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LA SCUOLA, IL WEB, E LA LEZIONE DI KANT. "SAPERE AUDE!": IL CORAGGIO DI SERVIRSI DELLA PROPRIA INTELLIGENZA E L’USCITA DALLO STATO DI MINORITÀ

IL MONDO COME SCUOLA, LA FACOLTÀ DI GIUDIZIO, LA CREATIVITÀ, I NATIVI DIGITALI, E L’ATTIVISMO CIECO NELLA CAVERNA DI IERI E DI OGGI. Materiali per riflettere: testi di Gianni Rodari, Immanuel Kant, Emilio Garroni, Roberto Casati, e Armando Massarenti - a c. di Federico La Sala

CREATIVITA’: KANT E LA CRITICA DELLA SOCIETÀ DELL’UOMO A "UNA" DIMENSIONE. Da Emilio Garroni, una sollecitazione a svegliarsi dal sonno dogmatico
mercoledì 6 aprile 2011
[...] un medico, un giudice, o un
uomo politico, può avere in capo molte belle regole patologiche,
giuridiche o politiche, al punto da poter diventare
egli stesso un profondo insegnante in proposito, e tuttavia cade facilmente in errore nell’applicazione di esse, o perché
manca di capacità naturale di giudizio (sebbene non
manchi d’intelletto), ed egli può sì intendere l’universale
in abstracto, ma non sa distinguere se un caso in concreto
sia subordinato ad esso, o anche per il fatto che (...)

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> IL MONDO COME SCUOLA ---- Noi dubbiosi pre-Internet con il naso nella Treccani (di Stefano Jesurum).

sabato 7 maggio 2011

Noi dubbiosi pre-Internet con il naso nella Treccani

di Stefano Jesurum (Corriere della Sera, 07.05.2011)

Uno dice: beati i giovani, che con cinque clic trovano tutto su Wikipedia, fanno domande- le più bizzarre- e ricevono le giuste risposte sui siti di Q&A (questions and answers). Non come noi che arrancavamo tra enciclopedie, dizionari, vocabolari, compendi, manuali di ogni genere.

Ma chi dice beati i giovani non fa i conti con quel piccolo particolare, senza tempo e senza età, che è proprio del genere umano e porta il nome di ansia. Così finisce che gli «ansiosi» - anche quelli moderni -, dopo aver compulsato i loro bravi clic, si ritrovino in preda al dubbio col naso appiccicato alla vecchia Treccani, allo Zingarelli, al Mereghetti piuttosto che all’elenco del telefono. E chissà quante generazioni ancora passeranno prima che l’online dia (agli ansiosi s’intende) la medesima sicurezza della carta ingiallita.

I maestri chiamano Yam quell’insieme di commenti e regole dell’ebraismo che è il Talmud, e Yam significa «mare» . E chi utilizza Internet non «naviga» forse in Rete? Entrambi i mari- chiarisce Jonathan Rosen in Talmud e Internet, Einaudi- sono enormi continenti fatti di materia fluida come l’acqua, al cui interno vivono miliardi di informazioni. Che tocca sempre alla nostra intelligenza filtrare e interpretare. Tanto per metterci tranquilli (e non scrivere/dire strafalcioni).


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