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LA SCUOLA, IL WEB, E LA LEZIONE DI KANT. "SAPERE AUDE!": IL CORAGGIO DI SERVIRSI DELLA PROPRIA INTELLIGENZA E L’USCITA DALLO STATO DI MINORITÀ

IL MONDO COME SCUOLA, LA FACOLTÀ DI GIUDIZIO, LA CREATIVITÀ, I NATIVI DIGITALI, E L’ATTIVISMO CIECO NELLA CAVERNA DI IERI E DI OGGI. Materiali per riflettere: testi di Gianni Rodari, Immanuel Kant, Emilio Garroni, Roberto Casati, e Armando Massarenti - a c. di Federico La Sala

CREATIVITA’: KANT E LA CRITICA DELLA SOCIETÀ DELL’UOMO A "UNA" DIMENSIONE. Da Emilio Garroni, una sollecitazione a svegliarsi dal sonno dogmatico
mercoledì 6 aprile 2011
[...] un medico, un giudice, o un
uomo politico, può avere in capo molte belle regole patologiche,
giuridiche o politiche, al punto da poter diventare
egli stesso un profondo insegnante in proposito, e tuttavia cade facilmente in errore nell’applicazione di esse, o perché
manca di capacità naturale di giudizio (sebbene non
manchi d’intelletto), ed egli può sì intendere l’universale
in abstracto, ma non sa distinguere se un caso in concreto
sia subordinato ad esso, o anche per il fatto che (...)

In risposta a:

> IL MONDO COME SCUOLA, LA FACOLTA’ DI GIUDIZIO, LA CREATIVITA’ --- Le nuove parole d’ordine sono: libertà, lavoro, dignità. Perché non parliamo con i ragazzi tunisini? (di Dacia Maraini).

martedì 5 aprile 2011

Perché non parliamo con i ragazzi tunisini?

di Dacia Maraini (Corriere della Sera, 5 aprile 2011)

Perché, ci si chiede da varie parti, proprio i tunisini che hanno appena liberato il loro Paese da un governo autoritario, personalistico e si stanno dando delle nuove regole democratiche, scappano in massa per approdare disordinatamente sulle nostre coste? Le risposte sono vaghe e distratte. Nessuno va a vedere. Nessuno chiede ai diretti interessati cosa li spinga alla fuga precipitosa. Si dà per scontato che, nel marasma della ricostruzione, siano venuti meno i freni all’emigrazione. Sono giovani, spesso hanno studiato, non trovano lavoro e quindi emigrano. Punto e basta.

Singolare questa assoluta mancanza di curiosità. Eppure si dovrebbe sapere che prima di prendere qualsiasi decisione logistica e politica è importante conoscere a fondo la questione. Qualcosa ha fatto Giuliana Sgrena andando sul posto e qualcosa ho sentito nelle parole della Bonino. Ma ascoltate da chi?

Eppure basterebbe poco: semplicemente parlare con i diretti interessati, stabilire, con rispetto, attenzione e fiducia, un dialogo per capire le loro ragioni. Sono sicura che verrebbero fuori verità diverse dai luoghi comuni finora ripetuti. La Tunisia non è un Paese povero, fino a ieri sembrava vivere in un certo agio. Perché i ragazzi scappano? E le ragazze? Rimangono a casa ad aspettare il richiamo dall’estero? Cosa succederà dopo questo massiccio esodo di maschi giovani e fertili? Dove andranno ad accasarsi? Pensano di tornare appena possibile? O danno per scontato che cambieranno patria e lingua e abitudini? Tutte cose che non sappiamo e forse non vogliamo neanche sapere.

Eppure nelle risposte a queste domande sta il segreto di una inaspettata e massiccia emigrazione che ha stupito tutti e lasciato i governi senza parole e senza idee sul cosa fare. Tutti i segnali dicono che siamo di fronte a qualcosa di assolutamente nuovo nella storia del mondo arabo: i punti di riferimento non sono più il Corano e l’esplosivo, ma Internet e i permessi di soggiorno. Il fondamentalismo con i suoi sacrifici umani, il suo odio, la sua intolleranza, sembra essere rimasto indietro in questo rapido processo di mutazione collettiva.

Le nuove parole d’ordine sono: libertà, lavoro, dignità. Ma come acquisirle? Come organizzare la nuova società? Quale rapporto stabilire con la religione tradizionale, col denaro, con le istituzioni, non è chiaro. Per il momento vince l’insofferenza di fronte a ogni forma di autoritarismo, la fame di vita, di movimento, di libertà, di autonomia.

Questi giovani non sembrano essere animati da risentimenti verso i Paesi occidentali, ma presi da una specie di furente amore imitativo. Solo che, come tutti gli amori giovanili, risulta esplosivo e impaziente. L’amata la si vuole possedere subito, senza aspettare. La si vuole divorare, farla propria senza pensarci su un minuto.

Le risposte da parte nostra sono: paura, paralisi, confusione e rapida apertura di campi di concentramento. Risposte povere e prive di immaginazione che non aiuteranno affatto a risolvere il problema.


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