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ESPERIMENTO " ITALIA". L’ANNO DELLA VERGOGNA (1994): NASCE IL PARTITO-NAZIONE DEL "NUOVO" PRESIDENTE DELLA "REPUBBLICA" ... E C’E’ ANCORA!!! "FORZA ITALIA": VIVA IL "POPOLO DELLA LIBERTA’"!!!

CULTURA E CRITICA. RIPENSANDO ALLA STORIA DI AXEL SPRINGER, E’ DA DIRE CHE L’ITALIA HA ’BATTUTO’ LA GERMANIA ALLA ’GRANDE’! Una nota di Federico La Sala

GIORGIO BACKHAUS: "Springer usa il suo potere per creare i sudditi ideali dei nuovo regime ... Con strumenti infinitamente più moderni ed efficienti... Il suo ruolo è qúello di massimo battistrada del nuovo autoritarismo (...)"
martedì 12 aprile 2011 di Federico La Sala
[...] la vicenda di questo editore merita di essere presa in considerazione come un problema che ci riguarda tutti, non solo per il peso che le sorti della Germania hanno nel contesto europeo, ma anche e soprattutto per individuare le linee tendenziali della manipolazione degli individui in una società di massa, vale a dire in tutti i paesi a capitalismo maturo [...]
"PUBBLICITA’ PROGRESSO": L’ITALIA E LA FORZA DI UN MARCHIO REGISTRATO!!!
IL BERLUSCONISMO E IL RITORNELLO DEGLI (...)

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> CULTURA E CRITICA. RIPENSANDO ALLA STORIA DI AXEL SPRINGER, E’ DA DIRE CHE ---- "Stanno umiliando l’Italia". No alle leggi ad personam, sì alla Costituzione e alla legalità. Mentre nell’aula di Montecitorio la maggioranza blindava il premier sollevando il conflitto di attribuzione per il processo Ruby, partiva la mobilitazione.

martedì 5 aprile 2011

LA MANIFESTAZIONE

-  Il lungo giorno della Democrazia
-  Bersani: "Stanno umiliando l’Italia"

Migliaia di persone in piazza a Roma a dire no all’ennesima voto ad personam per Silvio Berlusconi. Si sono ritrovate alle 14 davanti a Montecitorio, alle 18 al Pantheon per ascoltare il segretario del Pd. Poi la notte bianca di Giustizia e Libertà a piazza Santissimi Apostoli

di KATIA RICCARDI *

ROMA - No alle leggi ad personam, sì alla Costituzione e alla legalità. Mentre nell’aula di Montecitorio la maggioranza blindava il premier sollevando il conflitto di attribuzione per il processo Ruby, partiva la mobilitazione. Da subito, dalle 14, davanti a Montecitorio, in un giorno di sole e vento, aspettando dietro le transenne che l’Aula, chiusa dietro il portone, partorisse l’ennesimo strappo.

Sulle transenne, nel sit-in di Montecitorio, un megafono e un microfono a disposizione di tutti quelli che, avrebbero parlato nel corso della "manifestazione permanente". Un serpentone di volti pronto a spostarsi da Montecitorio al Pantheon, per ascoltare Bersani e finire a piazza SS Apostoli a sera, nella "notte bianca della democrazia". Il microfono, lo ’speaker corner’, è stato l’angolo da cui hanno urlato le loro voci. Come quella di Gianfranco Mascia, del Popolo Viola: "Questo è un presidio autoconvocato. Siamo qui contro le leggi ad personam che il premier continua a far votare e che continua a usare per salvare se stesso dalla giustizia. Siamo qui per chiedere giustizia. Siamo qui perché la legge sia uguale per tutti. Siamo qui e ci sposteremo seguendo il percorso della leggi. Andremo al Senato, andremo al Quirinale. Saremo qui anche domani".

Dietro le transenne, oltre il microfono, un’enorme Tricolore di sessanta metri tra la folla. Nessuna delle migliaia di persone arrivate l’ha calpestato. Signore in gonna e scarpe basse saltellavano ai bordi per raggiungere il microfono, signori con i primi giubbotti primaverili le aiutavano, nessuno ha spinto. In molti hanno spinto invece il pulsante del microfono. "Sono sfinita", ha detto Maria Evelina. "Qui non se ne può più. Io sono uscita perché bisogna fare qualcosa. Dire quello che penso, non tenermi tutto dentro. Lui non andrà mai via tanto, Berlusconi non si arrenderà mai. Ma questa non è la Libia, e non è l’Egitto. Io sono stanca". "Io pure", ha aggiunto Adriana. "Dobbiamo esserci per forza. Io ho fatto il Sessantotto, questo non è niente in confronto. Però, lo stesso dobbiamo stare qui".

