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IL GRANDE INCIUCIO ... E L’ALTO TRADIMENTO PIU’ GRANDE. NEL 1994 IL MINISTERO DELL’INTERNO AUTORIZZA E REGISTRA IL SIMBOLO DEL PARTITO "FORZA ITALIA". CHE GRANDE SILENZIO: IL "GIOCO" COMINCIA... E CONTINUA (2014) ANCORA!!!

ESAME DI MATURITÀ, PER POLITICI, INTELLETTUALI, FILOSOFI, E ISTITUZIONI. Una traccia proposta dagli studenti e dalle studentesse, dai e dalle "prof", di tutta l’Italia - a c. di Federico La Sala

QUESTA LA TRACCIA: ***STORIA D’ITALIA (1994-2014). "DUE PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA" GRIDANO: FORZA ITALIA!!! LA DOMANDA E’: CHI E’ "PULCINELLA"? CHI IL MENTITORE ISTITUZIONALE?!
mercoledì 25 giugno 2014
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA (ART. 1),
UNA E INDIVISIBILE (ART. 5).
LA SUA BANDIERA E’ IL TRICOLORE (ART. 12) ...
E IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E’ IL CAPO DELLO STATO E RAPPRESENTA L’UNITA’ NAZIONALE (ART. 87)
*** * ***
Per materiali allegati alla traccia, si veda nei due seguenti ’contenitori’ (cliccare sotto, sulle parole evidenziate in rosso):
RIPENSARE L’UNO E I MOLTI ("UNO"), L’IDENTITA’ E LA DIFFERENZA!!!
CONTIAMO ANCORA (...)

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> ESAME DI MATURITÀ, PER POLITICI, INTELLETTUALI, FILOSOFI, E ISTITUZIONI. --- ADULTI. "La scuola è politica" (un saggio in forma di dizionario).

giovedì 19 settembre 2019

LA SCUOLA E’ POLITICA

di Simone Giusti, Federico Batini, Giusti Marchetta, Vanessa Roghi

      • [Esce oggi per effequ La scuola è politica, a cura di Simone Giusti, «un saggio in forma di dizionario si intende offrire, voce per voce, uno strumento per declinare politicamente la scuola e aiutare a costruire una scuola che sia davvero, un giorno non troppo lontano, laica, popolare e democratica». Proponiamo le prime due voci del “sillabario”: Adulti di Simone Giusti e Bullismo di Federico Batini]. *

Adulti

di Simone Giusti

Gli adulti fanno e disfanno la scuola ogni giorno, seduti in Parlamento o nelle loro auto, mentre accompagnano i figli alla prima ora di lezione. Agli adulti appartiene ogni discorso sulla scuola - compreso quello che facciamo in questo libro - e da loro discende ogni decisione. Gli adulti stanno in cattedra, poi scendono e tornano a casa, mentre altri adulti rimettono in ordine le aule, oppure le ristrutturano, ne progettano di nuove, producono l’energia necessaria alla loro illuminazione.

Politici, cittadini (contribuenti ed elettori), lavoratori, nonni, zii e genitori: la scuola è roba loro, e gli altri, i minori - i bambini e gli adolescenti - si limitano ad abitarla, e, quindi, a trasformarla dall’interno, con discrezione, quel tanto che basta per renderla più vivibile e sopportabile. Ma non c’è un dubbio al mondo: quella scuola così criticata e messa sotto accusa è proprio quella che hanno voluto - e vogliono ancora - gli adulti, i quali, a volte, tendono a dimenticarsi il proprio ruolo.

Adulto, dal latino adultus, participio passato di adolescĕre, che significa crescere. L’adulto è colui che non è più adolescente, ha terminato il suo sviluppo ed è finalmente cresciuto. Da cosa si vede se uno è sufficientemente cresciuto da poter prendere decisioni sulla scuola? È sufficiente aver raggiunto la maggiore età - a diciotto anni si può votare la propria amministrazione locale (il consiglio comunale e il sindaco, il consiglio regionale e il presidente della Regione), il rappresentante alla Camera dei deputati o al Parlamento europeo (per il Senato occorre attendere il compimento dei 25 anni: una soglia altissima, che di fatto impedisce il pieno accesso al voto a oltre quattro milioni di maggiorenni). A diciotto anni ci si può candidare a una carica politica. A diciott’anni in molti sono ancora a scuola, viene da pensare, e avrebbero moltissimo da dire e da fare, per la scuola.

