GIUSTIZIA
Napolitano: esasperazioni pericolose
Fini: magistrati pilastro della legalità
Il capo dello Stato condanna
i manifesti Br apparsi a Milano.
Il presidente della Camera
riceve delegazione dell’Anm *
ROMA «Nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sull’amministrazione della giustizia, si sta toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni. Di qui il mio costante richiamo al senso della misura e della responsabilità da parte di tutti». È quanto afferma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una lettera inviata al presidente del Csm Michele Vietti. Giorgio Napolitano ha scritto al vice presidente del Csm Michele Vietti annunciandogli che quest’anno sarà dedicata la giornata del 9 maggio al ricordo dei magistrati italiani uccisi dai terroristi per dare «una risposta all’ignobile provocazione del manifesto affisso nei giorni scorsi a Milano con la sigla di una cosiddetta ’Associazione dalla parte della democrazia’, per dichiarata iniziativa di un candidato alle imminenti elezioni comunali nel capoluogo lombardo. Quel manifesto - aggiunge il capo dello Stato - rappresenta, infatti, innanzitutto una intollerabile offesa alla memoria di tutte le vittime delle BR, magistrati e non».
Fini difende l’Anm Il presidente della Camera si schiera senza tentennamenti con la magistratura, «pilastro della legalità e dello stato di diritto». «Nell’architettura costuituzionale voluta dai padri costituenti la magistratura, non solo ordinaria, rappresenta il vero pilastro a salvaguardia dei principi di legalità a difesa di tutti i cittadini». Con queste parole la terza carica dello stato - che proprio ieri era stato accusato da Berlusconi - di aver fatto un ’patto scellerato’ con la magistratura- si sarebbe rivolto alla giunta dell’Anm nel corso di un incontro svoltosi nel suo ufficio e al quale hanno preso parte, tra l’altro, il presidente Luca Palamara e e il segretario Giuseppe Cascini. «Con riferimento alle polemiche politico-istituzionali di queste ultime settimane - avrebbe detto la terza carica dello stato nel corso dell’incontro durato circa quaranta minuti - esprimo vivo apprezzamento per la posizione istituzionale assunta dall’Anm. Il rispetto reciproco tra le istituzioni - avrebbe aggiunto e sottolineato ancora Fini - è la premessa indispensabile per la salvaguardia dello stato di diritto e per la leale collaborazione tra poteri dello stato».
Nel corso dell’incontro, Fini avrebbe soprattuto ascoltato con attenzione la preoccupata fotografia sulla «fibrillazione istituzionale» denunciata dall’Anm. «Al presidente della Camera - ha riferito ai cronisti Luca Palamara - abbiamo rappresentato tutta la gravità del momento e il forte stato di preoccupazione della magistratura». Palamara ha sottolineato alla terza carica dello stato che «i magistrati non intendono farsi trascinare sul terreno politico di scontro, non essendo la magistratura un soggetto politico». «Quanto sta accadendo - hanno fatto rilevare inoltre i rappresentanti dei magistrati - non è riconducibile a un problema tra Berlusconi e i magistrati, ma a un ben più grave problema di fibrillazione delle istituzioni, alle quali ci siamo rivolti».
Due sono per l’Anm le situazioni che destano preoccupazione: l’avvicinarsi delle amministrative che, appunto «tendono a trascinare la magistratura sul terreno dello scontro politico», e «le vicende giudiziarie del premier, che potrebbero portare a riforme della giustizia disomogenee e dettate da situazioni contingenti». Le reazioni alla presa di posizione del presidente della Camera non si sono fatte attendere.
Daniele Capezzone, portavoce Pdl, taglia corto: «Gianfranco Fini può raccontare quello che vuole. Ma un fatto politico è evidente: da mesi, ha scelto di infilarsi politicamente nel fronte giustizialista insieme all’Idv e alla sinistra. E per capire questo non occorrono carte segrete: è sufficiente sentir parlare Fini e i suoi». Anche il ministro Gianfranco Rotondi ritorna sul ’patto scellerato’ tra Fini e le toghe e annuncia che «presto la fonte lo rivelerà a tutti gli italiani».
* La Stampa, 18/04/2011