Desidero intervenire in merito al commento di Domenico Barberio pubblicato sul precedente numero del “Quindicinale”. Barberio critica le dichiarazioni di Barile di domenica 6 marzo, nella parte in cui invitava i cittadini a candidarsi "anche se non sanno parlare o non capiscono di politica”. Secondo Barberio “c’è bisogno di saper parlare, c’è bisogno di capire di politica”. Ritengo che queste siano qualità non indispensabili per tutti coloro che intendano fare (...)

Il direttore del Quindicinale confonde forse la par condicio col silenzio stampa. Par condicio significa pari condizioni nell’accesso ai mezzi d’informazione e riguarda i messaggi politico-elettorali. La mia era una risposta argomentata ad un precedente articolo. E proprio in nome della par condicio e del diritto di replica poteva essere pubblicata (peraltro sino al giorno prima dell’uscita del giornale, il direttore aveva garantito la sua pubblicazione). Nell’ultimo numero del Quindicinale non mancano articoli "politici", che di fatto influenzano il voto. Questo è il bello della democrazia: il rispetto delle opinioni altrui e la possibilità di replicare. In questo caso, il direttore ha potuto influenzare la gente, nella misura in cui ha lasciato passare l’articolo di Barberio, senza consentire la replica. Altro che sordo! Pasquale Tiano