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ITALIA: BIENNALE DEMOCRAZIA. MATEMATICA E COSTITUZIONE E TEOLOGIA POLITICA: IL PROBLEMA DELL’UNITA’. L’unificazione italiana impone alle élite degli Stati preunitari una serie di gigantesche sfide, di cui la più difficile da vincere è proprio quella «culturale» ...

ITALIA!!! TUTTI. MOLTI. POCHI: E NESSUNA COGNIZIONE DELL’UNO, DELL’UNITA’!!! L’Italia e le classi dirigenti senza senso nazionale. Una riflessione di Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università Cattolica di Milano - a c. di Federico La Sala

BIENNALE DEMOCRAZIA 2011. Uno dei problemi della storia italiana dell’ultimo secolo e mezzo è segnato da élites che non hanno saputo andare oltre gli interessi particolari
giovedì 14 aprile 2011 di Federico La Sala
[...] Con ogni probabilità, tuttavia, ben più del persistente lamento sull’assenza di élite e sulla latitanza di una vera classe dirigente conta - oggi soprattutto - apprestarsi finalmente a formare le une e preparare l’avvento dell’altra. È questo infatti il solo modo «per superare la presente crisi» [...]
[...] Il testo del rettore dell’Università Cattolica, Lorenzo Ornaghi, che pubblichiamo è tratto dal volume «L’interesse dei pochi, le ragioni dei molti», in libreria per i tipi di (...)

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> L’Italia e le classi dirigenti senza senso nazionale. ---- Il «credo» di Ornaghi:la religione dà futuro alla democrazia (di Paolo Conti).

domenica 27 novembre 2011


Il «credo» di Ornaghi: la religione dà futuro alla democrazia

di Paolo Conti (Corriere della Sera, 27.11.2011)

VENEZIA - «La presenza della religione nell’ambito pubblico è soprattutto necessaria per poter guardare con speranza al futuro delle democrazie e, quindi, al domani dei popoli che nelle democrazie continuano a vedere lo strumento migliore per promuovere la libertà e la creatività dell’uomo». Parole di Lorenzo Ornaghi, neoministro per i Beni culturali, alla prima uscita pubblica, e per di più su un tema così vasto e impegnativo, che richiama subito le prospettive affrontate nel recente convegno di Todi sul rinnovato impegno dei cattolici nella politica italiana. Ornaghi parla durante il «Dialogo sulla religiosità e la laicità dell’Europa» organizzato nell’ambito dei «Dialoghi tra cultura e mercato» previsti dal Salone europeo della cultura 2011. Il ministro si confronta con Julia Kristeva, nota linguista e psicoanalista, tra i non credenti invitati da Benedetto XVI ai recenti confronti di Assisi.

Dall’Ottocento in poi, per Ornaghi, il progresso e lo sviluppo economico «portavano con sé la contrazione e la perdita di valore del «sacro», sempre più sfidato (e talvolta irriso) dalla «razionalità» che guidava gli «avanzamenti». Ma ora le grandi ideologie del Novecento sono cadute e la loro fine «ripropone la questione di "come vedere" il progresso e "quale senso" riconoscere nella Storia». Il neoministro sottolinea che «sacro e senso religioso non comportano il totale "rifiuto della modernità", non sono una sorta di ritorno del "rimosso" e del "premoderno". La "Rivincita di Dio" non è la rivincita del passato. È, al contrario, la visione del futuro, a partire da una comprensione realistica del presente». Ornaghi, che cita spesso il pontefice, descrive anche la crisi attuale della democrazia contemporanea: «Vive di "ragioni" che non riesce a garantire, o che riesce a garantire con sempre maggiore difficoltà. Fondando la propria legittimazione sulla promessa di un benessere materiale, la democrazia si trova a operare su un terreno precario, sempre più instabile». C’è insomma una rinnovata «domanda del senso di convivere».

A scanso di equivoci Ornaghi spiega che «è possibile concepire la partecipazione dei credenti al dibattito pubblico e la pubblica manifestazione della loro fede come articolazioni differenti della razionalità. Come espressioni, per usare la formula di Habermas, di un disaccordo ragionevolmente prevedibile». Sia chiaro, aggiunge, che ciò non significa certo che «la religione debba puntare a indicare o a imporre a credenti o non credenti le norme morali dell’azione politica». Piuttosto la religione dovrà «aiutare la ragione nella ricerca delle soluzioni, in un continuo cammino».

Il ministro ha anche incontrato sia il sindaco Giulio Orsoni che il presidente uscente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta. Ornaghi non ha ancora sciolto il nodo della sua riconferma, riservandosi il tempo di approfondire: «Se le decisioni vengono strattonate lasciano delle imperfezioni».


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