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DONNE, UOMINI, E COSTITUZIONE. Un’altra storia è possibile

13 FEBBRAIO 2011: ORA BASTA! MANIFESTAZIONE DELLE DONNE E DELLE CITTADINE, PER LA LORO DIGNITA’ E PER UNA NUOVA ITALIA, AL DI LA’ DEL GOVERNO DEI "PAPI". L’appello di "Se non ora QUANDO?" - e (a seguire) materiali sul tema, a c. di Federico La Sala

Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignita’ e diciamo agli uomini: se non ora, quando? e’ il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.
martedì 15 febbraio 2011 di Federico La Sala
[...] Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignita’ delle donne e delle istituzioni. Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilita’, anche di fronte alla comunita’ internazionale[...]
IL RISPETTO E LA DIGNITA’ (...)

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> 13 FEBBRAIO 2011: ORA BASTA! --- ROMA: RISPETTO PER LE DONNE. Un boato ha scosso Piazza del Popolo. E’ stato "l’urlo dell’indignazione" come l’hanno chiamato le organizzatrici della manifestazione ’Se non ora quando?’.

domenica 13 febbraio 2011


-  LA MANIFESTAZIONE

-  L’urlo di piazza del Popolo
-  "Rispetto per le donne"

Grande partecipazione all’iniziativa ’Se non ora quando?’. Un grande striscione firmato dalle Donne del Sud: "non chiamatemi escort, sono una puttana. Non chiamatemi puttana, sono una schiava". Tanti i cartelli anti-Berlusconi: "Non contro Ruby ma contro i rubacuori’’ e ’Io, donna cattolica, dico basta: Berlusconi vai via’ *

Un boato ha scosso Piazza del Popolo. E’ stato "l’urlo dell’indignazione" come l’hanno chiamato le organizzatrici della manifestazione ’Se non ora quando?’. Un minuto di silenzio durante ha avvolto la piazza stipata all’inverosimile in un’atmosfera irreale. Al via dell’attrice Isabella Aragonese, da piazza del Popolo è partita l’incitazione a cui la piazza ha risposto "Adesso". Poi un enorme striscione lasciato scendere dalla terrazza del Pincio con la scritta: "Vogliamo un Paese che rispetti le donne" e l’urlo liberatorio delle decine di migliaia di persone, stipate in una piazza troppo piccola per contenerle tutte.

Un gruppo di giovani attrici, salite sul palco di piazza del Popolo a Roma, ha letto una serie di e-mail a sostegno della manifestazione. Lettere di donne contro "il modello unico", contro "la superficialità" e "perché le donne non sono stupide e hanno deciso di reagire a tante cose che hanno ferito la nostra sensibilità". Sono messaggi inviati da giovani, meno giovani, madri e precarie. Sul palco sono state invitate da Isabella Ragonese che presentandole ha ricordato che in Italia "la cultura è un po’ come le donne: molto forte, ma deve sempre combattere".

Domina la piazza un grande striscione firmato dalle Donne del Sud: "non chiamatemi escort, sono una puttana. Non chiamatemi puttana, sono una schiava". E proprio sotto lo striscione si sono alternate iniziative, la più partecipata delle quali è stato un coro gospel. Anche la musica scelta per animare la piazza, in attesa che sul palco comincino gli interventi, è all’insegna dell’orgoglio femminile: da Respect di Aretha Franklin a pezzi più recenti come quelli di Siouxsie and the Banshees.

Nella sovrastante piazza del Pincio, il flash mob è culminato con la comparsa del gigantesco striscione fucsia. Poi dal palco è stato chiesto un minuto e mezzo di silenzio, che la piazza ha rispettato rigorosamente. Al termine l’urlo liberatorio. Poi, dalla terrazza del Pincio, i manifestanti si sono diretti in corteo verso piazza del Popolo.

Intanto, dietro uno striscione con la scritta "Sul nostro corpo nessuna strumentalizzazione, diritti e welfare per tutte", un centinaio di donne ha sfilato per le strade del centro per "esprimere la loro solidarietà alle ’sex workers’ e per rivendicare i diritti delle donne". Le manifestanti, partite da piazza Barberini, hanno raggiunto il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dove hanno "rispedito al mittente la legge 40, il collegato sul lavoro e la legge Tarsia", scritte su un pacco regalo. Le donne esponevano oggetti rossi come pailettes, ombrellini e magliette. Tra gli striscioni alcuni recitavano: "Cervelli in fuga dal bunga bunga", "No ricerca-no Viagra’, ’We want power not Berlusconi’, ’Non abbiamo Fede e neanche lo vogliamo’. "Non esiste divisione tra donne perbene e donne per male", hanno spiegato le manifestanti, le quali hanno raggiunto piazza del Popolo, per poi muoversi di nuovo in corteo verso Trastevere

Striscioni. La fantasia si è come al solito scatenata attingendo a piene mani dall’attualità. Così, ad esempio, c’è chi lega il caso Ruby alla rivolta in Egitto inalberando un cartello con scritto ’Silvio, riporta la nipote da Mubarak’, mentre in un altro si legge ’Io sono la nipote di... mio zio’.

Due grandi scope, una professionale da operatore ecologico e l’altra più domestica tengono teso uno striscione con la scritta ’Scopiamoli via’. Vicino un cartellone con la scritta ’Donna non contro Ruby ma contro i rubacuori’. Sempre sul tema altre scritte, come ’Io, donna cattolica, dico basta: Berlusconi vai via’, ’La dignità delle donne salverà il nostro Paese’, ’Sono una donna, non sono una Santa... nche.

Un Tricolore reca al centro sulla fascia bianca l’effige di un porcellino nella quale si può riconoscere una caricatura del premier, mentre sulle bande verde e rossa è scritto ’Questa non è la mia bandierà. Un altro cartello fa riferimento alla manifestazione organizzata ieri da Giuliano Ferrara direttore de ’Il Foglio’, in favore di Berlusconi: il giornalista ex ministro è ritratto a torso nudo con la scritta latina ’Mutatis mutandi’, e dal latino si passa alla lingua inglese con un cartello ’double facè che su un lato reca la scritta ’Women do it better’ (ovvero, ’le donne lo fanno meglio’) e sull’altro ’Kick him out’, cioè ’Cacciatelo’, dove il riferimento è ovviamente diretto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Un coro spontaneo è partito della piazza poco prima dell’inizio della manifestazione. Le donne che riempiono piazza del Popolo hanno intonato l’Inno di Mameli. E con l’aumentare delle persone hanno fatto anche la loro comparsa altri cartelli e striscioni: "Fatti non fummo a viver come brute", "Basta!", "Altre idee di donne, altre idee di uomini per un’altra idea di Italia". Tanti i riferimenti a Silvio Berlusconi: "Per lui in amore l’età non costituisce legittimo impedimento", "Ancora con la clava, ancora nella giungla se le donne fanno un bunga bunga", "Berlusconi indegno, dimettiti!".

* la Repubblica, 13 febbraio 2011


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