CASO RUBY: NAPOLITANO, CONFIDO NEL NOSTRO STATO DI DIRITTO *
(AGI) - Roma, 20 feb. - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e’ fiducioso che il processo a Silvio Berlusconi sul caso Ruby si svolgera’ "secondo giustizia". In un’intervista a "Welt am Sonntag" alla vigilia del viaggio in Germania, il Presidente ha spiegato: "Io credo che un Governo regge finche’ dispone della maggioranza in Parlamento e opera di conseguenza" Quanto al caso Ruby, "Confido nel nostro Stato di diritto", ha dichiarato il Capo dello Stato.
Per Napolitano i diritti del premier saranno pienamente tutelati: "Penso che abbia le sue ragioni e buoni mezzi giuridici per difendersi dalle accuse", ha affermato.
"Sia la nostra Costituzione, sia le nostre leggi garantiscono che un procedimento come questo, in cui si sollevano gravi accuse che il presidente del Consiglio respinge, si svolgera’ e concludera’ secondo giustizia".
E’ debole anche l’identita’ nazionale italiana? "Un tempo era debole", dice Napolitano. Ora ne’ l’Italia ne’ la Germania sono nazioni deboli, nota il Capo dello Stato. "Le preoccupazioni - dice il presidente della Repubblica - che la Germania potesse prendere una strada diversa con la riunificazione, si sono rivelate inconsistenti. E anche l’Italia e’ divenuta, dopo essersi liberata dal fascismo, una nazione affidabile e sicura di se’. Cio’ ha molto a che vedere con l’Europa. E’ una fortuna immensa che si sia riusciti a creare con l’Unione Europea un’entita’ responsabile di aver promosso il benessere e in grado di offrire sotto il proprio tetto un’esistenza sicura in una condizione di stabile pace".
Il presidente della Repubblica parla della "fondazione dello Stato nazionale italiano" che "segna per l’Italia l’ingresso nella modernita’. Si e’ trattato - dice Napolitano - della prima condizione per poter superare l’arretratezza in cui nel complesso eravamo rimasti. La frammentazione in tanti piccoli Stati, tra i quali il piu’ solido Regno di Sardegna, il Regno delle due Sicilie e lo Stato della Chiesa, ci rendevano privi di forza, un’entita’ insignificante ai margini dell’Europa.
Facendo della nazione uno Stato, siamo entrati sulla scena europea. Malgrado tutti i disastri che si sono succeduti, lo Stato nazionale e’ stata la forma grazie alla quale siamo riusciti a diventare un soggetto politico essenziale in Europa"
Per il presidente della Repubblica "Europa significa unita’ nella diversita’. E’ cosi’ che l’Europa e’ sorta ed e’ questa la via che essa deve continuare a percorrere. Non ci puo’ essere uno stato europeo. Le nazioni sono una realta’ storica e culturale, e in esse si incarna la memoria collettiva. E questi sono valori che non devono scomparire con l’eliminazione delle frontiere. I confini in un certo senso incarnavano l’eredita’ negativa del nazionalismo. Quanto meno in Italia, quello nazionale fu un movimento liberale. Successivamente esso, non solo in Italia, e’ scivolato nel nazionalismo che infine ha portato a due terribili guerre mondiali. E’ una grande conquista il fatto che non esista piu’ l’Europa delle barriere e delle contrapposizioni nazionali. Durante il mio incarico di Ministro degli Interni - ricorda ancora il presidente della Repubblica -, con l’entrata dell’Italia nel 1998 nell’Area Schengen non ho potuto rinunciare ad andare al Brennero per rimuovere la barriera con l’Austria. Lungo questo confine nel XX secolo per due volte si sono scontrati gli eserciti delle nostre nazioni. E’ stata una bella esperienza vedere che questo confine e’ divenuto superfluo - mentre invece le nazioni continuano ad esistere". (AGI) .
* AGI, 13:05 20 FEB 2011: http://www.agi.it/politica/notizie/201102201305-ipp-rt10010-caso_ruby_napolitano_confido_nel_nostro_stato_di_diritto