Nel sanatorio di Davos l’origine della tragedia tra la forma e il caos
Mi avvicino alla (rilettura della) Montagna incantata con sentimenti misti, persino con un certo senso di colpa, come quando ci si abbandona all’ascolto di una musica troppo sentimentalmente accattivante (certo Chopin, certo Rachmaninoff) o anche a un testo letterario troppo «meridiano» (ho letto per esempio Les nourritures terrestres di Gide in tram, andando e tornando da scuola, per evitare di espormi a tentazioni). (...)
Perchè solo tre forchette? Questo libro è un piccolo (grande!) capolavoro in cui si concentrano un’ enorme quantità di temi e di idee che sicuramente lo innalzano a romanzo di formazione. A mio parere va riletto (come hai fatto tu) per comprenderlo a fondo e cogliere sfumature sempre nuove. Io ho avuto il piacere di conoscerlo ad un corso di letteratura europea all’università e l’ho scelto come argomento per la mia tesi. Quell’atmosfera trasognata, romantica e nello stesso tempo carica di angoscia del sanatorio mi ha colpito profondamente, anzi meglio mi ha rapita. Spero di fare un buon lavoro e consiglio a tutti la lettura a 3 o + forchette del libro!
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