"Bisogna tenere alta la guardia a difesa della Costituzione" si legge in uno striscione tra le bandiere viola, quelle di Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà e Italia dei Valori, Pd, Fli. Al microfono, si ricorda la "lista della vergogna", "i 37 provvedimenti ad personam approvati dal 1994 ad oggi", dalla legge Biondi al falso in bilancio, dal mandato di cattura europeo al condono fiscale del 2002. Invece di poster e volantini, la gente espone fogli, piccoli, fatti in casa senza organizzazione. Ognuno il suo. "AAA pusher affidabile offresi". "La breve prescrizione sarà la tua ultima azione", "La politica deve essere fatta con le mani pulite". "Sarto subito, leggi su misura, confezioni nane". Un uomo molto vecchio stringeva il suo con mani incerte. C’era scritto solo "Ignavi".

Antonio Di Pietro esce e annuncia l’esito del voto favorevole al premier (con lo scarto di 12 deputati) al conflitto di attribuzione sul caso Ruby. La gente intona Bella ciao e l’inno di Mameli. Dall’Aula si fanno vedere in pochi. Fabio Granata, Leoluca Orlando, il leader dell’Idv più spesso degli altri. Arrampicato sulla transenna a parlare dallo stesso microfono degli altri. A spiegare e ringraziare. E a invitare tutti a votare il referendum del 12 giugno. Inutile altro. "L’unica soluzione", ha detto Di Pietro "è il referendum ’politico’ sul legittimo impedimento che si terrà a giugno. Perché Berlusconi non si dimetterà mai". E su questo punto sembrano tutti d’accordo.

Il Pd al Pantheon. "Quello che la maggioranza ha deciso oggi è che Ruby è la nipote di Mubarak! Berlusconi così ci mette in condizione di umiliazione e vergogna davanti al mondo. E è una vergogna!". Così ha cominciato il suo comizio davanti alla piazza del Pantheon Pier Luigi Bersani. Con la stessa delusione di un voto che però si aspettava e si aspettavano tutti. "Oggi erano 314! Un acquisto qui e un altro là. Berlusconi ogni giorno ha il suo shopping e così hanno fatto passare il conflitto di attribuzioni, anche senza avere titolo per farlo". "Ma siamo lontani - ha aggiunto - dai 330 che Berlusconi aveva annunciato, e con tutto il governo presente".

Oggi, ha detto con ironia Bersani, l’Aula della Camera offriva una vista spettacolare: "I banchi della maggioranza e del governo strapieni come nelle grandi occasioni, come per l’elezione del Presidente della repubblica o per il discorso di un Papa... Perché questo pieno? si discuteva del secondo anniversario del terremoto dell’Aquila? Su come la città aspetta ancora la ricostruzione? Si è parlato dell’emergenza di Lampedusa? Si è parlato di disoccupati? No, si è parlato di cassa integrazione? Si è parlato di redistribuzione dei redditi di fronte a 10 milioni di pensionati a 700mila euro al mese? Si è parlato di politica energetica o di industria? Non si discute di questo: tutta la settimana si parlerà di giustizia. E magari si parlasse di una riforma vera della giustizia. Si è parlato di giustizia per il premier, dei suoi processi".

E la maggioranza, ha aggiunto Bersani, ha votato per il conflitto di attribuzioni "senza avere titolo per farlo, perché la Corte costituzionale ha detto chiaramente che spetta alla magistratura valutare il giudice naturale". In questo modo, ha detto ancora, "il giorno prima dell’inizio del processo per Ruby, il Parlamento si mette a sostegno dei difensori di Berlusconi in una sorta di collegio di difesa allargato". Tutto questo per bloccare il processo e magari di riuscire di portarlo al Tribunale dei ministri e provocare così un ritorno alla camera per un’autorizzazione a procedere che verrebbe negata. "Lui non lascerà mai. Non molla".

* la Repubblica, 05 aprile 2011

Ripresa parziale. Vedi: http://www.repubblica.it/politica/2011/04/05/news/manifestazione_roma-14546663/?ref=HREA-1


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