Inviare un messaggio

In risposta a:
San Giovanni in Fiore

SUI FATTI DEL 25 GENNAIO

DALLA PARTE DEGLI OPERAI. SEMPRE.
sabato 5 febbraio 2011 di Vincenzo Tiano
Il 25 gennaio 2011 non è accaduta una cosa di poca importanza a San Giovanni in Fiore. È una data che nessuno potrà mai dimenticare, cancellare; un giorno che resterà indelebile nella coscienza di tutti, nella storia della nostra città. Per questo, dopo un silenzio necessario, ma sofferto, è arrivato il momento di fare chiarezza, di raccontare i fatti, cioè. Perché alla fine non ci sia anche una sola persona che non sappia quel che realmente è accaduto.
Chi è stato portato (...)

In risposta a:

> Dalla parte della coerenza.Mai

giovedì 3 febbraio 2011
Fa un certo effetto leggere le parole di Giovanni Iaquinta. Mi par che la stessa foga con cui si scaglia contro la vecchia partitocrazia sangiovannese sia la stessa con cui, ad esempio, accoglieva, non troppo tempo addietro, Massimo D’Alema in visita a San Giovanni in Fiore.Quello stesso D’Alema rais nazionale (per non discostarci troppo dalle parole usate dall’ex assessore Iaquinta) dell’allora suo rais locale, Mario Oliverio. Ma quella stessa foga la si ricorda nell’euforica e fedele attività di militanza all’interno di quel partito guidato da quegli uomini che lui oggi è così bravo e solerte a criticare. Chissà, la potenza della fede(la fede nella libertà berlusconiana mi par di capire, viste le ultime alleanze), l’illuminazione sulla Via di Damasco o su qualche strada di montagna, forse verso "u jermanu" o verso "Serra Longa", ma Giovanni Iaquinta ha cambiato rotta o ha trovato davvero la fede perchè se uno scrive frasi come quella che segue "... un vulnus per la democrazia che rimarrà come una macchia e funzionerà come il sangue dei martiri, che si è rivelato seme per nuovi cristiani nella costruzione della straordinaria storia della Chiesa", c’è da scommettere che è afflitto al suo interno da un lacerante travaglio sprituale, ma c’è da preocccuparsi pure, perchè sta spiritualità potrebbe raggiungere punte pericolose. A propsosito di punte poi, lo scritto di Giovanni Iaquinta non solo svetta in alto verso la trascendenza, è intriso anche di forte venature populiste e paternaliste perchè lui, solo lui, è l’interprete fedele delle giubbe arancio, questo piccolo esercito di lavoratori a cui è stata concessa, per volontà sua e soprattutto di Barile, grazia e dingità. Già i proletari, gli operai, gli umiliati e gli offesi, i derelitti, i senza casa, stanno tutti con lui. Ma quando i suddetti non troppo tempo addietro si scagliavano contro Mario Oliverio "ca se vo abbuttare illu sulu e li compari sua" lui, Giovanni Iaquinta non ricordo bene che posizione politica/culturale avesse. Ci sarebbe tanto altro da dire ma per il momento, visto che m’aspetta na pizza, debbo andar... saluti Domenico Barberio

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: