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CHE LA DEA "GIUSTIZIA" ("MAAT") SOSTENGA IL POPOLO EGIZIANO NEL SUO CAMMINO ...

L’EGITTO E LA NOSTRA VERGOGNA: ROMA TACE. "L’occasione che perderemo": una nota di Lucio Caracciolo - con aggiornamenti (nel forum), a cura di Federico La Sala

Mentre tutto il mondo si preoccupa del dopo-Mubarak, noi ci dilaniamo sulla "nipote" (...)
venerdì 11 febbraio 2011 di Federico La Sala
[...] Nell’Egitto khedivale l’italiano era lingua franca, usata nell’amministrazione pubblica. Un tipografo di origine livornese, Pietro Michele Meratti, vi fondò nel 1828 il primo servizio di corrieri privati, la Posta Europea, poi assurto a monopolio pubblico. Le diciture delle prime serie di francobolli egiziani erano in italiano. Decine di migliaia di italiani, tra cui molti ebrei, abitavano il Cairo e Alessandria, dove i segni del "liberty alessandrino" sono ancora visibili. La nostra (...)

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> L’EGITTO E LA NOSTRA VERGOGNA ---- Ahmed Zewail: La corruzione ha logorato il mio popolo.

venerdì 4 febbraio 2011

La corruzione ha logorato il mio popolo

di Ahmed Zewail (La Stampa, 04.02.2011)

La rivolta scoppiata in Egitto è per molti aspetti storica. Inatteso, anche dagli stessi egiziani, è poi il fatto che questa Intifada sia guidata dai giovani, i cosiddetti figli di Facebook, senza agende religiose o ideologiche, ma con un unico programma: un futuro migliore per tutti. In questo momento difficile, l’esercito si è guadagnato il rispetto delle masse agendo in maniera professionale per mantenere la sicurezza e la stabilità. Reclamando il futuro e contemporaneamente mantenendo la stabilità, queste due forze - la gioventù e l’esercito - offrono la speranza di una transizione ordinata al nuovo Egitto.

Chiaramente, è ora che in Egitto avvenga un cambiamento radicale, i ritocchi cosmetici non bastano più. Ci sono diverse ragioni per l’attuale sollevazione, e devono essere tenute ben presenti per capire la direzione da prendere. Gli egiziani hanno finalmente perso la pazienza con i giochi di potere per garantire la successione al figlio di Mubarak, Gamal; con la mancanza di trasparenza tra chi detiene il potere; con i brogli elettorali che hanno portato in parlamento la maggioranza del partito di Mubarak, praticamente senza opposizione.

Sebbene l’Egitto negli ultimi anni abbia visto qualche progresso economico, le masse dei poveri sono state lasciate indietro e la classe media è di fatto retrocessa. Solo l’élite al vertice ha avuto benefici - esagerati - sfruttando il matrimonio tra la loro influenza politica e il capitale. La corruzione che ne è risultata e le continue richieste di bustarelle da parte dei funzionari hanno esaurito la pazienza della gente. Infine, il sistema educativo, che è centrale per le speranze di progresso sociale di ogni famiglia egiziana, si è deteriorato fino a raggiungere un livello ben al di sotto del rango dell’Egitto nel mondo.

E adesso, dove andiamo? Ci sono quattro passi importante da fare. Primo: mettere insieme un consiglio di saggi, uomini e donne, che elabori una nuova visione nazionale e abbozzi una nuova costituzione basata sulla libertà, i diritti umani e un ordinato trasferimento di potere. Secondo: garantire l’indipendenza dei giudici. Terzo: organizzare elezioni libere e corrette per le due Camere del Parlamento e per la presidenza, su cui sovraintenda il potere giudiziario indipendente. Quarto: un nuovo governo di transizione dell’università nazionale da formare al più presto. Ma perché questo piano abbia successo, il presidente deve ritirarsi. Adesso. Mubarak è arrivato al potere come eroe delle guerre d’Egitto. Può agire di nuovo eroicamente lasciando subito il potere.


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