In realtà sappiamo che l’età media dei deputati è di circa 44 anni, 52 per i senatori: ultramaggiorenni che sono usciti dalla scuola già da 24-25 anni.

Considerando che gli italiani fanno figli in media a 32 anni, gli adulti hanno 38 anni quando il figlio inizia la scuola primaria, 45 durante l’esame di scuola secondaria di primo grado, quando è necessario scegliere la scuola superiore.

In Italia il 61,7% degli adulti di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha finito gli studi superiori e ha conseguito un diploma (dati Istat 2018). La media europea è pari al 78,1 %. I laureati italiani sono 2 su dieci, il 19,3%, contro il 32,3% degli europei.

Adulti in maggioranza illetterati: un termine tecnico adoperato per descrivere le persone che, pur avendo compiuto un percorso di studi, a un certo punto della loro vita non sono in grado di usare ciò che hanno imparato per gestire la loro vita quotidiana. Adulti che non comprendono la differenza tra una notizia inventata e una documentata, che non sono in grado di orientarsi su un sito internet, che non sanno far tornare i conti del bilancio familiare.

Adulti che non leggono libri. Nel 2017, dice l’Istat, le persone che hanno letto almeno un libro per motivi non professionali sono state, in Italia, circa 23 milioni e mezzo, corrispondente al 41% della popolazione (il 47,1% delle donne, contro il 34,5% degli uomini). La quota più alta di lettori si riscontra durante l’adolescenza, tra gli 11 e i 14 anni [▶ Lettura].

Adulti che quando parlano di scuola, o, anche, quando ne leggono sulle pagine dei giornali o nei libri, pensano a un’esperienza lontana, attraverso la quale sono passati, in modo più o meno consapevole, qualche decennio prima.

Eppure, a esclusione di coloro che hanno paura di crescere - quelli affetti da sindrome di Peter Pan, una sorta di adolescenza protratta, che impedisce di assumersi responsabilità e di prendere decisioni in grado di incidere sulla realtà -, sono questi gli adulti che devono fare la scuola. Adulti poco preparati, occorre ammetterlo, i quali hanno tuttavia un ruolo decisivo nel futuro della scuola. Perché purtroppo - in assenza di una vera ▶ Partecipazione degli studenti ai processi decisionali - tocca agli adulti il compito difficilissimo di fare la scuola. La scuola di tutti, non quella del proprio figlio, della propria figlia.

Cominciamo da qui, dunque. Assumiamoci la responsabilità della scuola che abbiamo voluto e che ancora stiamo contribuendo a far esistere, ogni giorno, per i bambini e gli adolescenti che sono costretti ad abitarla. Smettiamo di lamentarci e guardiamola, questa scuola, analizziamola con gli strumenti a nostra disposizione - che possono e devono essere costantemente arricchiti - indipendentemente dal nostro livello di istruzione, dalle nostre capacità critiche o dalla nostra conoscenza specifica dell’argomento. Dobbiamo occuparcene perché siamo adulti responsabili e interessati.

Iniziamo da un piccolo esercizio di rispecchiamento. Guardiamo gli edifici, e domandiamoci: che adulti sono - che adulti siamo - quelli che li hanno progettati, finanziati e costruiti? E che adulti sono quelli che stanno finanziando proprio quel tipo di lavoro, quell’insegnamento, di quelle materie, in quegli orari, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, un anno di seguito all’altro? Siamo noi? Sono io? Sei proprio tu.

Siediti, mettiti davanti allo specchio e guarda. Cosa vedi? Ti piace? Credi di poter fare di meglio? Fallo!

* Le parole e le cose, 19 settembre 2019 - ripresa parziale.


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