprattutto in una regione come la Calabria, specie oggi. Allora cerco di fare la mia parte, anche perché vivo nel territorio. Pertanto non posso restare a guardare né riesco ad ignorare i fatti, le loro dinamiche e il contesto presente e passato.

Secondo: è affare della politica, dunque degli eletti, raccogliere le informazioni che ho pubblicato sul progetto del Covid hospital a San Giovanni in Fiore. Essa può ignorarle, ritenerle fuori luogo oppure, viceversa, può prenderle in considerazione, discutere delle criticità rilevate e convergere o meno sulle soluzioni da portare ai vari tavoli di confronto; anche su quelle volte al rilancio complessivo dell’offerta sanitaria locale. Da tempo ne ho indicato diverse, sentiti vari esperti in materia sanitaria.

Terzo: se non abbandoniamo la tifoseria politica e se non rinunciamo ai pregiudizi, non otteniamo un tubo. Anzi, facciamo danni. Qui occorre concentrarsi sulle azioni, ragionarci a modo e non cedere alla fretta dell’era virtuale o alla tentazione del consenso.

Quarto: se ancora non si fosse capito, con le centinaia di casi positivi e con le gravissime carenze del sistema sanitario regionale, ci troviamo, anche a San Giovanni in Fiore, in una difficoltà inedita, pesantissima. Il futuro si annuncia incerto e insidioso, sia per la tutela della salute che per l’economia. Infatti non è possibile prevedere con certezza l’evoluzione dell’epidemia né il comportamento del virus. Possiamo soltanto rispettare le misure di contenimento dei contagi e proporre, uniti, una valida organizzazione dei servizi; spero con intelligenza, con metodo e senza caciara o il brutto vizio del protagonismo, purtroppo a lungo di moda. Ancora non esiste un vaccino ufficiale e sicuro, sicché sono fondamentali la cautela, la responsabilità individuale e il senso di comunità, nel dolore come nella speranza e nell’impegno comune.

Quindi chiedo ai miei concittadini, in cui confido molto, di remare nella stessa direzione. Dobbiamo risollevarci tutti. Ora o mai più.

* Facebook : Emiliano Morrone, 24.11.2020


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